ISOLA DI LIPARI

ISOLA DI LIPARI

Da parecchi mesi, all'isola di Lipari si va sviluppando una situazione sempre più grave e difficile per la colonia di confinati politici; ciò è dovuto principalmente al continuo arrivo di agenti provocatori, spie cadute in disgrazia all'interno e che qui cercano di riabilitarsi provocando il confinato politico serio e corretto, il quale non vuole avere nulla in comune con simili malviventi. La rivalità che da parecchio tempo esiste tra il comando del distaccamento della milizia e la direzione (ufficio di PS) diretta da un commissario, spinge questi due organi ad una gara nel mostrare capacità e zelo, gara che si risolve, naturalmente, a tutto danno del confinato. Si potrebbe dire che tra i due litiganti il terzo ne soffre.

La sera del 25 settembre 1931, veniva esposto nella vetrina di un negoziante di stoffe, all'angolo di strada Santa Lucia, un quadro offensivo, riproducente le caricature di tre confinati. L'autore del quadro è una losca figura, un certo Muratori, noto fascista di Modena. La reazione dei confinati fu pronta, e il sullodato individuo si dovette rifugiare in mezzo alla milizia, la quale si mise a schernire e a minacciare di arresto (il che fu fatto) i confinati esposti al ridicolo da quella canaglia fascista. Alcuni andavano ad avvisare la direzione e ad esporre il contegno dei militi, ma il direttore alzò la voce, ingiungendo loro di uscire dall'ufficio se non volevano essere arrestati. La mattina del 5 ottobre 1931, il provocatore B. R., spalleggiato da due suoi compaesani romagnoli, T. e P., dopo un periodo di continua provocazione, aggredirono in piena strada un giovane comunista, pure romagnolo, certo Sozzi. Per fortuna, questo giovane riuscì a difendersi e poi fuggì. Senonché il R. andò a denunciare alla direzione il Sozzi, sostenendo di essere stato da lui aggredito, denuncia che provocò l'intervento della milizia a favore del R., con le solite perquisizioni a destra e sinistra. I comunisti si sentirono presi alla gola, e affrontarono il R. alla prima provocazione che costui, insieme agli altri, spalleggiato dalla milizia, mosse contro il confinato Bernabino per pestarlo di botte. La milizia arrestò sei giovani, tra cui Bertinelli di Parma, Baltaro piemontese, Baldiseri di Bologna, compresi Sozzi e il Bernabino, e li tenne fino a notte in camera di sicurezza, dove furono picchiati nel modo più brutale. Erano talmente rovinati che cinque di essi si dovettero ricoverare nell'infermeria del carcere, mentre il Sozzi fu lasciato libero e venne portato nella sua abitazione con la schiena nera per i colpi ricevuti e con le impronte del nerbo che lo colpì per una trentina di volte. Questo giovane, che ha avuto un fratello ucciso dalle torture in un carcere del suo paese, invitò un medico del posto a rilasciargli un certificato che avrebbe usato per denunciare un tenente della milizia che ordinò la fustigazione. Ma questo medico si rifiutò, ed allora si rivolse a quello della colonia; questi rispose che gli avrebbe fatto il certificato di malattia guaribile in 15 giorni, ma lo consigliò, però, di stare attento, perché ne avrebbe prese ancora, e in più sarebbe stato denunciato per calunnia contro il corpo della milizia. Parecchi confinati si affrettarono ad avvertire le autorità del paese, ma provvedimenti non se ne presero e la direzione continua a rispondere nel solito modo, quindi il confino si trova in balia dell'arbitrio di un qualsiasi milite che ti può arrestare, portare in camera di sicurezza e farti bastonare senza nemmeno interrogarti e spiegarti le ragioni del fermo, mentre la direzione dorme o finge di dormire.

Il fermento tra i confinati è al colmo e la popolazione biasima il contegno delle autorità. Ora tocca ai nostri giornali, servendosi di queste poche righe, iniziare una campagna che possa contribuire ad aiutare questi compagni relegati e trattati peggio degli ergastolani, costretti a vivere con un misero sussidio e sfruttati da tutti, a cominciare dai negozianti, senza contare che la disciplina a cui si è sottoposti impedisce di trovare lavoro e di potere aprire spacci o fare altre cose che possono essere di conforto.

Parecchi vorrebbero rivolgersi all'autorità fuori dall'isola, ma questo non si può fare perché la signora direzione lo impedisce. Così, non rimane che un po' di speranza nella stampa, a meno che 400 confinati prigionieri e inermi non debbano affrontare un'aperta lotta con 220 militi fascisti, più il corpo ufficiali, 46 agenti, 50 carabinieri, marinai e fascisti!

(Meditazione su: Comunicato alla stampa antifascista fatto pervenire clandestinamente dall'organizzazione dei confinati di Lipari nella seconda metà del 1930, tratto da: Gli antifascisti al confino 1926-1943 di Gelso Ghini e Adriano Dal Pont, Editori Riuniti, 1971).

-Renzo Mazzetti- (Martedì 13 Giugno 2023 h.09,37)

MARTIRI RIBELLI
A Firenze la terra torna a tremare
una forte scossa di terremoto
di magnitudo cinque punto due:
Sono i nostri martiri ribelli,
eroi resistenti
del primo e secondo Risorgimento
fondatori della Patria,
conquistatori
della libertà e della democrazia
che si agitano nei sepolcri dimenticati.
-Renzo Mazzetti- (Venerdì 21 Giugno 2013)

categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.

MARZO 1991 (PDS E RIFONDAZIONE)
-Sabato 27 Maggio 2023 h.16,36-

rivedi:

RESISTENZA



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