CHIESA E POPOLO
martedì, 28 maggio 2019
Preludio personale: La religione è il singhiozzo della creatura oppressa: è il senso effettivo di un mondo senza cuore, come lo è lo spirito di una vita senza spirito. Essa è l’oppio del popolo. Così già scriveva l’immortale Marx. Poi, un cattolico democratico, il grande Alberigo: E’ importante parlare di cristiani e società e non di rapporti fra Chiesa e Stato, proprio per sottolineare che è finita nella realtà delle cose ogni contrapposizione o accostamento di due termini che sembravano un tempo indicare realtà ben delimitate e distinte tra loro. Certamente il Vaticano II con la felice affermazione della chiesa come popolo di Dio in cammino consente di percepire il senso vero del coinvolgimento storico dei cristiani in una società che non è più una cristianità come era stata per secoli. Per questo si va facendo sempre più serrato il dibattito tra chi sostiene che tuttora i cristiani sono portatori di una civiltà, di una cultura, di un disegno politico o più largamente sociale dedotti dalla fede e che hanno bisogno di strumenti socio-civili per esprimersi, e chi invece ritiene questo un ciclo ormai storicamente chiuso e propone ed esperimenta un coinvolgimento storico totale nelle culture, nelle strutture esistenti, dove giocare con gli altri uomini il proprio destino in libertà e responsabilità di scelte. La testimonianza del cristiano è in questo caso fedeltà ai valori essenziali e primari come la giustizia e la pace e soprattutto annuncio del messaggio di salvezza del Cristo morto e risorto, segno di speranza per gli uomini di tutte le epoche, di tutte le latitudini e di tutte le ideologie, culture e strutture politiche. (Meditazione su: Cristiani e società di Giuseppe Alberigo).
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