BILANCIA TOGA COLORI (BELLE E BALLE)
giovedì, 6 giugno 2019
BILANCIA TOGA COLORI (BELLE E BALLE)
Strapotere, politicizzate, loggiate e aggruppate,
privilegiate, intrecciate tra politicanti e affaristi? Autogoverno e
indipendenza, possono essere messe in discussione? Ma chi sa, su toga bilancia
colori, se ne sentono dire di belle e balle. Magistratura e Csm hanno
costituito uno dei pochi punti di tenuta del sistema istituzionale, in grado di
introdurre elementi di freno al degrado della vita politica e istituzionale e
della convivenza sociale. Non possiamo semplificare drasticamente e in senso
autoritario il sistema istituzionale, riducendone la complessità e il carattere
pluralistico, con l’obiettivo di concentrare intorno ad un ristretto vertice,
l’esecutivo e i vertici bicolorati, la maggiore misura di un potere privo di
controlli. Non è possibile ricondurre magistratura e Csm sotto il controllo
politico del governo e, anziché la camicia nera della funesta memoria di
Tribunali speciali, mettere quella dei bicolori attuali. Il giudice non è, né
può tornare ad essere, la voce attraverso la quale si esprime senza mediazioni
la volontà astratta del legislatore; e neppure un organo burocratico, apolitico
in quanto subalterno. Intesa in senso forte, e non come sinonimo di deteriore
partiticità, la politicità del giudice è anzitutto un fatto storico, comune a
tutte le società mature di capitalismo e mercato, per effetto di processi
normativi e sociali da tempo rilevati dalla cultura giuridica contemporanea. La
questione morale è centrale, la legalità è ancora un obiettivo da conquistare,
la patologia sociale assume dimensioni di enorme densità e rilievo, l’intreccio
tra politica, affarismo e delinquenza è sempre più complesso. In queste
condizioni, l’esercizio della funzione giurisdizionale diviene fisiologicamente
fatto “politico”, a volte di portata dirompente. (Ricordo da un racconto di
Tirella).
superbioso e iracondo,
Dopo di me – gridava
-verrà la fine del mondo!
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