INFAUSTO

domenica, 13 settembre 2009

INFAUSTO

Misero e politicamente squallido il signor Infausto Giorno ha smarrito la speranza nel sogno per un futuro diverso; non più lotta per una società avanzata e migliore, per un mondo di liberi ed uguali, ma posa davanti ai riflettori, seduto sullo scranno aureo dove il suo sedere diventa testa e la sua testa diventa il suo sedere; non parla più normalmente di quella specie di nuovi pensieri, che, retrogradi, sonoramente fuoriescono; nel forbito arieggiare saccente, mima la metafora dell’altro mondo possibile – dopo la vita terrena – mentre quello reale, suona falsato nella pronuncia arrotolata in lingua moscia. Poi, tutta l’eccellenza della tragedia si rivelò nell’ultima recita, difficilmente rappresentabile e impronunciabile “Dell’Indicibile” di cui Infausto Giorno è autore e attore. Sonore furono le fischiate da parte del pubblico competente; mentre ricevette lievi applausi – quasi muti – con però calde pacche sulle spalle, buffetti sulle guance dai cortigiani e dei cari sorrisi maligni del re. Fortunatamente l’autore Falce Martello a soggetto scrisse: “ Ignoranza, ignavia, tradimento!“ alle cui rappresentazioni praticamente non partecipò quasi nessuno ma, narra la novella, ricevettero poche critiche contrarie, e, a causa della famosa privacy, non fu possibile conoscere l’ importo degli incassi.

MORTE DI UN FARFALLONE
Tu farfallone che volando
attorno a quella lampadina
hai trovato il tuo sole
che implacabile ti attrae
sei felice e giri e giri
accecandoti per la sua luce
e bruciandoti le ali per il suo calore.
Il tronco del tuo corpo
mutilato di zampette e di ali
e cieco dagli occhi
cade sulla tavola
dalla quale mani noncuranti
ti spazzano via come briciole di pane
e un piede ti schiaccia sul pavimento.
E’ terminato così il ciclo della tua vita
non speso nell’aria libera
cercando le foglie verdi della primavera
e giacere poi dondolante al caldo vento
e sentire il fruscio della falciatrice
fra le voci dei contadini in mezzo al grano
e guardare così la vera luce e il vero calore.
Saresti stato felice.
-Renzo Mazzetti-




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