LA SCELTA DI CLEO

domenica, 17 marzo 2013



CLEO FEBBRAIO 2013


LA SCELTA DI CLEO

Dea, che è stata la mia amica intima per quindici anni, nacque nella mangiatoia di una stalla. Insieme a mamma Pina, partorì anche Cleo, una gatta presumibilmente giovane e molto bella, che era capitata lì casualmente. In quell’ambiente, per pura fatalità convissero, per circa due mesi, undici gatti. Dette molto da fare la loro collocazione futura e Cleo dimostrò subito un carattere fiero e libero, che scelse la vita all’aria aperta e prese anche decisioni contro il comune pensare. Per non subire la prepotenza di un maschio, arrivato dopo diversi anni, preferì allontanarsi per due mesi. Successivamente si rifece viva, non nel posto di prima, ma nel giardino di una casa vicina dove tutt’oggi continua la sua vita indipendente. (Tratto dai racconti di Maya).

 V I A     D E I      G E O R G O F I L I

(poesia scritta per commemorare le vittime dell’attentato del 1993)

Nessuna stella in cielo, solo una nube nera
In quella notte calda di fine Primavera.
Lei ti guarda stanca, seduta sul tuo letto;
in piedi nella stanza finivi un tuo progetto.
”Ancora qualche istante, cinque minuti appena,
poi sarò lì con te, ti gratterò la schiena
e sogneremo insieme per una notte intera,
in questa notte calda di fine Primavera
io e te, io e te, io e te”.
 
Stringevi forte in pugno la tua matita nera
In quella notte calda di fine Primavera
E lei ti sorrideva sdraiata sul tuo letto
Vedendoti giocare a fare l’architetto
”Studiare e disegnare è questa la mia vita
ancora qualche esame e poi sarà finita
e sogneremo insieme per una notte intera…”
era una notte assurda di fine Primavera…

D’un tratto nella stanza salì una nube nera
in quella notte calda di fine Primavera
e tutti i tuoi disegni sulla tua scrivania,
figli dei tuoi sogni della tua fantasia
bruciarono in lampo senza nessun preavviso
sparirono nel fumo insieme al tuo sorriso…

E il cielo fu squarciato dall’urlo che saliva
E tanta gente in piazza piangeva ed applaudiva
La notte che Firenze s’accorse d’esser viva.
Viva, viva, viva.
-Francesco   Mannucci   (Checco)-

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