IL RITORNO DI AL CAPONE

sabato, 10 febbraio 2018

IL RITORNO DI AL CAPONE

C’era una volta il gangsterismo e molti credevano che fosse una piaga sociale. Invece era come una impalcatura che sosteneva l’egemonia dei potenti. Kefauver percorse tutto il paese interrogando migliaia di testimoni. Il pubblico seguiva i fatti in televisione e vedeva i gangsters che nessuno era capace di arrestare perché esisteva uno stretto legame fra delinquenza e politica. Gli onesti speravano che fosse giunto il momento che qualche governante onesto si decidesse a spazzare il marciume e fare pulizia. Ma i gangsters erano i pilastri sui quali si reggeva il sistema economico. La malavita dominava tutto il mercato: dalle banche alle televisioni; dalla pubblicità ai trasporti; dai giornali ai sindacati; dalle ricerche petrolifere alle macellerie; dall’acqua agli alimentari, dall’aria agli aeroplani, dalle spiagge ai cavalloni. Nessuno dei gangsters andava in prigione, uno ci finì con la scusa di evasione fiscale. Dalle nostre parti: evasione, elusione, saluto romano fuorilegge; maramèo! (Ricordo da un racconto di Rita).

 

I TRENI PER REGGIO CALABRIA (parte) *

 

Andavano col treno giù nel meridione

 

per fare una grande manifestazione

 

il ventidue d’ottobre del settantadue

 

in curva il treno che pareva un balcone

 

quei balconi con la coperta per la processione

 

il treno era coperto di bandiere rosse

 

slogans, cartelli e scritte a mano

 

da Roma Ostiense mille e duecento operai

 

vecchi, giovani e donne

 

con i bastoni e le bandiere arrotolati

 

portati tutti a mazzo sulle spalle.

 

Il treno parte e pare un incrociatore

 

tutti cantano bandiera rossa…

 

* RIDETE *

Vedi:

 

TRAPPOLA MORTALE

 

CARI COMPAGNI

 

I CONIUGI ROSENBERG 

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