VINO TREVI RUBLI

 

venerdì, 12 luglio 2019

VINO TREVI RUBLI

Dalle mie parti adottive venuto su con la piena dell’Arno, prossimo al municipio, il vino in tavola è il massimo per spuntini e trincate. E trinca trinca buttalo giù con una spinta e vedrai che bella festa, la medicina del mondo in rovina tu vedrai è questa qua… nella televisione cantava non mi ricordo chi. Comunque, la bottiglia ha l’abbocco giusto per l’inverno e per l’estate, ma la cosa certa per me è che il rosso è sempre universale a temperatura ambiente, ottima quella di cantina, ma munto fresco a mo’ di puppa del vecchio, aumm… umm… Comunque, c’è chi diceva che si mangiavano i bambini e i cavalli cosacchi s’abbeveravano nella Fontana di Trevi, che i mangiapreti facevano le sale da ballo nelle chiese. Poi venne non ricordo quale numero di Repubblica, la Lira non c’era più, ma prima s’era dissanguata per acquistare il salato Euro, mentre la grande Russia, si vociferava, rublava a più non posso, come se i nordici nostrani avessero un grande valore. (Ricordo da un racconto di Vasco).

 A FANTINO
 Ed è il buon sangue
che la madre terra dona
tramite la tua vigna
al mio corpo percorso
dalle infinite vene rigonfie
come i fiumi nati dai monti.
Vi può svolazzar
la triste gonna nera
d’un fantasma popolare
senza offuscar quel sole
ivi racchiuso nella vite
che a stilla a stilla
riempie il bicchiere,
scende per la gola,
invade la pancia col suo calore
e l’essenza vola alla testa
tessendo i pensieri
pronunciati in parole
con le quali
anche un contadino
diventa avvocato.
Non lodo il tuo vino
per se stesso
ma la tua terra.
Amala, coltivala e curala
ed essa tutto ti ridonerà
con grazia genuina e compiacente
perché è come una donna.
-Renzo Mazzetti-
( Biblioteca del Convivio Letterario Vol. 44° anno MCMLXIX DIC. )

Vedi:

 TIRO AL PICCIONE


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