EDUCAZIONE DEI RAGAZZI

martedì, 20 marzo 2018

EDUCAZIONE DEI RAGAZZI

 Da qualche tempo il problema dell’educazione dei ragazzi si sta sempre più imponendo, collocandosi in primissimo piano, alla nostra coscienza nazionale. S’incomincia a comprendere che non basta esigere per il fanciullo condizioni di vita, alimentazione, cure igieniche tali che gli consentano uno sviluppo fisico sano e completo. Alla salute fisica e psichica deve accompagnarsi un adeguato sviluppo intellettuale, quale può essergli dato soltanto da un’istruzione graduale, aperta, fondata sul sempre rinnovantesi equilibrio dell’esperienza e della ragione, a contatto con l’attualità della vita. E soprattutto deve essere dato al fanciullo quel costume di socialità da cui derivi un’etica del lavoro sociale e della solidarietà costruttiva. Bisogna dargli sicurezza, fiducia, ottimismo, non costringendolo ad adattarsi forzatamente e rassegnatamente alla malinconica realtà della società in cui viviamo, ma aiutandolo a formarsi una salda struttura morale che gli permetta, diventato uomo, di rinnovare questa società rendendola migliore. Questo s’incomincia a comprendere nel nostro Paese, soprattutto dalla parte più coscientemente democratica, più progressiva della popolazione. E ci s’incomincia a rendere conto che l’educazione non deve essere affidata unicamente ai tecnici, agli specialisti, ma deve interessare e appassionare chiunque abbia dignità e coscienza umana. Il bimbo non si educa soltanto nelle aule e nelle ore scolastiche, ma sempre e dappertutto: nella casa e nella strada, nella bottega e nel cortile, nel cinema e sul campo sportivo; ed educatori sono quindi non soltanto i maestri, ma i genitori, gli organizzatori di doposcuola e di circoli ricreativi, gli scrittori, i giornalisti, i registi, eccetera. Certo la società d’oggi, straziata da contraddizioni insanabili, col suo quotidiano spettacolo di violenze e di inganni di ogni genere, può dare ben poco aiuto all’educatore; ma la difficoltà del compito non fa che renderlo più necessario, più urgente, più glorioso.

INDOVINA L’INDOVINELLO: CHI E’ L’AUTORE E ANNO DI PUBBLICAZIONE?

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COMMENTO A ESSERE COMUNISTI
Qualcuno afferma, oggi, che nella società italiana
non esistono più le classi: non è per niente vero.
Questa è la vittoria della Democrazia Cristiana risorta
nel Popolo della Libertà, nella Lega, nel Partito Democratico.
Suicidando il partito comunista
il putridume di quelli reazionari
ha infettato tutta la società socio-politica.
Il caos attuale è dovuto a questa grande affermazione
dell’interclassismo democristiano
e dall’agonia del morente capitalismo
con le sue più frequenti crisi e devastazioni.
Solo ricostruendo un movimento comunista,
lavorando nel contempo all’unità della sinistra,
ricostruendo una analisi e conoscenza della realtà,
è possibile rimettere in moto l’indispensabile lotta, vera,
non lo scimmiottare il signor Silvio,
per il cambiamento della società capitalistica.
-Renzo Mazzetti- (3 aprile 2010 h. 07,46)

 Vedi: MACABRE RADICI  ( 4 Febbraio 2018)



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