LA GARA DELLO SCRUTINIO

 

mercoledì, 29 maggio 2013

LA GARA DELLO SCRUTINIO

Nel mio piccolo paese i seggi elettorali numero sette e otto erano allestiti in due aule della scuola elementare. Entravo nel seggio numero otto e guardavo la piccola croce di legno, le colorate carte geografiche dell’Italia e della Toscana, i disegni degli alunni, i manifesti con le istruzioni di voto, i simboli dei partiti con le liste che tappezzavano le pareti. Nella cabina elettorale provavo una bella emozione indefinita mentre i battiti del cuore si moltiplicavano musicando il movimento del braccio nell’esprimere il mio voto sulla scheda con una inconfondibile X . All’uscita mi sentivo leggero e felice. Nel corso delle votazioni i rappresentanti di lista consultavano continuamente gli elenchi degli elettori e quando qualcuno non si era ancora presentato segnalavano il nominativo ai compagni che lo andavano subito a trovare. Tutti partecipavano alle votazioni escluso soltanto quei pochi elettori deceduti proprio nel lasso di tempo della revisione semestrale delle liste elettorali e quei sette o undici astenuti. I dirigenti dei partiti individuavano gli indecisi e fino all’ultimo tempo utile continuavano ad essere attivi negli incontri personali con colloqui diretti; conoscevano ogni famiglia e sbagliavano di poco le previsioni. Le votazioni si svolgevano con ordinata e serena partecipazione, quasi in raccoglimento e meditazione. Durante lo scrutinio erano osservate scrupolosamente le disposizioni; con serietà le schede venivano prelevate direttamente dall’urna singolarmente una ad’ una; il Presidente del Seggio leggeva a voce alta l’espressione del voto; gli scrutatori segnavano sugli appositi registri e tenevano i conti; i rappresentanti di lista vigilavano; numerosi cittadini partecipavano, e alcuni, addirittura con foglio e penna, seguivano l’andamento dello spoglio tenendosi aggiornati per proprio conto sui dati reali. Una sola scheda ”bianca” o una volutamente ”nulla” sarebbe stata fonte, dopo, di discussioni con varie ipotesi di responsabilità; un voto in più o in meno al partito diventava tormento per individuarne la provenienza. Ma vi era una sfida storica che prima di tutto tutti appassionava: quella del seggio più veloce che terminato lo scrutinio dava per primo i risultati ufficiali. Nella gara dello scrutinio il Presidente di Seggio che arrivava secondo pagava la prima colazione a tutti i componenti dei seggi elettorali. Il paese echeggiava di allegria, stupore e rabbia nei capannelli all’aperto, negli affollati commenti nei locali della Casa del Popolo, del Circolo della Misericordia e dei tre Bar. (Ricordo da un racconto di Bicefalo).

LA  RETTA  VIA
Tutti i chilometri
tutti gli anni
c’è qualche vecchio con la fronte esigua
che mostra ai ragazzi la strada
alzando il braccio di cemento armato.
-Jacques   Prévert-

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GRANDE MARIO (30 luglio 2012) ; 

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