INCREDIBILE
MARTEDÌ, 28 FEBBRAIO 2012
INCREDIBILE
E’ la prima volta che l’Università e la Sapienza viene
occupata. Il Rettore fa mancare agli occupanti acqua e luce. Ma l’occupazione
va avanti lo stesso. Nel marzo del 1964, Togliatti parla lla Scuola normale
superiore. Una folla incredibile di giovani e di ragazze era venuta ad
ascoltare Palmiro Togliatti invitato a parlare del PCI negli anni cruciali
dell’ultimo grande conflitto fino ai giorni in cui fu approvata la nuova
Costituzione repubblicana. Le domande venivano da persone che allora non erano
ancora nate. Perché non facemmo la riforma agraria? Perché eccedemmo ai
compromessi con la monarchia e con Benedetto Croce? Perché non facemmo appello
alla volontà rivoluzionaria delle masse? E si sarebbe continuato tutta la notte
se ad un certo momento il caldo nella sala non si fosse fatto così soffocante,
così insopportabile. Nelle risposte di Togliatti tutto il filo del ragionamento
è teso a dimostrare non solo che non c’era un’alternativa, che del resto
nessuno propose, alla condotta dei comunisti durante la resistenza e nel primo
dopoguerra ma che quelle scelte ”permettono oggi di condurre la lotta per la
democrazia e il socialismo su un terreno molto avanzato”. Togliatti, rispetto
alle critiche che vengono mosse da sinistra al Partito, non fa di tutta l’erba
un fascio, distingue invece tra coloro che ‘’stanno con le brache in mano” e
coloro che ”ci interessa comprendano, conoscano, giudichino”. Il leader
comunista muore a Yalta qualche mese dopo. La situazione politica è difficile.
Il centro-sinistra comincia già allora a subire i colpi di freno delle forze
moderate e conservatrici della DC, senza però esaurire del tutto il credito e
le speranze di rinnovamento che si erano manifestate al suo sorgere. Si avvia
il progetto di unificazione tra PSI e PSDI che avrebbe lacerato non poco il
tessuto unitario a sinistra. Nelle elezioni amministrative del novembre 1964 il
PCI tiene bene avanzando ancora rispetto al 28 aprile del 1963. Anche in
provincia di Pisa i risultati elettorali sono altrettanto buoni: il PCI avanza
del £%, mentre secca è la sconfitta del PSI: meno 4%. E’ sul fronte delle lotte
che la riscossa operaia tarda a venire. Alla Piaggio la direzione effettua 230
licenziamenti nel gennaio 1965, altri 180 a luglio e altri 130 nel febbraio
1966. In questo modo decapita il gruppo dirigente e attivo della FIOM e del
PCI. Gli operai hanno paura, scioperano solo ristrette avanguardie nonostante
un lavoro in profondità condotto in fabbrica e tra le popolazioni della Valdera
e di tutta la provincia. Il 12 marzo del 1966 molti dei licenziati sfilano in
una grande marcia del lavoro da Pontedera a Pisa. In fila indiana, ognuno porta
un cartello con scritto l’età e gli anni di lavoro in fabbrica. La gente li
vede sfilare commossa e solidale ma la risposta è stata nel complesso debole:
la Piaggio ha vinto. (Meditazione su un famoso antefatto in 68 e dintorni di
Luciano Ghelli).
Z E R
O Q U
A R A
N T A
D U E
Senza alcuna ragione ragionata
le braccia e le gambe
frenetiche si muovono precise
e le mani attente, veloci, lontane
si attaccano ai pezzi
innestandoli opportunamente.
In questo non vivere
nell’ammasso di ferro lavorato
di viti e rondelle e bulloni
e trapani e chiavi e motori
il cervello diventa piombato
tenta di fuggire la realtà
nella testa disturba.
Uomini e donne protagonisti
consapevoli della fatica alienante
assorbono grammo su grammo nocività
sopravvivono ai tempi di produzione
costruiscono utilità.
-Renzo Mazzetti-
(poesie del mio autunno caldo alla Piaggio di Pontedera)
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