POVERO POLLO

 

martedì, 20 febbraio 2018

POVERO POLLO

Il concetto di reddito dà l’impressione di guadagno, nel senso di qualcosa di più che si aggiunge a quello che si aveva prima. Tutto ciò che si produce è frutto del lavoro umano, anche le macchine perché sono state prodotte dal lavoro umano. Tutta la quantità di lavoro utilizzata costituisce il valore dei nuovi beni prodotti e misura il reddito nazionale. Non tutto il lavoro serve a produrre delle cose materiali. Esiste un lavoro produttivo e uno improduttivo. Esempio: il lavoro del barbiere è utile ma non è produttivo di merce, è un lavoro definito: socialmente utile. Allora? Il reddito nazionale è il risultato del lavoro produttivo che, nell’economia di una nazione, è diretto alla produzione dei beni materiali. La scienza economica definisce che la popolazione produttiva è quella che percepisce un reddito indipendentemente dall’esplicazione o meno di un’attività economica. Stai attento! Le concezioni del reddito nazionale sono dettate da ben definiti interessi di classe. In sintesi gli interessi di classe vogliono dimostrare che il volume complessivo di ricchezza che questa società è in grado di produrre sarebbe molto elevato, e che la parte di ricchezza prodotta dai lavoratori sarebbe però proporzionalmente esigua. Le medie vanno prese con le molle, pensa alla media che prende il povero pollo. (Ricordo da un racconto di Maya).

 IL PRIGIONIERO DI QUARANTA BRIGATE (parte)
“Addormentiamoci adesso e svegliamoci fra cento anni mio caro”
No.
Non sono un disertore.
Il mio secolo miserabile, rosso di vergogna,
il mio secolo coraggioso, grande, eroico,
questo secolo, non mi fa paura.
Non rimpiango d’esser venuto al mondo troppo tardi.
Vivo nel ventesimo secolo
e ne sono fiero.
Mi basta d’esser là dove sono, in mezzo ai nostri
e di battermi per un mondo nuovo.
“Fra cent’anni, mio caro…”
No.
Il mio secolo che muore e rinasce
nella mia terribile notte straziata
dai gridi dell’aurora,
il mio secolo avrà giorni stupendi
e sarà pieno di sole, amore mio,
sarà pieno di sole come i tuoi occhi.
-Nazim Hikmet.

 Vedi: IL GESTO DELL’OMBRELLO (8 Febbraio 2018)


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