INCHIESTA GIORNALISTICA ANTIFASCISTA

sabato, 11 maggio 2019

INCHIESTA GIORNALISTICA ANTIFASCISTA

I rigurgiti di squadrismo fascista, con i loro tradizionali connotati di violenza, costituiscono un problema politico di grande attualità. E’ una realtà che sarebbe vano nascondersi poiché esiste. Ed è un pericolo, un cancro da combattere con grande fermezza. Così scrive “Miao!”, e poi prosegue: per adesso basterebbero a stroncare il pericolo micidiale due sole cose: a) l’applicazione puntuale della legge; b) il totale isolamento politico delle propaggini “legali” che i neri hanno attraverso i vari movimenti e le aperte simpatie di personalità. Ma ciò non avviene. Occorre ripristinare l’ordine morale e politico, salvaguardare la democrazia. Perciò “Miao!” promuove un’inchiesta giornalistica antifascista di documentazione e denuncia della violenza fascista. A tutti i nostri lettori chiediamo di segnalarci: Atti di violenza squadrista di qualsiasi tipo. I nomi e cognomi di chi commette questi atti. La segnalazione di gruppi, associazioni, movimenti anticostituzionali. Episodi di collusione. Copia di materiale di propaganda di apologia del fascismo e di odio razziale. Documentazione fotografica del teppismo neofascista. La Patria italiana, la libertà e la democrazia hanno bisogno (prima che sia troppo tardi) della partecipazione attiva di tutti i cittadini. “Miao!” lancia l’allarme, attiva la vigilanza democratica e fa il proprio dovere patriottico, ogni cittadino amante della libertà, faccia il proprio. Cittadini, teniamo alto il Tricolore italiano del primo e del secondo Risorgimento. (Ricordo da un racconto di Tirella).

PRIMA DI TUTTO VENNERO A PRENDERE GLI ZINGARI
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti
e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me
e non c’era rimasto nessuno a protestare.
-Brecht Bertolt-



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