MIRAGGIO (LIBRO QUINTO) Poesie di Renzo Mazzetti
venerdì, 21 dicembre 2018
MIRAGGIO (LIBRO QUINTO) Poesie di Renzo Mazzetti
(San Miniato -Volterra, anni 1998 - 1999).
GRAZIE MARZIALEStamattina la lettura di Marzialem’ha dato uno speranzoso consiglio.Ei dice: “e i dolori che lacerano il cuore,non essere troppo amico di nessuno:Meno godrai, e meno penerai”.Ed io ti penserò di meno:Alleggerirò la mia pena.
DISAVVENTURA
Ho voluto togliere la presenza
ritenuta spiacevole
addirittura offensiva.
Ho fatto di tutto.
Per piacerle
anche acrobata
sul filo della passione
salti tripli mortali
tuffi dal Monte Serra
in una pozzanghera di Pisa.
Non ci sono riuscito.
Pazienza!
Soffro e soffrirò
per quanto ancora non so.
Prima o poi
anche questa disavventura
passerà
trascinata via dalla piena
di un’altra travolgente passione?
E allora metterò la tua immagine
nell’intimo mio magazzino
delle disavventure
delle amarezze
delle delusioni?
BOLGHERI
Oh! Quanta Luna
tonda e bianca
grossa grossa si appoggia
sulle punte degli alti cipressi.
Bolgheri di notte
ammiravamo un posto nascosto.
Scomparso reciproco timore
un po’ di gioia appare
in confidenza sguardi
nel buio lumini ansiosi.
E fu mia speranza
volontà tua di conoscere
entrare nella galleria
dove non finivano quei cipressi?
Vivevo ogni attimo
nella scoperta d’ogni palpito
e le nostre sensazioni
quelle che fantastico
e quelle che rivivo
non hanno avuto seguito.
Nel ritorno chissà perché
avevo preso per Volterra.
Ora sono in casa a San Miniato
ai fornelli alle due di notte:
Spaghetti allo Zafferano
bicchier di vino rosso.
La colpa di quest’appetito
è della Zuppa di Bolgheri
c’ha fatto d’antipasto.
Non sono come Lui
ma da me s’emana
un alito da poeta.
Nella velleità
del parlarti ancora
questa scrittura.
Grazie a te per la gita
al mare di Cecina.
Nella speranza
che tu mi chiami
accendo il cellulare
e vado a dormire.
E rivedo Bolgheri:
Conto i cipressi.
Assaporo labbra salate…
PRIMO ALBERO
Correva nella prateria
Cadde fulminato
Non fu nutrimento
Dalla frana sepolto
Putrefatto divenne concime.
Le ramificate corna
Prime sembianze di un albero.
NELL'ATTESA
Quanti moscerini
al tramonto volteggiano
bassi bassi tra le fronde
tra l'erba e tra i fiori.
All'orizzonte
il sole più non c'è
ma ancora è chiaro
e vedo uccellini
e sento il cinguettio:
Si chiamano festosi
con il loro idioma.
Il verde fogliame
si muove a flotti
e il vento suona
con note basse
a me sconosciute.
Sullo scosceso delle colline
nel lavorato tra gli ulivi
vicino ad un cipresso
due grossi cavalli
agitano continuamente le code
e scuotono repentini le teste.
CAREZZA
Ho voluto togliere la presenza
ritenuta spiacevole
addirittura offensiva.
Ho fatto di tutto.
Per piacerle
anche acrobata
sul filo della passione
salti tripli mortali
tuffi dal Monte Serra
in una pozzanghera di Pisa.
Non ci sono riuscito.
Pazienza!
Soffro e soffrirò
per quanto ancora non so.
Prima o poi
anche questa disavventura
passerà
trascinata via dalla piena
di un’altra travolgente passione?
E allora metterò la tua immagine
nell’intimo mio magazzino
delle disavventure
delle amarezze
delle delusioni?
Oh! Quanta Luna
tonda e bianca
grossa grossa si appoggia
sulle punte degli alti cipressi.
Bolgheri di notte
ammiravamo un posto nascosto.
Scomparso reciproco timore
un po’ di gioia appare
in confidenza sguardi
nel buio lumini ansiosi.
E fu mia speranza
volontà tua di conoscere
entrare nella galleria
dove non finivano quei cipressi?
Vivevo ogni attimo
nella scoperta d’ogni palpito
e le nostre sensazioni
quelle che fantastico
e quelle che rivivo
non hanno avuto seguito.
Nel ritorno chissà perché
avevo preso per Volterra.
Ora sono in casa a San Miniato
ai fornelli alle due di notte:
Spaghetti allo Zafferano
bicchier di vino rosso.
La colpa di quest’appetito
è della Zuppa di Bolgheri
c’ha fatto d’antipasto.
Non sono come Lui
ma da me s’emana
un alito da poeta.
Nella velleità
del parlarti ancora
questa scrittura.
Grazie a te per la gita
al mare di Cecina.
Nella speranza
che tu mi chiami
accendo il cellulare
e vado a dormire.
E rivedo Bolgheri:
Conto i cipressi.
Assaporo labbra salate…
Cadde fulminato
Non fu nutrimento
Dalla frana sepolto
Putrefatto divenne concime.
Le ramificate corna
Prime sembianze di un albero.
NELL'ATTESA
Quanti moscerini
al tramonto volteggiano
bassi bassi tra le fronde
tra l'erba e tra i fiori.
All'orizzonte
il sole più non c'è
ma ancora è chiaro
e vedo uccellini
e sento il cinguettio:
Si chiamano festosi
con il loro idioma.
Il verde fogliame
si muove a flotti
e il vento suona
con note basse
a me sconosciute.
Sullo scosceso delle colline
nel lavorato tra gli ulivi
vicino ad un cipresso
due grossi cavalli
agitano continuamente le code
e scuotono repentini le teste.
Ho gettato lontano
la presunzione e l’orgoglio
la gelosia e l’egoismo.
Sarò dolce miele
tenero fiore.
Aspetterò timido
leggera farfalla
tua mano nella carezza.
la presunzione e l’orgoglio
la gelosia e l’egoismo.
Sarò dolce miele
tenero fiore.
Aspetterò timido
leggera farfalla
tua mano nella carezza.
ARRIVEDERCI?Ho passeggiatoin riva al mare.Viareggioun po’ consolaquesto cuore vizzoper la tua lontananza.Risponderai domanicon quella tua vocinache tanto mi fa tenerezza?Sarà ancora possibilevederti?Parlarti?Un po’ mi illudoscrivendo questa letteraspero da te graditainviando un salutocon sofferenzae tanta speranza.
S E N O N S A ICantar di gioia e d’amoreintimi felici sofferenti passioniche fan vivere come esseri umaniche fan sentire il bisogno d’esser vicini.Sapere che la pensisentire che ti pensae se pur lontaninon sentirsi mai tristi e soli.Ma quanta pena mi daise tu non conosci passionese tu non sai soffrire.Ma quanta pena mi daise non sai cercare l’amorese non sai dare e ricevere piacere.(Volterra, 6 Settembre 1998)
MIRAGGIOContinua la lontananzaIl mio deserto avanzaNel primo miraggioM’appari sbocciandoDalla foriera della piazza.
SOGNO SOGNANDOCome sarebbe bellocamminare nel boscoassaporare così i profumimischiando così gli umoricogliere così quei fiori.Sogno sognandocon te accanto.
RAGAZZA NUOVAHai scrittoun’altra poesia?Domandò la Musa.Adornata dai capellitrasmette irrequietezzadi una naturadove si perde l’animodove i sensis’inebriano del profumodove le manicercano mani.
LA VERGOGNACamminavamo gioiendodi tutto il circondarioe tutto ci era amico.Tutto naturale e verodolce e buono.Anche noinaturali e vericamminavamo per i sentierinei nostri bei boschi.La vergogna non esistevaed io vedevo e non vedevoe tu vedevi e non vedevi.La scoperta del piacerevenne a poco a pococon lo scoprireche anche dai nostri cuoriscaturivano i messaggidel silenziosenza alcuna vocema d’un linguaggioquello universaleumano.E tumia novella Musanon temere vergognache è soltantoun’invenzione del peccatoe della ipocrisia inumana.
GUARDAMIGuarda la lucedel Sole che tramonta.Guarda la luce riflessadalla Luna che sorge.Guarda quei luminidelle luccioleche si accendono e si spengonomentre si muovono silenziose.Guarda quella lucedal colore indefinibiledel bruco che strisciasopra la foglia verdenella calma e tiepida notte.Guardamisono a te vicino.Senti che desideroun semplice lieve bacio.
EPISODIOVedevo le luci di Volterrache distesa lassù in altoappariva come nostra patronaassistendo al nostro incontrodonando calma e sicurezza.Oh! Quali ingenuitàoserei dire infantilisi accavallano nei pensierinella ancor precoceconoscenza tutta cerebraleenormemente intensama stranamente tanto vera.Niente di concretoma celestiale e veropareva di sciogliereil mio intimoin dolcezza infinitain goccia gocciae sparivanobriciole di estraneitànelle reciproche confidenzenell’unico incontroirripetibile episodionostro segreto.
UMORINon contar le stelleCanta le stelleGuarda le stelle.ImmaginareCon fantasiaImmaginiSenza ragioneSenza ragionamentoCon cuoreL’impulso.CostruisciUn ponteFantasticoSenza inizioNé termine.EccoL’irrealeSognoSorrideNell’abbraccioStretto strettoSete d’amoreLiquido piantoPalpito ansioso.
SECONDO MIRAGGIODa Marziale e da Platoneda un albero di ficodalle macchie di rovocolgo per mente e corpi mieifrutti nutrimento incompleto.Per gli Epigrammi argutiper i dialoghi profondiper i fichi verdi gocciolantiper le more nere saporitesi distrae la realtàsi svaniscono i pensieri.Nel secondo miraggio percepisco:rami flessuosi fini silenziosi,stringenti braccia tenere carezzanti,musica d’ innumerevoli invisibili cicale,ronzii di api orchestra di violini naturali …Improvvisa fitta dolorosa di una spina,sputo l’ amaro acre di una foglia!
SOGNOQuel troncopersonale d’un alberoparticolare femmineocon veste esternafatta d’ederacome indumento intimodona al tattosensazioni uniche.Come immaginisenza vistasenza fantasianell’abbraccio del sonnoappaiono nel sognopiacevoli visioni campestriirrequiete sofferte passioni.
TI ASPETTOTrilla il cellularenel tardo pomeriggiodel sabato afosoinutile dirmi il nomela tua voce rivela l’identità.Il pensiero tristela preoccupazionel’apprensionescompaiono all’istante.Vorrei dirtiche mi manchi tanto.Che vorrei con teritornare sullo scoglioa sentir lo schizzo del mare.Che vorrei con tepasseggiare nel boscoosservare la naturacogliere fioriassaporare l’aria profumata.Che vorrei con teosservare il tramontocommentarne il coloreche permette fissare il Sole.Che vorrei con teriammirar le stellee vedere che forme assume la Luna.Che vorrei con teguardare il paesaggioche si trasformapei cangiamenti del cielonegli avvicendamentidel giornodella nottedell’albadel tramonto.Vorrei dirtiche mi manchi tantoma stringo i denti e taccio.Spero tanto ti piacciala nuova vista e l’ariache lo spirito depuri e ricarichi.Quando ritorni?Non lo chiedo.Mi manchi tanto.Arrivederci spero a prestoe impaziente aspetto.
ATTESAL’ultima tua letteranon asciuga la feritaanzi la ravviva!Seppur lontanii ricordi non eliminanolontananze di tempi e luoghi.Non valgono sentimenti e volontàquando il desiderioimperioso reclama vocesguardi e calore.L’ansia non abbandonal’indomito che ancora sperache il tempo veloce trascorra.Riascoltare voce sì carache si sente senza parolenell’inconfondibile melodia.Attesa del momentoper sapere della conoscenzase valeva tanta torturanel doloroso brontolìodel sensibile profondo.Nella notteil concerto dei grillimi aiuterà a trovarequel sonno ristoratore?
MANINAChe bella poesiaha scritto staseraquella tua maninadolce e delicatasimpatica e maliziosa.Che bella poesiahanno letto le tue labbracon quei versettitimidi ma profondi.Seguivo la Lunaindicatrice ignaraparzialmente copertada veli bianchi e scuridi aria nuvolosa.Col suo coloreinsolitodi sbiadito arancionemancava di un quartodella sua rotondità.Si muovevaquando alla mia destraquando alla mia sinistrama sempredavanti a meappariva sicura.Ma non apparesicura la mia metanella ricercadella tua felicità.
SENTIMENTICervellocuorepassione:Triademiscela esplosivagioisconosoffronoessenzenaturalivitalitàenergie.Sentimentidel corpoch’è un’anima.
PASSIONEParla con gli occhie lo sguardo rivolto in alto.Borbotta strabicoparlando di un beneche speranzoso osava ambirea divenire unico amore.
ALLA MERCE’La notteè parte del giornoche si distingueperché cambia colore.Dal chiaro allo scuroper il numero delle oredalla indeterminatezzadel firmamentol’uomo distruggeil naturale con l’artificiale.Per paura dell’infinitoha inutilmente definitoed è ancora schiavodell’umano egoismo.La spensieratezza gioiosaè miraggio.L’intelletto dell’artela conserva del naturaleancora a venire. Hanno inventatolo sviluppo compatibilema per chi e per che cosa?Compatibile per l’ingordigiacertamente.Tristezza e delusionelavorìo inutilestress freneticomercato imperantefan tutto merceesclusa teche sei un angeloterrestre naturalmente.E ancoranon comprendo ma percepiscoche sei unica rara ragazza.
PENANon so ancorase nella tristezzanella apprensionenel ritornaretroverò la pace.Non conosco serenitàe la penadi questa passionefa gli occhi inumidire.Mi piacerebbe aver coltocolmo di rugiadaquel tuo fiorenon ancora sbocciato?Mi piacerebbeche tu cogliessi un fioreda tenere con mefino ad appassire.Quante premurequanto timore.Ma tudimminon senti qualcosa?Qualcosa che ti attraeti affascinati incuriosisce?Dimmite ne supplico.Dimmiho bisogno di sapere.Non mi bastanoi tuoi non so.Non mi bastanole tue ritrosie.Non mi basta il tuo: Basta!I tuoi misteri mi fan soffrire.
PROFUMOCom’è bellocamminare nel bosco.Io vedopiante e fiorileine dice i nomi.Meravigliaper l’olfattotutti i profumi.Per l’uditomeravigliatutti i rumori.Sono musicaper animi sensibili.Sinfoniadi arte eccelsanaturalenaturalmenteascoltatenel sublimeassaporate.Ma esisteun profumoche m’inebriami stordiscemi esaltam’ingioisce l’intimoed è il tuounicoinconsueto.SINTESI [17 Settembre 1998]
Stasera
ho ripercorso
come
turista curioso
quei
luoghi vicini
eppur rimasti sconosciuti.
Scoperti
per sua grazia
ricercati
di nuovo
nel bisogno di rivedere
il
proseguire dell'esperienza
che
al mio intimo ansioso
dona
inusitata speranza.
Rimirar
il paesaggio
con
nuovi occhi scoprire
dell'intatto
etrusco
dalla
modernità distrutto
dalla
insensibilità
decaduto
dimenticato.
Trafigge
la bellezza naturale
il
raffigurar di ruderi
famosi pel tempo trascorso.
Come
l'ignorar d'un palpitare
del
cuore natio che vuole
vivere insieme passato-presente-futuro.
E'
il canto
dell'amore
incompreso
questo?
Non
so.
Perch'ella
ricerco
volteggio
apparir fantasma.
Principe
ogni-presente
ombra
invisibile percepito
in
inspirito gioirne vicino.
Ah!
Donzella castellana
nel
nostro bosco fantastico
camminiamo
misteriosi.
Ma è un sogno finito?PASSIONI
Principi di nuova vitaricercar testardo la compagnatravolto dall’umane passionitrepidante paladinom’ergo verso il trimillennioindefinito periodo passato-futuro.Quale àncora s’inabissaancora nel profondodell’alto cielo costellato?Se non come ricercadi certezza d’un benenel vivere le sensazioniterrene di nostre bellezzedonandoci piacere?Membra e organiche pulsano insiemenell’abbandonare solitudininel raggiungere felicità?Dove sono quelle animese non racchiuse nei corpinostri?E si unisconoscoprendosi passioni?
AMPLESSOFemmina e maschiocelestialmente congiuntiin inspirito nel cuor profondoin innesto semplice naturalecome natura nostra volle.Nell’incastro movimento spontaneogermogliar di essenze d’umoriconcreti testimoni armoniosiche fan tanti misterinel perir nell’attimonel resuscitar da vivi.
CINQUE LIBRI DI FILOSOFIAUn tesoro inestimabileha voluto darmi in donoquella signorinainsegnante novantaduenne“Leggi Platone”.Il Suo non fu invitoma perentorio ordinecome ad uno studenteda preparar lezione.Capitata nel nostro San Miniatos’è rivelata subito unica.Ha creato sconcertoper sua culturaper carattere nel voler esseresempre e comunque umana.Dotta e perspicaciel’ho percepita nel parlarenegli sguardi nei gestinel muoversi a punto interrogativoimmagine della sua minuta persona.
A TEMai era successoche il conoscereuna ragazzami facesse tanto soffrire.Soffroper la lontananza.Soffroper la vicinanza.Presentein ogni mio pensierocome angelo custodecattivaquesta conoscenzami tormenta.Mai era successosoffriredi mente e cuoremaiperché?La chiave di ogni soluzionepenso sia quelladi dare amore e passionee nel ricevere niente.Per questooffro un piccolo donoper me significatodi grande “presente”affinché sia compresocome simbolo si donala chiave d’una cittàio a lei donola chiave del mio cuore.
CARISSIMA MUSACredo di aver capitocercherò di essere me stessosicuramente ti piaceròsarà bello stare vicinisarà emozionante vedereassaporare la naturasarà unica e raral’arte che costruisceil nostro amore.Per questotento un po’ di rimedioalla distruzione del passatodonandoti “La poesia strappata”.San Miniato, 19 Aprile 1998:E’ mattinafai la docciaed io vorreiessere quell’acquache scorre dai capellifino ai piediaccarezzando tutta la tua personabella di ballerina.
VADO VIACome è umiliantefuggire dalle ingiuriedalla derisione.La testa rasataallevia dall’afama le parole come macignisi abbattono su di me.Non riesce a sostenereil mi fa paurail vado viail sembra un mattoquella maglietta è offensiva.Le sembra di aver detto poco?Vado viaamareggiatoritorno ad essere solo.
UN’ALBATrascorsa la nottesveglio nel lavorofinalmente il primo chiarore.E’ l’albaancor precoceper l’ora legalema forse più veratant’è meravigliosa.Gli uccelliiniziano il concertoquando estasiatocammino nel boscoa cercar funghi.Ma quando le fogliesecche cadutesembrano funghisobbalzo invanocon subito delusione.
IN VOLTERRATi volevo vederenon vistopassare in processioneper la festa dei Santidella tua città.Ti volevo vederepiccola ragazza misteriosanel quale portamentorisaltava la tua figura.Ma non ti ho veduta.Sperduto nel labirintodi belle strade sconosciutecon te nel pensieroimmagino.
EDERAOggi girandoalla ricerca di funghinel bosco di Varramistaho liberato un alberodalla morsa dell’edera.L’ammiro ora in ramettoin casa nel vasettoed è un’altra cosa.Sembra un albero bonsaiillustra delle fogliecon sue venaturee dal contornoil disegno del cuore.Anch’ella mi riportaal ricordo della fanciulla.Come alberopiacevolmente strettodalle sue bracciaperire soffocatonel verde dei suoi occhi.
UNA CARTAVorrei essereuna carta da lettere.Infilarmi cosìdentro una busta.Spedirmi raccomandatanella città di Volterra.Sentirmi stringeredalle sue mani.Sentirmi leggeredal suo sguardo.
ALLA NOVELLA MUSAInutile guardarela spia del cellulare:Se suona si sente.Ma non suona.Lei ancora non chiama.Sapevo.Mi illudevo di sapere tutto.Invece mi accorgoche non so niente:Non sapevo leggeredentro me stesso!Ma non vorreiche fosse tardi ormai.
CHI SIAMOSono le undiciquesta mattinaamaro è il caffè.Metto zucchero e zuccheroma sempre amaro è.Aiutami!Ho bisogno di te.Insieme scoprire chi siamocercando l’armoniacon tutta la naturascoprirsi natura.
STAR MALEFritto di melanzanedi zucchine e polpettepasta al fornopollo e patate arrostovino rosso rossotutto mangiato e bevutofino a stare male.Mangiare per dimenticareè stupidoma accettabile come sfogoper scacciaremomentaneamentel’ansia e la delusione.Dedico a teanche questa sofferenza.Dedicoalla tua freddezza disumanaquesta sofferenza umanastupida.
POVERO RATTOSembrava proprio la sua autoche infilava quella stradamentre passava prima del ponteper recarmi puntuale all’appuntamento.Da tempo pensieri insalubrisui suoi enormi ritardida quando ammise piccole bugieda quando parlò di esperienze da fare.Povero ratto da laboratorioperché ti illudi ancora?
UNA NOTTE DI LUGLIONottesilenziosaserenachiarissima.Luna biancasplendente.Cieloarieggiatoinfinitotelo-vellutatodisegnatobucherellato.Nel tutto immobileimpalpabilesolo un puntinobianco e rossodell’aereoplanosi muove veloce.La rottadirittacongiungestella a stellarasenta la Luna.Poiscomparelassùverso Nordnell’orizzonte estremoin un ultimo foro.A quale destinazionesarà diretto?Mistero.Sarà già in transitoin un’altra nottein un tramontoo in un’albao in un giornogià cresciutopiù avanti o indietrodel mio giornoormai trascorso?
AIUTAMIEd ora raccontamidei tuoi giorniin vacanza trascorsi.Raccontamicosì aiutamirivitalizza i miei giornisemivuoti e smarriti:Non rimanga un buco neronella mia esistenza.Ricostruiamo continuitàa questa unica conoscenza.
AGLIETTIMi spiace moltoaver colto quei fioriché sì tanto eran belliquale naturale contornoa quel rudere di Badiasul terreno volterrano.Della famiglia degli agliettimi disse la ragazza esperta.Vede i bulbi alle radici?Sono in forma come agliemanano profumo d’aglio.Ignaro addentoper sentirne anche il saporecon sguizzo spirito animale.Il mazzettino nel vasettosopra il mobile della stanzanon riporta la bellezzache in natura m’incuriosiva.Sono smarriti e smortinon hanno più quel colorecome appariva al sol calante.Senza grazia né splendoresono altra cosa se non fiore.Metafora di naturain metamorfosistrappata da mani egoisteillusione di continuare ad averequel che a noi vide e diede.
PENSIERO DI COMPLEANNOE’ un ricordola tua manoche schizza ritrosalontano.E’ un ricordoquell’infantile bisticcioquella notte insonnequel nuovo incontro.Nella speranzaquesto mio pensieroper il tuo compleannoche il presentesia gioioso futuro.
TERZO MIRAGGIOSono nel mio desertoDune bianche e marroniProfumo di burrocacaoLabbra colorate di rosaAscolto una voce particolareVedo un grande sorrisoVerdi occhi grandi come girasoli.
ORE ZERO TREL’orologio nel silenziobatte forte ogni secondo.L’usignolo trilla un verso.La notte m’è compagna.Penso.Torturo con timori la mente.Subbuglio completo.Agitazione.Ore zero tre: Notte insonne.Ripenso.Avvezzo non alle gioiema alle sconfittenel cuore il doloreancor convive con speranze.Un cane abbaiachissà a che cosao forse perché è legato a catenaaltri gli rispondono in canea.Stranamente desiderouna catenada stringere alla banchinaquale riparo all’amarodel tumultuoso salato.Un gallo cantaripetutamente stridulogli risponde un altroripetutamente raucoe un altro ancorarisponde ridicolo.L’immagino spennacchiatisenza cresta né codaperché mi fanno rabbia.Imbucherò questa letteraindirizzata alla fatae dopoin barba all’albaproverò a coricarminel letto troppo grandeper me che mi sentopiccolo piccolodelusoinutilmente solo.Ritroverò nel sognoil Mulino d’Eracol ponte inconfondibiletrepidando nell’incontro?
PIU’ BELLAIl mare assumelaggiù lontanoil colore dei suoi occhi.In quel cielodisegnato dalle nubiappaiono e scompaionosembianze del suo volto.Quell’albero snelloche ondeggia alla brezzami ricorda la sua persona.Lontano da leiansia e speranzae mi consolo cosìosservando la naturafantasticandoqualche sua somiglianza.Aspetto l’incontronella realtà vederequanto è più bellache nelle mie fantasie.
SINTESI [17 Settembre 1998]
Stasera ho ripercorso
come turista curioso
quei luoghi vicini
eppur rimasti sconosciuti.
Scoperti per sua grazia
ricercati di nuovo
nel bisogno di rivedere
il proseguire dell'esperienza
che al mio intimo ansioso
dona inusitata speranza.
Rimirar il paesaggio
con nuovi occhi scoprire
dell'intatto etrusco
dalla modernità distrutto
dalla insensibilità
decaduto dimenticato.
Trafigge la bellezza naturale
il raffigurar di ruderi
famosi pel tempo trascorso.
Come l'ignorar d'un palpitare
del cuore natio che vuole
vivere insieme passato-presente-futuro.
E' il canto
dell'amore incompreso
questo?
Non so.
Perch'ella ricerco
volteggio apparir fantasma.
Principe ogni-presente
ombra invisibile percepito
in inspirito gioirne vicino.
Ah! Donzella castellana
nel nostro bosco fantastico
camminiamo misteriosi.
Ma è un sogno finito?
Stasera ho ripercorso
come turista curioso
quei luoghi vicini
eppur rimasti sconosciuti.
Scoperti per sua grazia
ricercati di nuovo
nel bisogno di rivedere
il proseguire dell'esperienza
che al mio intimo ansioso
dona inusitata speranza.
Rimirar il paesaggio
con nuovi occhi scoprire
dell'intatto etrusco
dalla modernità distrutto
dalla insensibilità
decaduto dimenticato.
Trafigge la bellezza naturale
il raffigurar di ruderi
famosi pel tempo trascorso.
Come l'ignorar d'un palpitare
del cuore natio che vuole
vivere insieme passato-presente-futuro.
E' il canto
dell'amore incompreso
questo?
Non so.
Perch'ella ricerco
volteggio apparir fantasma.
Principe ogni-presente
ombra invisibile percepito
in inspirito gioirne vicino.
Ah! Donzella castellana
nel nostro bosco fantastico
camminiamo misteriosi.
Ma è un sogno finito?
PASSIONI
LUNA STASERA
E' la Luna
stasera
a farmi compagnia
lacrimosa la vista
segue trista
la traiettoria che si alza
da levante
sotto il cavo
rasenta lo spigolo dirimpetto
sovrasta il tetto.
Ti rivedrò
bianca e tonda
luminosa
nell'ora di mattina
sollecitare il mio risveglio
solitario
di Principe fortunato.
CAMALDOLI
"La bellezza della
natura non corrisponde alla
bontà degli uomini, nemmeno nelle anime
votate a Dio". Scrisse la ragazza
volterrana sulla splendida cartolina. E io geloso mi logoro Innamorato pazzo Attendo il suo ritorno.AVANZI DI TEMPO
Calanchi di San
Cipriano
allineati in parallelo
come asce rivolte al
cielo
tra il verde e il
giallo
del paesaggio unico
volterrano.
Sole tondo tondo
di un rosso non
definito
che tramonta nel giorno
tormentoso
entrata del mio inferno
terreno.
Strada sterrata di
campagna
che all'andata le porti
tristezza
mentre nel ritorno
esprimi la voglia di
andare via.
Stanchezza che mi
riservi
quale plausibile scusa
di una giornata
faticosa.
Infuso di menta
che placa grande sete
a me non basta
per l'arsura di
intimità.
Avanzi di tempo
ristretto
che mi ha donato
nella fantasia
illimitato.
AVANZI DI TEMPO
Calanchi di San
Cipriano
allineati in parallelo
come asce rivolte al
cielo
tra il verde e il
giallo
del paesaggio unico
volterrano.
Sole tondo tondo
di un rosso non
definito
che tramonta nel giorno
tormentoso
entrata del mio inferno
terreno.
Strada sterrata di
campagna
che all'andata le porti
tristezza
mentre nel ritorno
esprimi la voglia di
andare via.
Stanchezza che mi
riservi
quale plausibile scusa
di una giornata
faticosa.
Infuso di menta
che placa grande sete
a me non basta
per l'arsura di
intimità.
Avanzi di tempo
ristretto
che mi ha donato
nella fantasia
illimitato.
Una Sua lettera:
"In questi giorni ho raggiunto molti rifugi superando rocce, torrenti, morene. Ho toccato la neve cristallizzata dei ghiacciai e l’ho sbriciolata, pulviscolo gelido, tra le mie mani. Avrei voluto inviare una poesia, ma gli ultimi anni della mia vita mi hanno sempre più distaccato da me stessa e ci sono momenti in cui non riesco più a sentire la bellezza dei ghiacciai scintillanti al sole o il profumo puro che il vento risveglia nei fiori d’alta quota. Il caldo eccezionale ha fatto scorrere a valle torrenti tumultuosi di schiuma giallastra. Frane angosciose hanno invaso i fondovalle e niente è più come io lo conoscevo. Una volta in queste zone vedevo volare le aquile e correre gli ermellini nei pianori. Ora non più. Solo mucche, capre ed anche pecore. Ho fotografato ieri una mucca chiara, adagiata sulla cresta erbosa, ferma davanti ai ghiacciai. Era immobile. Assente. Che cosa vedeva? Una mucca contemplativa. Un ruminante filosofo. Ora le aquile non volano più. Mi sento tanto triste perché non sono più quella di una volta. Mi sono perduta. Avevo iniziato a scalare le rocce, e superare le frane, ed attraversare i ghiacciai. Speravo di salire sempre più in alto. Qualcuno o qualcosa mi ha fatto precipitare. Fra poco sarà l’alba. Mi scuso di questo momento di sfogo, ma mi sento tanto triste e sola, sola in mezzo a tanta gente che non ti conosce, che ti sfiora con lo sguardo, forse qualcuno potrebbe capirti, ma non lo saprai mai. Saluti". (Firmato Simona).
VORREIVorrei essere un gabbianoper volare sulle montagnealla ricerca di un’Aquilaesiliata, bella, misteriosa.(R. M.)
…………………………………………………………….
- FINE -
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