VESPA VIRUS
mercoledì, 18 novembre 2020
VESPA VIRUS
C’era una volta un virus conosciuto quanto infido alla maggioranza dei telespettatori, il virus che niente aveva a che vedere con l’antico vespasiano, ma, nell’intimo più nascosto, era il testimone dei camerati criminali, e, perciò, assiduo frequentatore di condotti fognari. Vespa: Imenottero dal corpo poco peloso, scuro, con macchie gialle sul capo e sul torace e fasce nere sull’addome, uccide gli insetti minori e un gran numero di larve che porta nelle sue buche. Nidi di vespe: molestie, noie, pericoli, proteste. Invece l’Ape, sempre insetto degli imenotteri, con corpo nero rivestito di peli giallobruni, composto a segmenti, antenne corte filiformi a gomito, mandibole a cucchiaio per mordere; l’addome, nella femmina, armato nell’apice da un aculeo velenifero; produce il miele e la cera; vive in sciami fortissimi, in cui si distinguono le api aperaie, i pecchioni, la regina. Conoscere e ben distinguere è la base per non essere ingannati e beffeggiati dalla vespa di turno che i crimini nasconde, ma da sfacciata apologista narra e la dittatura fascista esalta. (Ricordo da un racconto di Maya).
UNA MOSCA MORTA
Perché una mosca morta
non suscita alcun sentimento?
Eppure è un essere
nato, vissuto, ed’ ora è morto!
Ha imparato a muoversi,
a volare, a cibarsi.
Anch’essa avrà avuto
i suoi intimi ed esterni sentimenti:
la prima emozione
nel vedere le cose,
nell’assaporare l’aria,
nel sentire i primi rumori.
La sensazione nel primo volo
diventato cosa abituale
come il camminare perpendicolare
su di un vetro di una finestra.
Ha avuto i primi timori
dalle ombre delle mani.
Ha avuto l’ultima ossessione
nel volare attorno ad una lampadina
e sentirsi attratta dalla sua luce
e sentirsi bruciare dal suo calore.
Perché una mosca morta
non suscita alcun sentimento?
-Renzo Mazzetti-
(NaturAmica, antologia – Ibiskos – Empoli – anno 2005)
VIRUS STRISCIATE STELLE
Commenti
Posta un commento