ALBERT
martedì, 22 settembre 2009
ALBERT
Sedeva in un caffè e accolse, in silenzio e senza entusiasmo, l’inviato di Flocon; non voleva entrare nel governo, ma quando gli dissero che si trattava soltanto di affrontare dei pericoli: “ Sarebbe una vigliaccheria “, disse, si alzò, e andò… a farsi chiudere sulla faccia la porta dell’Hotel de Ville dove il governo sedeva. Infatti, ignoto com’era, e per di più operaio, non lo si volle lasciar passare! Per la borghesia l’operaio Albert restò per molto tempo un enigma, anzi un incubo. In provincia non si voleva addirittura credere alla sua esistenza: “ Un operaio al governo? Impossibile! “. Infatti quella scelta era stata un rospo duro ad ingoiarsi per la borghesia e l’ingresso dell’operaio Albert fu alquanto contrastato; però il suo nome fu aggiunto, buon ultimo, nella lista su proposta degli insorti, del 1848, delle barricate di Parigi. I borghesi del Governo Provvisorio trovarono un modo elegante per sbarazzarsi di Albert inventando la Commissione governativa per i lavoratori che Marx definì un: “ Ministero dei pii desideri “. Comunque, se l’ingresso dell’operaio Albert nel governo apparve cosa inaudita, la sua estromissione fu la cosa più naturale per i suoi colleghi borghesi. Bastò che la sala dell’Assemblea Nazionale fosse invasa dalla folla, perché Albert fosse implicato nella repressione scatenata dal governo e finisse condannato dall’Alta Corte di Giustizia con le migliaia di altri proletari che la sanguinosa repressione consegnò inermi alle vendette della borghesia.
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