CENSIMENTO
giovedì, 21 giugno 2018
CENSIMENTO
Cesare Augusto ordina il Censimento in tutto l’Impero e
anche Giuseppe da Nazaret si mette in cammino per Betlemme per registrarsi con
Maria incinta. Si agitano millenni di religioni, storie e geografie, emigranti
italiani, migranti dall’Est e dall’Africa, commedie e tragedie, politiche e
filosofie, ragli e cinguettii. Censimento, Giugno 2018, nello spazio riservato
alla definizione della qualità della natura, Bicefalo scrive la poesia: “Non
diventato/ Io sono/ Comunista nato/ al campo di sterminio sopravvissuto”.
(Ricordo da un racconto di Maya).
L’AFRICA SARA’ LIBERA
Piangi, amato mio fratello negro nei millenni di morti
bestiali!
Le tue ceneri furono sparse per la terra dal simun e
dall’uragano.
Tu, che non hai mai innalzato piramidi
per tutti i tuoi potenti boia,
tu, catturato nelle razzie, tu, battuto
in ogni battaglia in cui trionfa la forza,
tu, che hai imparato in una scuola secolare
un solo slogan: schiavitù o morte,
tu, che ti sei nascosto nelle jungle disperate,
che hai affrontato tacendo migliaia di morti
sotto la maschera della febbre delle paludi…
E venne il giorno in cui comparve il bianco.
Fu più astuto e cattivo di ogni morte,
barattò il tuo oro
con uno specchietto, una collana, ninnoli,
e corruppe con l’alcool i figli dei fratelli tuoi
e cacciò in prigione i tuoi bimbi.
Allora tuonò il tam-tam per i villaggi
e gli uomini seppero che salpava
una nave straniera per lidi lontani,
là dove il cotone è un dio, e il dollaro è imperatore.
Condannato a una prigionia senza fine,
lavorando come una bestia da soma
tutto il santo giorno sotto il sole spietato,
… solo una cosa temevi:
che ti lasciassero vivere, ti lasciassero vivere.
E presso il fuoco, nell’allarme, nei confusi sogni
ti sfogavi in canti di dolore
semplici e senza parola, come l’angoscia.
Accadde che persino ti rallegrasti
e in una esuberanza di forza danzasti
e tutto uno splendore di nuova virilità,
tutta una giovane volontà risuonasse,
su corde di rame, su tamburi di fuoco,
e il principio di questa potente musica
crebbe dal ritmo del jazz come un tifone,
e gridò alto agli uomini bianchi
che non tutto il pianeta appartiene a loro.
Musica, tu hai consentito anche a noi
di sollevare il volto e di guardare negli occhi
la futura liberazione della razza.
Che le rive dei vasti fiumi che portano
verso l’avvenire le loro onde vive
siano tue!
Che tutta la terra e tutte le ricchezze
siano tue!
Che il caldo sole di mezzogiorno
bruci le tue pene.
Si asciughino ai raggi del sole
le lacrime che il tuo avo versò,
tormentato in queste lande luttuose!
Il nostro popolo, libero e felice
vivrà e trionferà nel nostro Congo.
Qui, nel cuore della grande Africa!
-PATRICE LUMUMBA-
Vedi:
MONETA LIBERA (11 Giugno 2018)
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