ROCCIA LICHENI CLIMA

martedì, 26 febbraio 2019

ROCCIA LICHENI CLIMA

Introduzione. Toro Seduto: Quando l’ultimo albero sarà abbattuto/ L’ultimo fiume avvelenato/ L’ultimo pesce catturato/ Soltanto allora ci accorgeremo/ Che i soldi non si possono mangiare. Svolgimento. La roccia originaria della montagna, per effetto dell’alternarsi del caldo con il gelo, del vento, dell’acqua, dei ghiacciai, si rompe, si frantuma in pezzi più o meno grandi, formando i depositi di detriti che si vedono ai piedi delle pareti rocciose; l’azione dell’acqua e degli altri fattori, frantuma il detrito in pezzi sempre più piccoli. Il detrito non è ancora un terreno fertile, ma comincia a possederne in misura assai limitata alcune caratteristiche: esso è in grado di trattenere l’umidità, se non in permanenza, perlomeno per periodi sufficientemente lunghi, e quest’acqua ha un discreto contenuto in sali nutritivi, provenienti dalla decomposizione delle rocce. Alcune piante, particolarmente i cosiddetti licheni, che si vedono formare chiazze dai colori vivaci sulla roccia, e alcuni batteri, possono già vivere, date le loro scarse pretese, in questo ambiente, e danno l’avvio al processo della vita organica. Con la loro morte queste piante formano i primi accumuli di materia organica in decomposizione, su cui possono attecchire piante con pretese maggiori. Queste piante sono generalmente alberi, in particolare le cosiddette conifere, pini, abeti, alberi vari; sono queste piante già molto evolute e complesse a differenza delle prime; esse hanno necessità nutritive maggiori, ma la loro stessa complessità le mette in grado di soddisfarle. Con le radici profonde e sviluppate esse vanno a cercare l’acqua e gli elementi nutritivi nelle profondità del detrito, e fino negli anfratti della roccia. La foresta si sviluppa rapidamente e rigogliosamente. La foresta agisce profondamente sui fattori della formazione del terreno fertile; agisce sul clima, proteggendo la Terra dal sole, e dal freddo, e impedendo così sia il riscaldamento eccessivo, e quindi anche la rapida evaporazione dell’acqua, sia il congelamento del terreno, creando cioè un ambiente ad umidità e temperatura abbastanza uniformi; agisce sul regime dell’acqua, rallentando la fusione delle nevi in modo da dare al terreno il tempo di assorbire l’acqua di fusione, senza che questa scorra via in ruscelli come avviene nei luoghi scoperti, e formando con i residui di foglie e rami caduti uno strato soffice e spugnoso in grado di trattenere forti quantità d’acqua; impedisce l’erosione, consolidando il terreno con le radici; agisce sul contenuto in materie nutritive del detrito, accumulando alla sua superficie con i residui delle piante morte, delle foglie, dei rami caduti, le materie nutritive che le radici hanno tratto dagli strati più profondi; crea cioè uno strato superficiale molto più fertile del detrito primitivo, strato superficiale che si avvia già a diventare un terreno fertile. (Meditazione su: Roccia e vita).

Premessa. La formazione economica e sociale dominante del capitalismo, non solo accentua lo sfruttamento del lavoro nelle forme esasperate, non solo ha esaurito la funzione di progresso, ma nel suo tramonto degenerativo trascina l’intero mondo, deteriora il sistema ecologico, agisce con il cinismo di chi si ritiene la massima espressione dell’unico sistema economico, senza alcuna valida alternativa più avanzata.

IL NABABBO IGNORANTE
C'era una volta un ricco
che non mandò suo figlio all'università.
Io, diceva, sono stato bene e ho fatto tanti soldi
e sto bene e mi godo la vita,
e non mando all'università mio figlio
perché non ce né affatto bisogno di sapere tante cose
per me tanto inutili quanto dannose.
Io non ho studiato e faccio una vita da nababbo.
Il nababbo ignorante,
chissà quanta dignità avrà venduto,
avrà comprato, avrà venduto e avrà comprato,
quanta gente avrà spremuto e ingannato
sul mercato della bassezza della propria ignoranza.
Quel nababbo ignorante e cattivo
ha solo una vera fortuna:
spirito e coscienza nascoste sotto le suola.
-Renzo Mazzetti- (Venerdì 15 Febbraio 2019).

VEDI: POPOLAZIONI  ALLOGENE E COLONIALI





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