ESEMPIO GENEROSO

venerdì, 10 gennaio 2020

ESEMPIO GENEROSO

Così toccò a noi, partito della classe operaia, avere nella lotta contro il fascismo le prime vittime, versare il primo sangue. I nomi e l’esempio di quei caduti non sono dimenticati. Qui avete visto passare alcuni dei familiari loro. Toccò anche a noi, però, comprendere a fondo di che cosa si trattava, e come e perché si doveva allora combattere. Costretti alla più dura delle attività politiche, qui e nei paesi del lungo esilio, sapemmo allora educare decine, centinaia, migliaia, una generazione intera, di nuovi combattenti. La educammo nell’organizzazione clandestina, nelle carceri e nelle isole del confino, la educammo nelle terre dell’esilio, la educammo sui campi della guerra civile in Spagna e nell’azione continua, qui in Italia, per la libertà e per la pace, in difesa degli interessi del popolo e contro i piani di guerra del fascismo. E non la educammo per noi. Sì il nostro partito trovò e tuttora trova nella generazione di rivoluzionari formata a questa scuola, la linfa che più fortemente lo alimenta, ma quei quadri noi li educammo per il paese, per la nazione, per la patria, perché quando crollò il regime fascista e la patria chiamò i propri figli a schierarsi su un nuovo fronte di combattimento, ivi furono i nostri quadri, i nostri combattenti, usciti dalle carceri, tornati dal confino e dall’esilio che presero il primo posto, dettero l’esempio, e insieme ai socialisti, insieme ai militanti di Giustizia e libertà seppero compiere sino in fondo il loro comune dovere. Nel celebrare la Resistenza, grave errore sarebbe quello di dimenticare quello che il settore più avanzato del popolo seppe fare, quello che fecero gli operai di Torino e di Milano, prima scatenando gli scioperi del 1943, uno dei colpi che contribuirono a gettare il traballante regime fascista nella fossa dove doveva imputridire, e poi, con quello sciopero del 1944, che fu il più grande movimento di masse scatenate, in territorio occupato dai fascisti tedeschi, rivendicando la libertà, l’indipendenza e la pace.

INDOVINA L’INDOVINELLO: CHI E’ L’AUTORE ?

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IL 25 APRILE E' LIBERAZIONE E' PACE

Dittatura fascista:
Persecuzioni atroci
Sofferenze terrificanti
Guerra mondiale
Distruzioni morti.
Il 25 Aprile è Liberazione è Pace.
Carboneria Resistenza Liberazione
Partigiani resurrezione dell’onore
Patria italiano patriottismo Giustizia
Costituzione Repubblica Libertà
Unità nazionale Democrazia Pace.
Il 25 Aprile è Liberazione è Pace.
Nella Festa della Leva obbligatoria
Nella Festa dell’Esercito di Popolo
Spirito patrio unitario fraterno sacro
Festa della Vittoria e delle Forze Armate?
Festa della Pace e Festa del Disarmo generale!
Il 25 Aprile è Liberazione è Pace.
-Renzo Mazzetti- (5 Novembre 2018)

Vedi:

GIGANTE ROSSA





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