MESSAGGI FURBI
lunedì, 5 gennaio 2015
MESSAGGI FURBI
Ascanio riceve un messaggio sul telefonino: “Il servizio:
adesso tu sai e perciò puoi chiamare si è rinnovato, costa un soldo per due
mesi”. Questo agire è scorretto perché il servizio non è stato richiesto e il
suo primo avvio può essere sfuggito per circonvenzione d’impossibilitato. Infatti
Ascanio chiama subito per i dovuti chiarimenti e gli risponde una
registrazione: “Per disattivare il servizio, premi il numero uno”. Dopo arriva
un nuovo messaggio: “Il servizio è stato disattivato”. Ma il costo del servizio
non voluto viene restituito? I misteri volteggianti nell’etere dei mercati
moderni sono messaggi furbi per “offrire” servizi non richiesti, i quali, con
metodi esatti e certi per prelevare soldi, non prevedono il rimborso, con le
parole meccaniche e gli scatti automatici confondono l’utente. Le “offerte”
dovrebbero formulare una proposta limpida e corretta: prima di attivare un
servizio occorre il consenso, altrimenti è un imbroglio, o no? Era meglio
comunicare con un piccione viaggiatore, se il messaggio non ti piaceva,
eliminavi il problema mangiando un bell’arrosto. (Ricordo da un racconto di
Ariella).
Vedi:
LA FEBBRE DEL POTERE (2 Novembre 2014)
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