GIOVANNI PESCE MEDAGLIA D'ORO

GIOVANNI PESCE MEDAGLIA D'ORO

Una storia della lotta partigiana nel secondo Risorgimento è appena al suo inizio; e, quindi giunge prezioso ogni contributo di testimonianza dal giorno in cui nelle montagne si costituirono le Brigate Garibaldi e altre formazioni che condussero contro i nazi-fascisti una vera e propria guerra. Nelle città sorsero i GAP (Gruppi d'Azione Partigiana) e più tardi le SAP (Squadre d'Azione Partigiana) che portarono al più alto grado di efficacia il sabotaggio del materiale nemico, i colpi di mano contro gli impianti e i mezzi di trasporto, la punizione delle spie e dei traditori, e specialmente l'audacissima e continua azione di assalto individuale degli invasori e contro i loro infami collaboratori. Nuovo contributo di storia ci vien dato ora da Giovanni Pesce con il suo libro “Soldati senza uniforme”, che ne fu attore. Ecco la motivazione della sua medaglia d'oro: “Ferito ad una gamba in un'audace e rischiosa impresa contro la radio trasmittente di Torino, fortemente guardata da reparti tedeschi e fascisti, riusciva miracolosamente a sfuggire alla cattura portando in salvo un compagno gravemente ferito e dal martirio delle carni straziate e dal sacrificio di molti compagni caduti seppe trarre nuova e maggiore forza combattiva, mantenendo pura ed intatta la fede giurata. In pieno giorno, nel cuore di Torino, affrontava da solo due ufficiali tedeschi e dopo averli abbattuti a colpi di pistola, ne uccideva altri due accorsi in aiuto dei primi; sopraffatto e caduto a terra fronteggiava coraggiosamente un altro gruppo di nazi-fascisti che apriva intenso fuoco contro di lui, riuscendo a porsi in salvo incolume”. (Meditazione su: Testimonianza di un attore. Calendario del Popolo, Gennaio 1951). 

IGNOMINIA
(Scritta alla notizia del disegno di legge n.1360 che equipara il milite di Salò al partigiano e al militare che combatterono contro l'occupante nazista).
Lo straniero non sapeva tutto
di quei monti e di quelle colline
non sapeva tutto di quelle pianure.
Lo straniero si smarriva
nei labirinti dei centri antichi
non trovava gli sperduti paesini.
Lo straniero non conosceva quel sentiero
né il sicuro nascondiglio
dove bambini giocarono e ragazzi si uccisero.
Il fascio littorio
Salò e le camicie nere
furono barbarie e distruzione.
Antigone salvò quei neri cadaveri
dalla furia dei perseguitati assassinati
nell'aldilà dove non si perdona.
L'eterna oscurità detenga le spie
e i servitori dei tiranni dannati
nell'infernale pozzo dei traditori.
Nessun civile perdono sia concesso
al morto non uguale al morto
solo rigoroso ricordo.
Ancora sanguinano innocenti ferite
e cumuli di coscienze tremanti
testimonianze perenni
per non ricadere nell'ignominia”.
-Renzo Mazzetti- (4 agosto 2009).

categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.

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-Venerdì 24 Febbraio 2023 h.19,45-


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