LA SANA FOLLIA

sabato, 10 giugno 2017

LA SANA FOLLIA

Per i giovani stare svegli la notte è stato sempre di moda. Ai miei tempi, invece di andare a dormire a un’ora “decente”, ci recavamo in pizzeria, si mangiava bevendo una birra media, si dicevano e si facevano tante bischerate, sempre in allegria. Ademaro (uno dei tanti esempi) una volta si prese una forchettata sul dorso della mano mentre tentava di carpire uno spicchio di torta ai bischeri. Tutti fumavamo sigarette di tabacco biondo, si scriveva sulle strade e suonavamo i campanelli delle abitazioni. Andavamo a letto ben “cotti” e, alla mattina, le nostre madri santificavano la giornata con la cocciuta pazienza e forza fisica con cui riuscivano a buttarci giù dai letti. La nostra era quella sana follia che viveva cosciente la realtà. Eravamo comunque sempre presenti con giovanile allegria. Rimanere sempre coscienti della nostra incoscienza, rendeva l’irriverente indipendenza ancor più gustosa, ci costava poco e nulla era buttato via. (Ricordo da un racconto di Rita).

 L'EROINA
La si può immaginare
come sogno fantastico invocare
quando ogni volontà d'avvenire
non è scoperta
né voluta
né combattuta
né perseguita
in quell'epica scommessa
che è la vita,
dove la cultura, l'intelletto,
l'amore, il dolore, la lotta,
la speranza, la fratellanza
diventano duri cimenti
di menti e corpi
nello sforzo d'essere umani.
L'eroina non è fata né mago
ma semplice orrido suicidio
e non vale la pena
darsi sogno in quell'angoscia
perché nell'artificiale l'umano scompare
e il loro sporco mondo s'ingrassa
ingollando sporca carta moneta.
Aspettiamo l'altra morte naturale
a compimento di vita veramente vissuta
quale esperienza umana
nell'ultima emozione terrena.
-Renzo Mazzetti-
(Verso levante, poesie del mio autunno caldo, 2009).

Vedi:   CIEMME (17 Maggio 2017)



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