ACORI
sabato, 18 giugno 2011
ACORI
Gli Acori, una popolazione che vive a sud-est di Utopia,
avevano un re che era convinto, grazie a un matrimonio di secoli prima, di
avere diritto a un altro regno. I suoi sudditi cominciarono una guerra
durissima per conquistare la terra di cui il loro re reclamava il possesso.
Vinsero e subito fu chiaro a tutti che quel paese era molto più difficile da governare
che da conquistare. Vi pullulavano in continuazione germi di ribellione e
costante era il pericolo di invasioni. Di conseguenza non si poteva mai
smobilitare l’esercito, perché o si doveva combattere contro i nuovi sudditi
ribelli o si doveva difendere il territorio dai nemici. Il denaro fuoriusciva
senza sosta dalle casse dello Stato e i cittadini andavano in rovina e pagavano
con la vita l’ambizione altrui. Le condizioni di vita erano in tempo di pace
più sicure di quanto non lo fossero durante la guerra: l’immoralità dilagava a
tal punto che le persone si ammazzavano a vicenda e nessuno rispettava la
legge, dal momento che il re, diviso tra due stati, non poteva prendersi cura
né dell’uno né dell’altro. Vedendo che la situazione peggiorava sempre di più,
gli Acori chiesero al loro re di scegliere quale dei due stati volesse
continuare a governare, dato che la realtà dei fatti dimostrava chiaramente che
regnare su entrambi non gli era assolutamente possibile. Fu così che il re fu
costretto a privarsi del nuovo regno, consegnandolo ad un amico, e si dovette
accontentare del suo vecchio regno. Il consiglio migliore fu quello di
concentrare l’attenzione in casa propria per cercare di renderla più bella e
più ricca possibile. (meditazione su: Utopia di More Thomas).
[Perciò, prima di imporre ad altri la democrazia, è saggio
impegnarsi ad attuarla in casa propria, e, magari, a superarla].
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L’OMO E LA SCIMMIA
L’Omo disse a la Scimmia:
Sei brutta, dispettosa;
ma come sei ridicola!
Ma quanto sei curiosa!
Quann’io te vedo, rido:
rido nun se sa quanto!…
La Scimmia disse: Sfido!
T’arrissomijo tanto!…
-Trilussa-
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