BUGIE

 

lunedì, 28 settembre 2009

BUGIE

Il re ha un cuore grande; mirabile è la sua sensibilità attenta agli ultimi e ai disperati; accoglie a braccia aperte i poveri e i bisognosi; diffonde la democrazia mandando i soldati migliori in lontani paesi.

IL PAESE DEI BUGIARDI

C’era una volta, là

dalle parti di Chissà,

il paese dei bugiardi.

In quel paese nessuno

diceva la verità,

non chiamavano col suo nome

nemmeno la cicoria:

la bugia era obbligatoria.

Quando spuntava il sole

c’era subito uno pronto

a dire: “ Che bel tramonto! “

Di sera, se la luna

faceva più chiaro

di un faro

si lagnava la gente:

“ Ohibò, che notte bruna,

non ci si vede niente “.

Se ridevi ti compativano:

“ Poveraccio, peccato,

che gli sarà mai capitato

di male? “

Se piangevi: “ Che tipo originale,

sempre allegro, sempre in festa.

Deve avere i milioni nella testa “.

Chiamavano acqua il vino,

seggiola il tavolino

e tutte le parole

le rovesciavano per benino.

Fare diverso non era permesso,

ma c’erano tanto abituati

che si capivano lo stesso.

Un giorno in quel paese

capitò un povero ometto

che il codice dei bugiardi

non l’aveva mai letto,

e senza tanti riguardi

se ne andava intorno

chiamando giorno il giorno

e pera la pera,

e non diceva una parola

che non fosse vera.

Dall’oggi al domani

lo fecero pigliare

dall’acchiappacani

e chiudere al manicomio.

“ E’ matto da legare:

dice sempre la verità. “

“ Ma no, ma via, ma và… “

“ Parola d’onore:

è un caso interessante,

verranno da distante

cinquecento e un professore

per studiargli il cervello… “

La strana malattia

fu descritta in trentatrè puntate

sulla “ Gazzetta della bugia. “

Infine per contentare

la curiosità

popolare

l’Uomo che-diceva-la-verità

fu esposto a pagamento

nel “ giardino zoo-illogico “

(anche quel nome avevano rovesciato…)

in una gabbia di cemento armato.

Figurarsi la ressa.

Ma questo non interessa.

Cosa più sbalorditiva,

la malattia si rivelò infettiva,

e un po’ alla volta in tutta la città

si diffuse il bacillo

della verità.

Dottori, poliziotti, autorità

tentarono il possibile

per frenare l’epidemia.

Macchè, niente da fare.

Dal più vecchio al più piccolino

la gente ormai diceva

pane al pane, vino al vino,

bianco al bianco, nero al nero:

liberò il prigioniero,

lo elesse presidente,

e chi non mi crede

non ha capito niente.

                                                                                                    

 Gianni Rodari (Filastrocche in cielo e in terra -Einaudi-)

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