PROFUMO

giovedì, 11 febbraio 2016

PROFUMO

Therios sente l’arrivo della “mamma” da molto lontano. Non sente il rumore della sua automobile e neppure ricorda l’orario perché mai è lo stesso. Però, ogni volta, fa una breve corsa e poi? Poi piscia per l’emozione. Piscia? Allora. Pisciare è libertà, è uguaglianza. Pensiamo a quella del re della foresta, del principe cittadino, del ricco, del povero. Chi piscia non fa, non pratica un atto fisiologico, naturalmente con civiltà? Sì. Ma, allora, il gatto, che cosa centra? Centra, questo è certo. Perché? L’uomo ha il suo stronzo odore da possidente e segna anch’esso il territorio? Ma, esso non è l’innocente maschio animale. L’odore di maschio perciò (è certo) è quello dell’urina. Stupidi omo-fobici-prostatici-dipendenti, sarete mai esseri viventi, maturi? L’uomo non diffonda più l’odore di urina, ma il profumo di sesso. Eccoci all’importanza fondamentale di distinguerci dall’animale con amore, fantasia, felicità, passione nel vivere il senso sublime e vero della vita. (Tratto dai racconti di Maya).

 COME   APE
 Come ape
 succhio nettare.
 Come farfalla
 sono leggero e delicato.
 Come alito di vento
 il mio sussurro.
 Come doppi festosi
 batte il mio cuore.
 Ma com’è quel tuo profumo
 che ancora percepisco?
 Non ha sapore d’onda marina,
 d’acqua sorgiva di montagna.
 Non è neppure aroma
 di campagna lavorata,
 di erba appena rasata.
 Ma com’è quel tuo profumo
 che ancora percepisco?
 Fammi ancora percepire
 quel tuo profumo.
 In questa estate afosa
 fammi ancora sognare
 ancora percepire
 ancora, ancora, ancora,
 senza limite percepire,
 e sognare, sognare, sognare.
 E che il risveglio sia
 ancora, ancora, ancora,
 percepire, sognare, sognare.
 -Renzo Mazzetti-
 (Orizzonti 2001)

 Vedi: MULINI A VENTO (23 dicembre 2015)


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