SORRISI E RISATE
domenica, 5 agosto 2018
SORRISI E RISATE
Pensierino dell’ultima riga, da giornalista alla “gente”. Ho
visto che Lamberto Dini invita gli elettori, in particolare i giovani, al
sorriso. E sorridente è l’immagine di Berlusconi stampata sui volantini, lui
del sorriso è il maestro. A denti stretti sorride spesso anche Fini. Veltroni
sorride e Prodi pure, perfino D’Alema ha imparato, per non parlare di Bertinotti
che in tv è un campione. Insomma ci vogliono, vi vogliono sorridenti. A me
tutto questo sorridere pare davvero strano. Io penso che sì, ci sia molto da
ridere, nella vita e anche nella politica. Ma che molte cose, invece, siano
serie e toste. Questa mezza misura del sorriso puzza di pubblicità, è qualcosa
di artefatto. Con il sorriso non si trasmette solo cordialità ma anche
fregature. Perciò, mia cara “gente”, ogni tanto fatti una risata. Come si
diceva una volta “li seppellirà”, ma non farà loro del male, anzi li
migliorerà. E se qualcuno ti sorride troppo, smontalo. Non è difficile. Basta
chiedergli: “Perché?”. (Meditazione su: Il compagno scomodo di Alessandro
Curzi).
INTRODUZIONE [ sintetizzata da un lettore risparmiatore di
spazio ]
A Candida che ha scelto il mio mestiere.
Direttore, sono con lei, dalla sua parte.
Me lo dice per strada uno sconosciuto con un tono …
Il mio saluto in risposta è quello che si offre a un sodale.
Lo riconosco e lui mi riconosce. Si chiama
<<Gente>>.
Tutti mi vogliono, dalla Fininvest alla Rai,
mi arrivano inviti da quotidiani e riviste.
La <<gente>> invece non vuol essere oggetto,
ma non se la sente di saltare il fosso.
Non sa e non vuole farsi potere.
Avrei dovuto e voluto dirgli: <<Buonanotte,
ggente>>.
Sì, con due <<g>> come ci rimproverano i
puristi.
Sì, buonanotte.
Non è bastato celebrare le nozze con il mercato,
con i conti aziendali, con la logica del prodotto.
Raccontare senza pretendere di essere in regola
con le compatibilità dello Stato e dell’economia,
senza neanche pretendere di riscriverle.
Ma sapendo infischiarsene.
E quindi, <<cara ggente>>, se restiamo da soli
a fare il lavoro degli altri è una confusione, una Babele.
Senza di noi però è un orrore. Buona notte ma,
prima di addormentarvi, ascoltate la favola,
anzi la storia di uno di voi promosso dalla fortuna
al compito di raccontarvi.
-Alessandro Curzi-
(Il compagno scomodo)
Vedi: ASSIOMA (30 Luglio 2018)
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