TEMPI COMODI

 

mercoledì, 27 novembre 2019

TEMPI COMODI

 

 

Nel democratico paradosso il lato qua e quo e quello dirimpetto recitavano il grande pragmatico parziale. La dittatura monetaria lasciava fare: le ideologie avverse erano state sconfitte e rigettate da tutte le plubblicità, i sondaggi le attribuivano uno zero virgola poco, senza domandare, a capocchia, a prescindere. Tutti tiravano dalla stessa parte. Per il potere e per l’informazione i lavoratori e la classe operaia (venuto a mancare il loro partito politico) più non esistevano. Veniva esaltata la “classe media” in ogni dove e senza alcuna analisi della sua molteplice composizione che andava dal ricco al benestante, dall’artigiano al negoziante, dall’impiegato al capo con modesti guadagni. Alleato della dittatura monetaria fu il primo periodo dell’era digitale con le macchine e i modelli artificiali, con le intelligenze e le memorie elettroniche dalle decisioni dai ritmi velocissimi; in un pezzettino del tempo di un secondo svolgevano calcoli tanto complessi quanto precisi, esatti; tutto però era mirato contro il bersaglio rappresentato dal pensiero umano; si prevedeva, con particolari meccanismi, anche chi avrebbe vinto le democratiche elezioni. Ebbene, una volta fu fatta una scoperta eccezionale quanto bizzarra, unica: per le votazioni politiche i “sondaggi” davano vincenti “quelli di quo”; durante lo scrutinio delle schede “l’ultimo rilevamento” dalle interviste alle uscite dai seggi si dava per certa la vittoria di “quelli di quo”. In base a ciò fu insediato il nuovo parlamento, e, data la grande maggioranza di “eletti” di “quelli di quo”, votò il nuovo governo “monocolore” formato, dal primo ministro fino all’ultimo sottosegretario, da “eletti” tutti nelle liste di “quelli di quo”. Ma, ecco la truffa della velocità digitale quando, dopo un poco di tempo in più, i risultati veri sancirono la netta vittoria di “quelli di qua”. Chi va piano resta sano e va lontano. Allora? Niente da fare: il nuovo parlamento nel contempo si era già insediato e varato il nuovo governo, e i nuovi “onorevoli” si rifiutarono di dimettersi e il presidente della nazione, seguace del pragmatismo, non cacciò gli usurpatori “eletti” dai sondaggi, e i legittimi votati dai veri elettori restarono fuori e gabbati. Così la falsa democrazia occidentale si tramutava in dittatura universale dall’innovativo nome pragmatico “quodemo”. Pragmatici erano anche i comportamenti sulle questioni internazionali in cui le ribellioni della popolazione contro il governo erano: “per la democrazia”, se il governo non era nella grazie dei poteri nostri; erano fuorilegge che mettevano a ferro e fuoco la città, se il governo era economicamente e militarmente nostro alleato. Due esempi tra i tanti: la popolazione manifesta contro la Cina? anche se distrugge una città è una popolazione “pro democrazia” che si ribella per i diritti umani; al contrario: se la popolazione manifesta contro la Turchia e l’America sono banditi da distruggere senza tener conto dei diritti umani perché quella popolazione manifesta contro le nazioni che sono nostre alleate militari. (Ricordo da un racconto di Tommy detto Tom).

 

SCIMMIETTA POLIGLOTTA

 

Nella culla vagiva in tre idiomi,

all’asilo parlava, non troppo bene,

già due dialetti asiatici e tre lingue,

alle superiori correttamente sei,

ma, all’università, due più due,

con la macchinetta automatica.

Tutte lingue e dialetti d’ignorante

scimmietta, a ogni prova, la banana.

Tante lingue senza capo né coda

ma tutta pancia, poliglotta smarrita,

non sa neppure dove si trova l’Africa,

e mangia le banane con le bucce.

-Renzo Mazzetti- (16 Marzo 2019)

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TOGLIATTIANO

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