GLI ESEMPI
sabato, 27 febbraio 2016
GLI ESEMPI
La sregolatezza dei grandi, sebbene sia di per se stessa un
male, non è tanto grave, quanto il fatto che sorgono moltissimi imitatori. Così
il paragone (mi sembra) di Platone: qui musicorum cantibus mutatis ait mutari
civitatum status. Infatti è facile accorgersi, se guardiamo la storia, che ogni
qual volta le classi dirigenti hanno certi comportamenti, questi sono stati
imitati dalla massa dei cittadini: qualsiasi mutamento di costumi si
determinasse nei governanti, lo stesso si riproduceva nel popolo. Per questa
ragione i grandi che conducono una vita disonesta sono doppiamente responsabili
della corruzione di uno Stato, perché non solo accolgono la disonestà in se
stessi, ma la propagano nella cittadinanza, e non sono soltanto dannosi perché
essi stessi degenerano, ma anche perché corrompono gli altri e finiscono per
nuocere maggiormente più con l’esempio che con il loro cattivo operare.
(Ricordo da un racconto di Therios).
NEW YORK (parte)
I miserabili sono bianchi e neri:
la povertà non è sempre razzista
anche se non è vero che affratella.
In questo ghetto orribile
anche il ladro e il killer
sputano sul povero.
-Renzo Ricchi-
Vedi:
LA MADONNA DELL’UMILTA' (28 aprile 2015)
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