NATURA DISTRUTTA E VELENI A IOSA
sabato, 31 agosto 2019
NATURA DISTRUTTA E VELENI A IOSA
“Gli uomini quando saranno padroni della forma loro propria
di organizzazione sociale, diventeran- no padroni della natura, padroni di se
stessi, liberi”. Questo concetto di Friedrich Engels che poggia tutta la sua
validità sulla vittoria finale degli sfruttati sugli sfruttatori, non si limita
alla sola considerazione economica, alla conquista sociale, ma fa dell’uomo il
vero padrone della natura prima che altri la distruggano. A qualcuno potrà
sembrare apocalittica la denuncia, che in ogni parte del mondo viene avanzata
da scienziati e studiosi, dei pericoli che l’umanità intiera sta correndo e
potrà correre se perdureranno i continui soprusi delle società a capitalismo
avanzato dove il massimo profitto non tiene in alcun conto le leggi naturali,
la salute degli uomini, la vita della flora e della fauna. Stiamo camminando a
passi spediti verso la distruzione, e denunciare questa grave situazione è del
tutto insufficiente senza interventi vasti e concreti. Le cause dei danni più
rilevanti si possono ricercare nell’inquinamento dell’aria e dell’acqua,
nell’uso di sostanze chimiche nell’industria e in agricoltura, nei
disboscamenti, le eliminazioni delle paludi, le errate conduzioni agricole.
L’inquinamento dell’aria che avviene attraverso gli scarichi gassosi delle
industrie, dei motori a scoppio, degli impianti di riscaldamento agisce
direttamente sull’uomo, sulla fauna e sulla flora. Alcuni impianti industriali
che eliminano attraverso l’aria idrocarburi, anidriti e altri veleni hanno
bruciato la flora per chilometri e chilometri. La polvere eliminata dagli
stabilimenti e dagli impianti di riscaldamento crea una patina di diossina per
le piante, per gli animali erbivori e soprattutto per l’uomo. Nelle città il grado
di tossicità dello smog sfiora i limiti di sicurezza. L’inquinamento delle
acque è a un grado ancora più preoccupante, le industrie si servono dei corsi
d’acqua per scaricare tutti i residui, il più delle volte ad alto potenziale
venefico. Gli scarichi delle città, con alte percentuali di sostanze detersive,
determinano un sovrabbondante sviluppo di alghe e piante d’acqua che tolgono
ossigeno e causano l’estinzione della fauna acquatica. Ancor più dannosa è
l’irrorazione di prodotti chimici in agricoltura a base di DDT e sostanze
analoghe. Il DDT che è stato usato in tutto il mondo in maniera indiscriminata
è uno dei principali artefici dell’estinzione della fauna terrestre. Ma oltre
il DDT (oggi vietato in alcune nazioni compresa l’Italia, ma ancora in
commercio sotto false denominazioni) vi sono altre sostanze contenute nei
diserbanti, negli anticrittogamici e in alcuni concimi chimici che mietono
vittime su vittime. Numerose e costanti sono le denunce di stragi di animali
(uccelli, topi, talpe, lucertole, eccetera) su territori trattati con queste
sostanze chimiche. Enormi danni all’equilibrio naturale provengono dalla
politica finora perseguita nel settore agricolo-forestale. I disboscamenti
hanno determinato ingenti danni, le piogge filtrate dalle piante venivano in
gran parte assorbite dalla terra e si formavano sacche acquifere nel
sottosuolo, necessarie per l’umidità dei terreni e per le scorte di acqua
potabile. Le precipitazioni d’acqua piovana sul terreno disboscato comportano
lo spostamento di terra verso i fiumi e il mare, con la conseguenza di rendere
il terreno inadatto a qualsiasi coltura e la modificazione dei letti dei corsi
d’acqua. Da qui le inondazioni durante il periodo delle pioggee del disgelo e
la completa siccità nei periodi estivi. In alcune regioni, una volta ricche
d’acqua, è ormai difficile reperire acqua potabile sufficiente, con gaudio
delle industrie dell’acqua minerale e da tavola. La morte lenta cui sono stati
sottoposti i pini di S. Rossore per l’inquinamento del mare e dell’aria è stata
valutata dagli esperti a circa cinquanta miliardi di lire e ci vogliono
cinquanta anni per ricostruire questo patrimonio. La morte lenta delle
coltivazioni arboree lungo i litorali si estende a tutta la penisola, e la
distruzione degli alberi comporta anche la distruzione degli arenili. Soltanto
per questo aspetto i danni ammontano a migliaia di miliardi. Se si aggiungono
le distruzioni del patrimonio faunistico si raggiungono cifre iperboliche.
Anche la politica degli Enti locali non ha tenuto conto di impellenti
necessità. E’ vero che i più grandi inquinatori dell’aria e dell’acqua sono le
industrie, ma è anche vero che pochi comuni hanno apparecchiature di
depurazione degli scarichi urbani e pochissimi veramente moderni ed efficienti.
Lo smaltimento delle immondizie soltanto in rari casi viene fatto con la
trasformazione in concime organico.
INDOVINA L’INDOVINELLO: CHI E’ L’AUTORE ? [un aiutino, l'anno è il 1970].
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Spiriti persi
Nell’aria dispersi
Innaturali sensi
Corpi umanoidi
Meccaniche azioni
Distruttivi macchinari
Disimparano vivere…
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