VIRUS PECE
venerdì, 11 dicembre 2020
VIRUS PECE
COMPAGNIA DI SUONATORI
(Ricordo da un racconto di Tirella)
“L’edificio pubblico ospita la Scuola Elementare,
la Palestra, il Consiglio di Frazione, la Casa di Riposo,
la Sede della squadra maschile di Calcio
e di quella femminile di Pallavolo,
l’Ambulatorio Medico.
Bambini, ragazzi, adulti, vecchi, malati,
tutti frequentano il grande palazzo nel centro del Paese.
Ma nell’edificio vi è una stanza da anni chiusa
che è diventata il regno polveroso del ragno
e il grande sepolcro dei Tamburi e dei Piatti,
della Cassa e della Grancassa,
delle Trombe e dei Tromboni,
degli Oboi e dei Saxofoni,
dei Fagotti e dei Controfagotti,
dei flauti e dei Clarinetti, di un guardaroba
pieno di divise di colore bianco e rosso
con i cordoni di azzurro scuro.
Nella Banda
-composta da studenti, da pescatori, da operai, da contadini,
dal bottegaio, dal dottore, dal farmacista-
tutti erano uguali,
ognuno a modo suo artista,
musico universale”.
-Renzo Mazzetti- (31 Agosto 2013)
VIRUS PECE
Prova a guidare la macchina imparziale innestando la retromarcia sulla strada della storia, ne vedrai d’ogni colore, brutte e belle. Ti stupirai, autonomo ragionerai? Coscienza e conoscenza, un poco di diffidenza con tanto spirito di fratellanza e speranza. Il mortale virus mondiale 2020 passò come tanti catorci politicanti, il terrificante nero ventennio e il cinquantennio ammantato di catrame, bianco fiore sporcato dal rilancio della criminale oscurità, ch’eppoi non ritornò nonostante il verde nero azzurro, il giallo, quello rosé pallido vergognoso, non conseguente naturale, ma grazie alla lotta dura senza paura organizzata con la fede politica dei lavoratori e degli impegnati ingegni. La politica con l’Ideale si riprese la dignità, il cervello e il cuore sincero del popolo il gradino più alto. (Ricordo da un racconto di Rita).
IL CARRETTO DI ALARICO
(Ricordo da un racconto di Vasco)
“A San Romano c’era la Casa dei Canottieri
situata a metà salita (tra San Romano Alto e San Romano Basso,
metà nel Comune di Montopoli in Val d’Arno
e metà nel Comune di San Miniato);
vicino, oltre la ferrovia, l’Arno scorreva verso Marina di Pisa;
la Casa dei Canottieri era la Casa del Popolo
con l’ambulanza e il volontario Enzo (operaio conciario)
autista infermiere generico;
c’era il Cinema di Canneto (operaio calzaturiero)
la sala utilizzata anche per ballare
con la musica di un quintetto (Gigi suonava il sassofono).
La Casa del Popolo diventò quella del Fascio
e da posto gioioso e fraterno,
divenne macabro
per le “convocazioni” e i pestaggi.
Dopo la Liberazione,
la Casa del Popolo ritornò alle sue origini:
Musica e balli con tanta allegria,
cinema con i “Cappelloni” e i “Pellirossa”
(Tutti simpatizzavano per gli Indiani).
Poi arrivò il periodo Democristiano:
Tambroni… Scelba…. la protesta…
operai assassinati nelle piazze…
e la Casa del Popolo?
Caserma dei Carabinieri!
Il compagno Alarico,
operaio Piaggio di Pontedera
(famoso per il regalo della “Vespa” a Stalin),
fece il somaro con un carretto
trasportando quanto più materiale
e attrezzature possibili in salvo
a Torre Giulia in località Angelica”.
-Renzo Mazzetti- (29 Aprile 2014)
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