ROMA PER LUIGI PETROSELLI

ROMA PER LUIGI PETROSELLI

Roma era la città che Togliatti definiva il terreno più adatto per l'azione “rinnovatrice e innovatrice” del partito della classe operaia, era la capitale di uno Stato che assumeva l'antifascismo non come una ideologia di parte, ma come l'ideologia del rinnovamento nazionale. Il 1947 simboleggia l'interruzione di questa fase: al punto che tutto il cammino successivo è segnato da quella mutilazione che si volle operare nella coscienza nazionale, influenzando il tipo di sviluppo non meno che l'organizzazione dello Stato, la cultura non meno che il costume. La cultura politica e, più in generale, la cultura che ha orientato o secondato il tipo di sviluppo imposto poi al paese, sia negli anni della ricostruzione che negli anni del miracolo economico, non ha mai avuto, a causa di quella mutilazione, una ispirazione conseguentemente e pienamente democratica e nazionale. Cosa poteva nascere per la capitale? La crescita abnorme e caotica di Roma è stata, così, non solo lo specchio deformato e deformante, come si usa dire, del tipo di sviluppo distorto e disumano imposto al paese, ma parte organica e funzionale di esso. Anche per questo le grida che oggi vengono lanciate si moltiplicano contro Roma dalle centrali del potere economico, ancorché cariche di messaggi di modernità, mostrano la corda e non possono cogliere il bersaglio. Gli squilibri mostruosi e assurdi di Roma e le fasce di parassitismo che ne soffocano ancora la vita non sono stati una residua palla di piombo al piede di un paese che conosceva la seconda rivoluzione industriale, ma hanno fatto da contrappunto e da detonatore alla dilapidazione di risorse materiali, culturali, umane, che ha contrassegnato tutto lo sviluppo del paese e la vita delle metropoli che questo sviluppo hanno creato. La direzione, gli obiettivi, la qualità sociale dello sviluppo, sono perciò il campo reale di un'indagine, che voglia essere attuale, sulla città né capitale né megalopoli. Il discorso sul passato e sul presente può diventare così il discorso sul futuro, perché ci richiama alle grandi mete di risanamento e di rinnovamento che una nuova guida politica e morale deve indicare con urgenza al paese. Il discorso si collega alla mancata soluzione delle grandi questioni nazionali (quella meridionale, quella femminile, quella giovanile), al processo, mancato o stentato o contraddittorio, delle riforme in campi decisivi, in primo luogo in quello dello Stato, della scuola, dell'università, dell'uso del territorio e dei servizi sociali e civili. In questo contesto, anche il problema chiave dell'assetto urbanistico si colloca in una giusta luce. Per questa via, il ruolo di Roma può essere assunto, affrontato, avviato a soluzione con il concorso di tutte le energie del paese, come una nuova questione nazionale. Passato, presente e futuro: perché oggi siamo, con evidenza, a un bivio. Pesano oggi le conseguenze di un tipo di sviluppo che non è più possibile rimettere in moto se non a prezzi di lacerazioni gravi e imprevedibili; ma l'impossibilità è soprattutto politica. Questa impossibilità non risulta rispetto ad un modello di capitale, ma deriva dal fatto che sono cresciute le forze che, opponendosi ai mali di Roma, hanno creato le condizioni per aprire una pagina affatto nuova del suo cammino. Torniamo in qualche modo al punto di partenza del discorso. Noi guardiamo al bilancio di questi trent'anni come ad un'epoca nella quale il cammino della rivoluzione democratica e antifascista avviato con la Resistenza, è stato interrotto e contrastato, ma non si è mai definitivamente chiuso. Una breccia è rimasta aperta e attraverso di essa sono passate quelle memorabili battaglie sociali, economiche, politiche che hanno segnato la vita della capitale non meno che la vita del paese. (Meditazione su: “L'altra Roma. Il nuovo che si fa strada” di Luigi Petroselli, Rinascita 19 Dicembre 1975).

IL 25 APRILE E' LIBERAZIONE E' PACE

Dittatura fascista:
Persecuzioni atroci
Sofferenze terrificanti
Guerra mondiale
Distruzioni morti.
Il 25 Aprile è Liberazione è Pace.
Carboneria Resistenza Liberazione
Partigiani resurrezione dell'onore
Patria italiano patriottismo Giustizia
Costituzione Repubblica Libertà
Unità nazionale Democrazia Pace.
Il 25 Aprile è Liberazione è Pace.
Nella Festa della Leva obbligatoria
Nella Festa dell'Esercito di Popolo
Spirito patrio unitario fraterno sacro
Festa della Vittoria e delle Forze Armate?
Festa della Pace e Festa del Disarmo generale!
Il 25 Aprile è Liberazione è Pace.

-Renzo Mazzetti- (5 Novembre 2018).

categoria: fantascienza, filosofia, ironia, poesia, dimenticanze tra le righe.

Vedi:

AFGANE TAPPE (STORIA E GEOGRAFIA) -26 Agosto 2021-


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