FERRUCCIO PARRI (PRIMO GOVERNO)

giovedì, 29 agosto 2019

FERRUCCIO PARRI (PRIMO GOVERNO)

UN OPERAIO COMUNISTA
Quale forza di espansione
potranno mai acquistare
i sentimenti dell’operaio che,
piegato sulla macchina, ripete
per otto ore al giorno
il gesto professionale, monotono
come lo sgranamento del chiuso circolo
di una coroncina di preghiera,
quando egli sarà “dominatore”,
quando sarà la misura dei valori sociali?
Il fatto stesso che l’operaio
riesca ancora a pensare,
pur essendo ridotto a operare
senza sapere il come e il perché
della sua attività pratica,
non è un miracolo?
Questo miracolo dell’operaio
che quotidianamente conquista
la propria autonomia spirituale
e la propria libertà di costruire
nell’ordine delle idee,
lottando contro la stanchezza, contro la noia,
contro la monotonia del gesto che tende a meccanizzare
e quindi a uccidere la vita interiore, questo miracolo
si organizza nel partito comunista,
nella volontà di lotta e di creazione rivoluzionaria
che si esprime nel partito comunista.
-Antonio Gramsci-

Ferruccio Parri, primo ministro del primo governo libero e democratico dopo la Liberazione, rappresentante del CLNAI e dirigente del Partito d’azione. Il Partito d’azione, terzo partito di sinistra, si fondava soprattutto sugli intellettuali e i ceti piccolo-borghesi, sosteneva il programma che prevedeva la nascita di una democrazia progressiva con l’attuazione di profonde riforme. Del governo Parri (21 Giugno 1945) fecero parte i rappresentanti di tutti i partiti del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN): vice presidente: Pietro Nenni (PSI); ministro degli esteri: Alcide De Gasperi (DC); ministro della giustizia: Palmiro Togliatti (PCI); ministro dell’industria e del commercio: Giovanni Gronchi (DC); ministro delle finanze: Mauro Scoccimarro (PCI); ministro dell’agricoltura: Fausto Gullo (PCI), eccetera. La partecipazione al governo dei comunisti e dei socialisti consentì di dare corso a una serie di urgenti provvedimenti diretti a ricostruire l’economia e a migliorare la situazione dei lavoratori. Diedero un notevole aiuto al governo nella ricostruzione economica i CLN e i Consigli di fabbrica. Per iniziativa del ministro comunista dell’agricoltura, Gullo, furono prorogati tutti i contratti agrari; ai proprietari fu proibito di licenziare i braccianti e di cacciare gli affittuari. Con un decreto speciale Gullo abolì il subaffitto e aumentò la quota dei mezzadri nella spartizione del raccolto. Questi decreti, pur avendo un valore limitato dal punto di vista pratico, ebbero invece un grande significato politico: essi diedero una spinta allo sviluppo del movimento contadino per la terra ma furono accolti con feroce opposizione dai proprietari terrieri che furono costretti a rispettare le leggi soltanto sotto la pressione delle masse contadine. Il ministro comunista delle finanze, Scoccimarro, elaborò tre progetti di legge: sulla confisca dei profitti illegalmente conseguiti durante il fascismo e la guerra; su un’imposta straordinaria progressiva sulle eredità e un progetto di riforma delle finanze che prevedeva la sostituzione della cartamoneta per lottare contro l’inflazione e per far contribuire in maniera appropriata i gruppi più ricchi. Questi tre progetti di legge tuttavia non furono approvati a causa del sabotaggio dei liberali e dei democristiani i quali, dopo pochi mesi, abbandonarono Ferruccio Parri e fecero la crisi di governo. (Meditazione su: Ferruccio Parri, primo ministro del primo governo libero e democratico dopo la Liberazione dalla dittatura fascista).

BULLO PUERILE E IL NUOVO GOVERNO
Chi ha sofferto, soffre e ha una età matura
[lo spirito, ci illudiamo, sia altro]
con la fortuna di una memoria
e di una vispa analisi logica,
nelle capanne è il saggio,
ma nelle metropoli è un pezzente,
un emarginato perseguitato.
I giovani non sono riflessivi?
Ma, chissà, però, molti sono in gamba
più di quella stagionata.
Bullo e Puerile, vice primi ministri,
ministri e capi di due partiti opposti,
firmatari di un Contratto,
formarono il governo degli Incompatibili.
Purtroppo Nordico Sceso, detto,
secondo le situazioni:
civettone o la volpe della Padania,
per l’eccessivo protagonismo
e per le azioni gravissime da bullo commesse,
fu colpito dalla Sindrome del Burn-out;
allontanato e preso in carico dal Prof. Conte,
non si interessa più del governo della nazione,
ma si diverte a fare solamente il Capo del suo partito,
recuperando normalità e benessere.
Invece Puerile, che non si cura,
perché ancora non ha preso coscienza
della sua gravissima condizione,
continua a comportarsi come sempre
e vive in stretta associazione con Bullo
(come se ci fosse ancora Bullo).
Puerile, con grande danno per se stesso
e per la nuova situazione che si è determinata,
si è intestardito di continuare a fare il vice primo ministro
e ministro di importanti dicasteri. E’ chiaro che i suoi amici,
prima di essere costretti ad usare la camicia di forza,
sperano in una rapida presa di coscienza, e che Puerile,
colpito dalla Sindrome della Simpatia,
aggravata da grave Simbiosi nostalgica,
si ritiri, affidandosi con fiducia
ai trattamenti del prof. Conte
che lavora per il varo del nuovo governo.
-Renzo Mazzetti- (28 Agosto 2019).

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