IL BABBO BIS

 sabato, 28 agosto 2010

IL BABBO BIS

La Tramontana soffiava forte con sordo rumore intervallato da acuti fischiettii che facevano drizzare le orecchie a Tommy. Il violaceo bagliore senza tuono entrava nella stanza, intermittente come le palle dell’albero che dondolavano per il cane che nascondeva la testa dietro al vaso. Uscirai anche stasera? In sezione mi aspettano rispose alla moglie. Ma lo vedi che tempaccio si prepara? No… non pioverà… e poi non fa neanche freddo, disse il babbo mentre toglieva la testa e richiudeva la finestra. Dai… rimani a casa. Vado e… rivolto lo sguardo verso il bambino: lo faccio per lui… Si sentì il ronzio del Mosquito che partiva. La mamma prese in braccio il suo piccino e andò verso il letto. Ninna nanna ninnaooo… questo bimbo a chi lo doooo… lo darò alla befana perchè lo tenga una settimana, lo darò all’uom… sst… dorme… sussurrò. Sembra proprio un angioletto, com’è bello disse la vicina che era entrata proprio in quel momento.

 NON CREDO…
 
Non credo a un mondo senza amore,
a un mondo di pistole;
a un mondo dove l’unico contatto è
un gomito si un’auto in corsa,
o uno sguardo spezzato
da cento mani,
o una sigaretta
truccata d’ illusioni.
Ti cercherò:
tra i miei pensieri,
fra gli ultimi fiori di borgata,
tra il respiro affannato
dell’ultimo cavallo di città.
Ti cercherò:
tra i finti colori
dell’ultimo dipinto di natura,
tra il fresco respiro
di un bambino appena nato.
Ma credo ancora ad una mano
che ritrova il sorriso
di un bambino smarrito tra i tendoni
d’ una metropolitana;
credo al desiderio
d’ una foglia d’autunno
d’arrossire di verde
per il bacio di un fiore di prato.
 
-Vincenzo Riccio- effelle editrice,1987


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ELLERA BIS


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