FORZA POESIA

 

sabato, 24 febbraio 2018

FORZA POESIA

Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì? Ci sono i nomi dei re, dentro i libri. Son stati i re a trascinarli, quei blocchi di pietra? Babilonia, distrutta tante volte, chi altrettante la riedificò? In quali case di Lima lucente d’oro abitavano i costruttori? Dove andarono, la sera che fu terminata la Grande Muraglia, i muratori? Roma, la grande è piena d’archi di trionfo. Su chi trionfarono i Cesari? La celebrata Bisanzio aveva solo palazzi per i suoi abitanti? Anche nella favolosa Atlantide la notte che il mare li inghiottì, affogavano urlando aiuto ai loro schiavi. Il giovane Alessandro conquistò l’India. Da solo? Cesare sconfisse i Galli. Non aveva con sé nemmeno un cuoco? Filippo di Spagna pianse, quando la flotta gli fu affondata. Nessun altro pianse? Federico II vinse la guerra dei Sette Anni. Chi, oltre lui, l’ha vinta? Una vittoria ogni pagina. Chi cucinò la cena della vittoria? Ogni dieci anni un grand’uomo. Chi ne pagò le spese? Quante vicende, tante domande. Albertino alza gli occhi inumiditi, guarda però lontano e sembra non vedere, ho letto: Domande di un lettore operaio di Brecht, abbassa gli occhi sulla scrivania prende una cartellina e legge: Alberi, eravate frecce cadute dall’azzurro? Che terribili guerrieri vi scagliarono? Sono state le stelle? Le vostre musiche vengono dall’anima degli uccelli, agli occhi di Dio, da una perfetta passione. Alberi! Le vostre radici rozze si accorgeranno del mio cuore sotto terra? Albertino smette di leggere e, dopo un po’, riprende : è Federico Garcia Lorca che a soli 37 anni muore, ucciso dai franchisti nei primi giorni della guerra civile, una vittima della cultura della barbarie fascista che aggredì nazioni con la guerra, insanguinò e soffocò di macerie tutto il mondo. Vi invito a leggere le opere di Neruda, Brecht, Lorca; * Resistenza e Un popolo alla macchia di Luigi Longo. Per compito a casa: Il fascismo italiano, l’origine. Compagne e compagni, buonanotte! (Ricordo da un racconto di nonna Teresina).

CANTO GENERALE (parte)
Pace per i crepuscoli che giungono,
pace per il ponte e pace per il vino,
pace per l’alfabeto che mi affatica
e che nel mio sangue ancora si leva
sciogliendo i vecchi canti di terra e d’amore,
pace per la città nel mattino
quando il pane ci risveglia, pace per il fiume
Mississippi, il fiume delle radici…
pace per il grande colcos di Kiev,
pace per le ceneri di quei morti
e per gli altri morti, pace per il ferro
nero di Brooklyn…
pace per te che ti sposi, pace per tutte le segherie
di Bio-Bio, pace per il cuore lacerato
della Spagna guerrigliera…
pace per la farina, per il grano che deve nascere,
per gli amori che cercano un nido di foglie,
per tutti quelli che vivono: pace
per tutte le terre e le acque.
-Pablo Neruda-

Vedi: STROFETTE SATIRICHE (14 Febbraio 2018)


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