AFFAMAMENTO E SCHIAVITU'
AFFAMAMENTO E SCHIAVITU'
Lo stesso spirito che ha animato le donne e gli uomini della Resistenza negli anni della cospirazione e della guerriglia induceva, nei primi anni del XXI° Secolo, a porre i temi della lotta per il riscatto dell'umiliata indipendenza dell'Italia, per la difesa della pace, contro il riarmo dei nazisti sotto le insegne atlantiche. Urgente era la ricostruzione dell'unità antifascista già sacrificata per oscuri tornaconti e affari di parte. Compito primario era illustrare e onorare la grande epopea popolare antifascista, difenderla come patrimonio comune, invece di svalutarla nelle parole e offenderla nei fatti. Albertino fa una pausa. Un grande respiro. Apre il libro che teneva tra le mani e legge: Nel triste inverno 1943-44, i bombardamenti aerei e il barbaro divieto, nelle fabbriche, di sospendere il lavoro e riparare nei rifugi durante l'allarme, costò parecchie centinaia di morti. Gli operai erano sottoposti a tutte le insidie da parte del tedesco e dei suoi servi fascisti, a cui si accodavano, quasi del tutto, i padroni, intimiditi dalle minacce naziste e avidi di trarre il massimo profitto. Nelle fabbriche, negli uffici, nelle case regnavano l'angoscia e la rabbia. Non si era protetti contro i bombardamenti, contro il freddo, contro la miseria, contro le ingiustizie. Uomini e donne erano in fermento. Si facevano strada da per tutto propositi arditi, di lotta, di opposizione, di resistenza. Responsabili di tutto erano i tedeschi, i fascisti loro alleati, e quanti collaboravano con essi alla realizzazione dei loro piani di affamamento e di riduzione in schiavitù di tutto il popolo italiano. Albertino smette di leggere e detta per il compito a casa: Studio del libro “Un popolo alla macchia” di Luigi Longo con la stesura di un breve saggio. Compagne e compagni buonanotte. (Ricordo da un racconto di nonna Teresina).
NO ALLA GUERRA!Non
s'è finito di piangere i nostri mortisotto
la terra trafitta,che
ancorala
carne si va staccando dagli scheletri.I
figli degli operai,che
stentano la vita in officina,hanno
ginocchi nudie
nodosi come ingranaggi.E
per i mutilatimancano
persino gli apparecchi di
protesi, gli ebrei sono ancora ebrei,i
negri, negri: le loro canzonilamenti
- e voi,voi
preparate una nuova guerra.Voi
non avete fame,siete
sazisolo
avete bisogno di maggiore potenzaper
continuare a vivere.Avete
bisogno del sangue freddodella
morteper
risolvere i vostri affarie
allargare il vostro poteresopra
un arido mondo di sabbia e di schiavi.Voi
sapete che i fiori,dovunque,
sono per chi lavora,sapete
che lo spazio,i
colori del cielo e dei campisono
per loro.Voi
lo sapete: è per loroche
ogni giorno si leva il sole.E
sapete che nulla ormaiv'è
per voi sulla terra.Così
volete la guerraper
chi ama la vita,per
chi vuol fare con la terrala
festa del lavoro.Bauxite,
volframio, tungstenoper
la guerra.Aerei,
camion, carri armati, arruolamentiper
la guerra.Trasformazione
delle officineper
la produzione di guerra.Piano
d'impiego di tutta l'industriaper
la guerra.Reclutamento
d'ingegneri e di chimiciper
la guerra.Partite
di materie prime,velocità
supersonica,utilizzazione
della stratosfera,operazioni
in clima freddoper
la guerra.Proiettili
radiocomandati,energia
dell'atomoper
la guerra.Febbri,
peste, cancrenaper
la guerra.Giornali
e radio per
la guerra.Le
gambe delle donne per
la guerra.Le
chiese per la guerra.Voi
non sapete più cosa fare.Voi
evocate l'abisso,credete
che dalla sua profonditàsalirà
per voiuna
rosa smagliante al di sopra dei pericoli,e
per gli altri un uraganoche
li travolgerà, cadaveri bianchi.E
tutto ciò lo fate sotto gli occhidei
popoli che avanzanoverso
la loro felicità.-Guillevic Eugene.
Categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.
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