FIRENZE D’AMORE
mercoledì, 11 novembre 2015
FIRENZE D’AMORE
Dalla televisione si sentì una voce conosciuta, la bottega si fermò e Gabrio restò con la barba mezza fatta e guardò, riflesso nello specchio, lo schermo con l’immagine del papa. Tutti ascoltarono le parole: Umiltà, disinteresse, beatitudine; la vita si decide nella capacità di porsi domande; la chiesa che pensa a se stessa e ai propri interessi sarebbe triste; che fare? Popolo e pastori insieme, alzate il capo, contempliamo la scena, guardiamo Gesù sulla croce: ha versato il suo sangue per tutti, i poveri conoscono bene le sofferenze di Gesù, dobbiamo essere amici dei poveri, la chiesa italiana con il volto di mamma vicino agli abbandonati, dimenticati, imperfetti. Alla fine il “Padre nostro” gioiosamente cantato. Foresto riprese il lavoro spennellando di sapone le guance di Gabrio, avevano tutti gli occhi liquidi di commozione in una Firenze d’amore. (Ricordo da un racconto di Tirella).
FIRENZE SOGNA (parte)Firenze stanotte sei bellain un manto di stelleche in cielo risplendono tremulecome fiammelle,nell’ombra nascondi gli amantile bocche tremanti si parlan d’amorintorno c’è tanta poesiaper te vita miasospira il mio cuor.Sull’Arno d’argentosi specchia il firmamentomentre un sospiro e un cantosi perde lontan…-Cesare Cesarini-
UN PERICOLOSO SOVVERSIVO (20 giugno 2010)
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