FRUTTI INSOLITI

 

domenica, 29 luglio 2018

FRUTTI INSOLITI

Lo scandaloso veto opposto dalla Censura ministeriale alla rappresentazione del dramma di Pirandello “Lazzaro”, è fin troppo noto perché ci sia permesso di impiegare molto spazio nell’associarci alla indignazione di tutti gli uomini liberi e onesti, sollevatasi dall’un capo all’altro dell’Italia contro il vergognoso provvedimento, che disonora il paese, ricacciandolo nel medioevo e nelle ore più oscure della Controriforma e dell’Inquisizione. Preferiamo dire qualche cosa su Pirandello e sull’opera “Lazzaro”. Singolare è stato il caso di Pirandello, lo scrittore di teatro più discusso e più importante del mondo. Chi gli negò sia qualità di poeta sia qualità di filosofo; chi, all’opposto, lo proclamò grande sia come poeta sia come filosofo. La prima opinione fu affermata da Benedetto Croce, il “papa laico” della cultura italiana; la seconda da Adriano Tilgher, che si fece assertore del pirandellismo, cioè di una specie di filosofia pirandelliana. Mentre Croce afferma: se io dovessi definire in poche parole in che cosa propriamente questa sua maniera consiste, direi: in taluni spunti artistici, soffocati e sfigurati da un convulso inconcludente filosofare. Né arte schietta, dunque, né filosofia. Tilgher scrive: cerebralità che è dramma tormento passione. Il pensiero pensante, che è attività spiegantesi attraverso drammi contrasti lacerazioni continue e incessanti, si colloca al centro del mondo artistico: con Pirandello la dialettica si fa poesia. Luigi Pirandello, scrive Gramsci, è un “ardito” del teatro. Le sue commedie sono tante bombe a mano che scoppiano nei cervelli degli spettatori e producono crolli di banalità, rovine di sentimenti, di pensiero. Pirandello ha il merito grande di far, per lo meno, balenare delle immagini di vita che escono fuori dagli schemi soliti della tradizione, e che però non possono iniziare una nuova tradizione, non possono essere imitate, non possono determinare il cliché di moda. C’è nelle sue commedie uno sforzo di pensiero astratto che tende a concretarsi sempre in rappresentazione, e quando riesce, dà frutti insoliti nel teatro italiano, d’una plasticità e d’una evidenza fantastica, mirabile. “Lazzaro” è il dramma che appartiene all’ultima forma artistica di Pirandello; con tre opere, che denominò miti (Lazzaro, la Nuova colonia, i Giganti della montagna incompiuti) la sua opera segna una svolta: non più Pirandello pessimista, ma un Pirandello nuovo, che ha fede nell’umanità, nella bontà e nella energia creatrice della vita, nel popolo. La canea clericale si avventò, dopo il “Lazzaro”, dal 1930, alle calcagna del poeta.

 

INDOVINA L’INDOVINELLO: CHI E’ L’AUTORE ?

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SEMPRE BESTIA

 

Senza far nulla, un leone è un leone:

E un pover’uom deve affrontar la morte

Per avere l’onor del paragone

Con quella bestia, senza stento, forte.

D’alti pensieri l’anima infelice

Nutrite, sì che s’alzi a eccelse mète.

Un gran premio v’aspetta. Vi si dice

Che veramente un’aquila voi siete.

Sciogliete in soavissima armonia

Il vostro chiuso intenso ardente duolo,

Fatene una sublime poesia,

E vi diran che siete un rosignuolo.

Ma dunque per non essere una bestia

Che dovrebbe far l’uomo? Non far niente?

Non pigliarsi né affanno né molestia?

E ciuco allora gli dirà la gente.

-Luigi Pirandello-

Vedi:

 

 

CARLO A PARIGI (19 Luglio 2018)

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