MARZO 1991 (PDS E RIFONDAZIONE)
MARZO 1991 (PDS E RIFONDAZIONE)
(Meditazione su: “Le confessioni di un militante”. Il Tirreno di Venerdì 29 Marzo 1991, Franco Polidori intervista l'ex sindaco Renzo Mazzetti)
E' ancora sull'Aventino, in bilico. Ma sempre più vicino a Rifondazione Comunista. La sua crisi politica è racchiusa in poco tempo, da quando il PCI ha portato avanti la sua revisione. Renzo Mazzetti, ex sindaco di Montopoli, fa parte del “gruppo dei venti” che non ha aderito al PDS, promotore di assemblee gremite (l'ultima a Ponte a Egola, la prossima dopo Pasqua).
L'incontro avviene a Torre Giulia, nel circolo ARCI. C'è già la sede di Rifondazione. Chi tira le file è Riccardo Susini, ex segretario del vecchio PCI e ora coordinatore insieme a Mario Costagli.
Renzo Mazzetti sente la tentazione di aderire a Rifondazione. “Ma la scelta è importante, troppo importante. Vede -racconta- la tessera del PCI io l'ho presa nel 1964. Avevo 16 anni. La mia formazione politica e culturale è avvenuta con Gramsci e Togliatti. E ritengo che non sia stata ideologica, caso mai rivolta verso la democrazia, la libertà, la giustizia”.
Ricorda: “Il mio avvicinamento al PCI, in quegli anni, fu un contatto immediato. Sono sempre stato un operaio. Ora sono infermiere al Del Campana Guazzesi di S.Miniato. Un lavoro che svolgo con passione, al servizio degli ultimi, perché così sono considerati gli anziani. Non mi pento di averlo scelto. Ho fatto il '68 alla Piaggio, alla catena di montaggio del “Ciao”, e nel consiglio di fabbrica. E prima ancora ho lavorato ai bottali di una conceria e poi in un calzaturificio”.
“Nel 1970 sono stato eletto consigliere comunale, poi all'Intercomunale e assessore della sanità a Montopoli, successivamente nel consorzio socio-sanitario, prima che fosse chiamato USL. Sindaco lo sono diventato nell'86 e lo sono rimasto fino al '90. Dall'84 all'89 in cassa integrazione alla Piaggio, una vera e propria ingiustizia. Mi sono iscritto alle liste di collocamento, ho cercato lavoro per cinque lunghi anni. So cosa vuol dire questa attesa. Poi la possibilità al Campana Guazzesi, non mi sono tirato indietro. Perché non ho fatto più il sindaco? Quattro legislature come amministratore credo siano più che sufficienti, il sacrificio è notevole. La gente non sa, pensa chi sa che cosa, quando uno è in Comune. Lo rifarei, comunque. Non ho nulla da rinnegare, e non voglio fare adesso da concime a una quercia (del PDS, ndr). Ho vissuto le grandi lotte. Si è parlato del crollo del comunismo, ma mi chiedo se il comunismo è stato applicato veramente. Se non ci sono state forme, che conosciamo tutti, che hanno travalicato i confini del comunismo. Il PCI è stato unico e originale, ma ha pagato il dopo-Berlinguer. Nella zona del cuoio abbiamo portato avanti il lavoro, la produzione e l'ambiente. Abbiamo costruito un'alleanza con i ceti medi, in particolare con il settore dell'artigiano. Altrimenti non si capirebbe perché il PCI ha avuto sempre voti in questa zona. Mi ricordo che siamo stati anche antesignani per molte questioni. Quando ero al consorzio socio-sanitario, proponemmo la sicurezza nei luoghi di lavoro e una programmazione sul campo sanitario. Eravamo i primi in Toscana e, forse in Italia, a proporre idee nuove. Forse proprio qui nel nostro comprensorio, si è realizzata quella terza via che veniva indicata dal PCI di allora, ai tempi di Berlinguer. Il produrre senza inquinare, non solo era uno slogan, ma sintetizzava l'attenzione verso altri tipi di realizzazioni. Basti pensare all'attivazione dei depuratori, o alle battaglie sulle migliori condizioni degli operai”.
“Questioni che si sono perse per colpa del governo centrale che ha ristretto gli spazi, laddove, come da noi, si stava operando per una equità. E certe questioni si sono perdute, quando è venuta meno la tensione sociale ed è venuto fuori uno sviluppo distorto che emargina. Che ha imbarbarito i rapporti. Ha prevalso l'individualismo. Non abbiamo saputo ascoltare più l'operaio e l'artigiano. Abbiamo perso i contatti e i connotati di una politica sociale. Ma la colpa non è tutta del PCI. Chi ricorda gli anni Settanta lo sa bene. Le vicende del terrorismo, l'attacco del padronato con la fase dei licenziamenti. E' lì che non abbiamo avuto il coraggio di protestare, ne è venuta fuori una scorciatoia. Ed invece sarebbe stato proprio quello il periodo per ricostruire un programma di intervento, per il cambiamento e il rinnovamento. Achille Occhetto ha resistito meno di Bettino Craxi e di Gianni Agnelli. Anziché riprendere un cammino per la democrazia compiuta, è arrivato il PDS. E' stata data ragione ai nostri avversari politici”.
“Occhetto ha passato il guado, diventando come gli altri. Dov'è l'originalità del PDS? E le battaglie da intraprendere dove sono? La mia crisi è uguale a quella di quelli che ancora non si sono iscritti al PDS. Sono disorientati. E riunioni come quella di Ponte a Egola, servono a capire. Una discussione collettiva e ricca di partecipazione, di idee. Siamo tornati a discutere sul senso reale delle cose. E' un presupposto importante per un nuovo PCI. Lo confesso. Idealmente, sono già con Rifondazione. Ma la discussione, bene insostituibile, è giusto che continui. C'è chi ci accusa di aver indebolito la sinistra con questa iniziativa. No. Io dico che occorre superare questo aspetto. Se non aderisco al PDS, non faccio una scissione. Chi spera di rimanere comunista minoritario nel PDS, penso che vada incontro all'esaurimento. I comunisti sanno, per loro esperienza, che per portare avanti certi ideali hanno bisogno di un'elaborazione autonoma. E non di minoranza. Ecco dov'è il rischio. Fare del PDS una testimonianza, e i comunisti non sono abituati a farla, questa testimonianza”.
-Renzo Mazzetti- (Sabato 27 Maggio 2023 h.16,36)
L'IDEALEIl numero degli anni
non determinail superamento
dell'Ideale.E' l'Ideale che
scandisce anche il tempoe il tempo è
continuamente vecchio e superato.-Renzo Mazzetti- (2009)
categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.
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