TALK-SHOW
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Eccesso di tecnologia, ingegneria genetica, nucleare. Ma anche disaffezione alla politica. Piccole oltre che grandi immoralità. “Mi preoccupa soprattutto questa sorta di disaffezione, questa incapacità a concentrarsi che scorgo nella gente. In parte la creano i mass-media. Infatti, alla televisione, si citerà sicuramente questo o quel problema che corrisponde a un bisogno reale, a un problema stringente. Ma dopo due minuti “seri” ci saranno le tre ore di spettacoli del sabato sera, oppure i contenitori di talk-show. Con un effetto negativo sui cervelli e sulle menti della gente. Tuttavia l'incapacità a concentrarsi non significa soltanto che non vogliamo riflettere di più e in modo profondo. Il punto è che non sappiamo indignarci; non proviamo sgomento. Sgomento per come è ridotta Roma, per la disoccupazione dei giovani, per gli sfratti. Ci buttiamo tutto dietro le spalle. E davanti abbiamo solo un caleidoscopio di argomentini e argomentucci. Perciò sono confuso. Per cosa sdegnarmi? Per cosa appassionarmi? Certo, quelli della Resistenza erano avvantaggiati. Sapevano di dover sparare. Avevano un nemico. Oggi nessuno riesce a indicare un bersaglio preciso. Il pericolo sta proprio in questo calo d'interesse, di ambizione (intendo ambizione a migliorare); insomma oggi non c'è amore e non c'è passione”. (Meditazione su: Il futuro? Come in un film ne cerco gli indizi nella memoria di Ettore Scola in: Incontro al Duemila, L'Unità, Dicembre 1986).
PRESENTE
FUTURO
(Ricordo
da un racconto di Maya)
La
terza pagina di “Miao!” iniziava così:
“Il
futuro si nutre del passato e diviene presente”.
Il
motto di Bicefalo, vissuto nel XXI secolo, era significativo
per
esprimere la contrarietà assoluta
alla
promessa di un futuro radioso (che mai si realizzava)
fatta
dal politico disonesto per carpire il voto degli elettori.
Seguiva
la poesia:
“Il
futuro dei giovani si realizza nella qualità del loro presente”.
Per
rafforzare il concetto riportava di Marziale, Libro V, 58:
“Domani,
mi dici sempre che vivrai domani, Postumo. Ma
dimmi,
Postumo,
questo domani,
quando
arriva? Dov’è questo domani?
È
lontano? Dove si trova? Si nasconde forse tra i Parti, tra gli
Armeni?
Ormai
questo domani
ha
gli anni di Nestore o di Priamo.
Quanto
costa, dimmelo, questo domani?
Vivrai
domani?
Vivere
oggi, Postumo, è già tardi: il
vero saggio, Postumo, è vissuto ieri”.
Zampetta,
che firmava l'articolo, invitava gli umani a non farsi abbindolare
e,
soprattutto, a non delegare ad altri “illuminati” la gestione dei
pubblici affari,
ma
di partecipare in prima persona e di organizzarsi nel Partito perché,
la
politica partecipata da tutti diventava sicuramente più pulita,
con
estese possibilità di governare il presente nell'interesse generale.
-Renzo
Mazzetti-
(Martedì 28 Settembre 2021 h.10,44).
categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.
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