I VERSI DEL MIO VIVERE
lunedì, 24 ottobre 2016 h.16,43.
I VERSI DEL MIO VIVERE
Raccolta di poesie di RENZO MAZZETTI - LIBRO I -
Raccolta di poesie di RENZO MAZZETTI - LIBRO I -
[ IN CODA DUE PUBBLICAZIONI DELL'ANNO 2009 E DEL FEBBRAIO 1969 ]
I VERSI DEL MIO VIVERE
ANNO 2016
FURTO CON SCHIAFFO?
MISERIA
Rottamare la dignità
delle persone
giovani medie anziane
è un crimine
contro tutta l’umanità.
Beffeggiare l’altrui futuro
con strumento d’ingiustizia
privilegio per autorità
insensibili e boriose
alla gioventù affossa il candore
La miseria
non è fame
povertà
disperazione
è il ricco governante.
(16 febbraio 2016)
SOLDI VORACI
Non è solo sostentamento
Son stelle del firmamento
Fetta abbrustolita un incanto
Unta con aglio stropicciato
Fagiol d’allegro nano affogato
Extravergine d’oliva toscano
La gola è in gran fermento
Innalza oltre l’ultimo cielo
Caldo lampo di genio sereno.
(11 marzo 2016)
VALORI
Vedere le banche
prima e dopo
è un’avventura
piena di esperienze.
Prima:
alla tenera età
è consegnato un salva-denaro
per educare al valore
del sofferto risparmio.
Dopo:
ad ogni età
è consegnato un salva-salma
per educare al valore
del sofferto suicidio.
Tutti valori
naturali?
(18 marzo 2016)
SAN GINALE, 28 GIUGNO 2016
Buon compleanno
Marta
Rara dolcezza
Fiore sulla Terra
Miraggio di bellezza.
POESIA DEL BARBIERE
Barba baffi e capelli signore?
Barba?
Da credenti
o da cubani di Fidel?
Baffi?
Da impegnati
di destra o di sinistra
o da rottamati?
Capelli?
Delle Comuni o degli Ottobre
dei Risorgimenti dei Sessantotto
o da Capalbi- idee-distruttori?
(22/08/2016)
CIELO PENSIERO
(8 giugno 2016)
ITTA-ITTA
Non aveva ancora imparato
a parlare a leggere a scrivere
naturale rozzo sicuro sincero
tenero bebè indifeso comunista.
Nella culla d’amore colma
forte appariva chiara la genia
sollecitava il sorriso gengivale
scolaro balbettava:“itta-itta”.
(giugno 2016)
L’ignoranza è la tua fossa. Vedere senza occhi Ascoltare senza orecchi Annusare senza naso Amare senza cuore. I nemici sono migliori dei tuoi nemici? Moderno è il meno peggio? Il mondo non è rotondo schiacciato ai poli? Non conosci il nome di quello splendido fiore? E di quell’ortaggio? L’uovo è fatto dalla gallina o dal supermercato? Come si chiama quella stella tra quell’albero e la collina di Giotto? E il canto di quell’uccello? Il nome dell’animale che ulula a quella luce bianca notturna? L’ignoranza distrugge la curiosità fino a che non saprai il nome di quell’albero da frutto. Ma chi è Antonio Gramsci lo sai? L’ignoranza è la tua fossa conoscere amare il tuo vivere. (venerdì 17 giugno 2016) LUCE D’EGITTO Il mondo alleato dimentico assassino Tortura ammazza gioventù e studio Governante servo del misero mercato Diritto incosciente tace mostruoso Gli affari sono affari soprattutto Orfano di patria fratello disperato Mare dolce freddo deserto morto Verità giustizia luce d’Egitto. (25 giugno 2016 ore 11,23) ESTINTI I falsi comunisti orrore! volevano fare sale nelle chiese far ballare la popolazione. I falsi democratici orrore! fecero invece scuole di ballo nelle biblioteche. Fin dalle materne orrore! insegnavano la lingua inglese l’italiano disimparare. Arti paesaggi indole orrore! patria bellezze scomparse cittadini api operaie estinti. (11 ottobre 2016) A B I S S I I liberi animali non lavorano? Perché? Le persone lavorano o non lavorano? Perché? I liberi animali abitano o sono Paradiso terrestre? Perché? Gli umani abitano o sono Paradiso terrestre? Perché? Forse si o forse no tutti sono Paradiso terrestre? Perché? (1 marzo 2015) CANZONATURA Nella Firenze dei savi c’erano una volta i matti oggi è rimasto solo San Salvi matti o presunti tutti liberati il muro inutile accoglie tutti senza cancelli e quelli spalancati fanno tutti liberi dentro e fuori tutti dentro al sistema ignari uguali agli antichi schiavi persi San Salvini incatenati smemorati? (2 marzo 2015) IL MINISTRO OGGETTO Misera carica che parli candidamente ignara di quello che vogliono gli italiani da te invocati Sibilla ti ergi e baro ti inventi credenziali senza liberi voti conservi reazionario sviluppi l’ignoranza ministro cinguetti televisivo consumi oggetto metafora democrazia mimi. (10 marzo 2015)
L’ignoranza è la tua fossa.
Vedere senza occhi
Ascoltare senza orecchi
Annusare senza naso
Amare senza cuore.
I nemici sono migliori
dei tuoi nemici?
Moderno è il meno peggio?
Il mondo non è rotondo
schiacciato ai poli?
Non conosci il nome
di quello splendido fiore?
E di quell’ortaggio?
L’uovo
è fatto dalla gallina
o dal supermercato?
Come si chiama quella stella
tra quell’albero e la collina di Giotto?
E il canto di quell’uccello?
Il nome dell’animale che ulula
a quella luce bianca notturna?
L’ignoranza distrugge la curiosità
fino a che non saprai il nome
di quell’albero da frutto.
Ma chi è Antonio Gramsci
lo sai?
L’ignoranza è la tua fossa
conoscere
amare
il tuo vivere.
(venerdì 17 giugno 2016)
Il mondo alleato dimentico assassino
Tortura ammazza gioventù e studio
Governante servo del misero mercato
Diritto incosciente tace mostruoso
Gli affari sono affari soprattutto
Orfano di patria fratello disperato
Mare dolce freddo deserto morto
Verità giustizia luce d’Egitto.
(25 giugno 2016 ore 11,23)
I falsi comunisti
orrore!
volevano fare sale nelle chiese
far ballare la popolazione.
I falsi democratici
orrore!
fecero invece
scuole di ballo nelle biblioteche.
Fin dalle materne
orrore!
insegnavano la lingua inglese
l’italiano disimparare.
Arti paesaggi indole
orrore!
patria bellezze scomparse
cittadini api operaie estinti.
(11 ottobre 2016)
I liberi animali
non lavorano?
Perché?
Le persone
lavorano o non lavorano?
Perché?
I liberi animali abitano o sono
Paradiso terrestre?
Perché?
Gli umani abitano o sono
Paradiso terrestre?
Perché?
Forse si o forse no
tutti sono Paradiso terrestre?
Perché?
(1 marzo 2015)
Nella Firenze dei savi
c’erano una volta i matti
oggi è rimasto solo San Salvi
matti o presunti tutti liberati
il muro inutile accoglie tutti
senza cancelli e quelli spalancati
fanno tutti liberi dentro e fuori
tutti dentro al sistema ignari
uguali agli antichi schiavi
persi San Salvini incatenati
smemorati?
(2 marzo 2015)
Misera carica che parli
candidamente ignara
di quello che vogliono
gli italiani da te invocati
Sibilla ti ergi e baro ti inventi
credenziali senza liberi voti conservi
reazionario sviluppi l’ignoranza
ministro cinguetti televisivo consumi
oggetto metafora democrazia mimi.
(10 marzo 2015)
Quanto ci costa il vestito del volatile? Quanto quello della lepre? Quanto quello del serpente? Quanto ci costa il vestito della pecora? Quanto ci costa il vestito dell’operaio? Quanto quello dell’insegnante? Quanto ci costa la veste governante? Al contemporaneo assente le risposte. (18 marzo 2015)
IL RIFORMISMO Il riformismo, complice del capitalismo e del sistema mercato, cambia solamente governanti, perpetua lo stato di cose presente. C A N N I B A L I S M O M O D E R N O Dal campo rosso non più il libro aperto il sole nascente con la falce e il martello il garofano politico misero fiore divenne l’aspirazione sotto la quercia scomparve. Poi la bandiera dell’autodistruzione niente materia grigia e rosso cuore ma verde barlume di misera mazzetta e bianco color neutro di tanta ignoranza. Giustizia non più rimava con uguaglianza lavoratori ultimi e giovani senza speranza dignità perduta abbandonava valida presenza traspariva moderno falso la nascosta vergogna. Non più libertà senza l’uguaglianza non più democrazia senza la partecipazione il grande servo di turno appariva osannato forte nel momento alla bisogna sacrificato. Avanti in Italia un altro signore al governo comparsa tutto facente furbo mangia popolo la voce della propria coscienza divora, ignaro? Cibo dei primi più forti, cannibali scomparsi? (20 marzo 2015) CENTO ANNI E PIETRO INGRAO Il tuo centesimo compleanno è la misura della tua vita ma politicamente tutta, servita? Io giovane comunista metalmeccanico a Reggio Emilia nel convegno portai entusiasmo nella lotta dura, servito? Vidi il dirigente compagno intellettuale della nuova società internazionale futura umanità? No! Il colto “caca dubbi” al mio fianco esita e riflette non spirito rivoluzionario complice diventa nel suicidio del Partito. Tutti ti fanno gli auguri, peccato ma il governante attuale controriformista tendente alla reazione, come ti rimane? (30 marzo 2015)
Quanto ci costa
il vestito del volatile?
Quanto quello della lepre?
Quanto quello del serpente?
Quanto ci costa
il vestito della pecora?
Quanto ci costa
il vestito dell’operaio?
Quanto quello dell’insegnante?
Quanto ci costa
la veste governante?
Al contemporaneo assente
le risposte.
(18 marzo 2015)
Il riformismo,
complice del capitalismo e del sistema mercato,
cambia solamente governanti,
perpetua lo stato di cose presente.
Dal campo rosso non più il libro aperto
il sole nascente con la falce e il martello
il garofano politico misero fiore divenne
l’aspirazione sotto la quercia scomparve.
Poi la bandiera dell’autodistruzione
niente materia grigia e rosso cuore
ma verde barlume di misera mazzetta
e bianco color neutro di tanta ignoranza.
Giustizia non più rimava con uguaglianza
lavoratori ultimi e giovani senza speranza
dignità perduta abbandonava valida presenza
traspariva moderno falso la nascosta vergogna.
Non più libertà senza l’uguaglianza
non più democrazia senza la partecipazione
il grande servo di turno appariva osannato
forte nel momento alla bisogna sacrificato.
Avanti in Italia un altro signore al governo
comparsa tutto facente furbo mangia popolo
la voce della propria coscienza divora, ignaro?
Cibo dei primi più forti, cannibali scomparsi?
(20 marzo 2015)
Il tuo centesimo compleanno
è la misura della tua vita
ma politicamente tutta, servita?
Io giovane comunista metalmeccanico
a Reggio Emilia nel convegno portai
entusiasmo nella lotta dura, servito?
Vidi il dirigente compagno
intellettuale della nuova società
internazionale futura umanità?
No! Il colto “caca dubbi” al mio fianco
esita e riflette non spirito rivoluzionario
complice diventa nel suicidio del Partito.
Tutti ti fanno gli auguri, peccato
ma il governante attuale controriformista
tendente alla reazione, come ti rimane?
(30 marzo 2015)
OTTIMO ITALIANO La frase italiana è composta da Soggetto e Predicato Espansioni o Complementi. Tito zappa: Tito è il Soggetto zappa è il Predicato verbale perché mi dice cosa fa il Soggetto. Il contadino Tito stamani zappa la terra del suo orto con la zappa. A questo punto ci sono tutte le Espansioni che sono arricchimento della frase che mi dicono chi è Tito (il contadino) che si chiama Apposizione. Poi si è detto: Stamani che è un Complemento di tempo (quando?). La terra è il Complemento oggetto o diretto perché risponde alla domanda (chi-che cosa?). Del suo orto è Complemento di specificazione più Attributo (suo) perché risponde alla domanda: Di chi? Di che cosa? Con la zappa è un Complemento di mezzo perché risponde alla domanda: Con che cosa? E mi dice qual è il mezzo usato per fare quel lavoro. Nota bene: Il Predicato verbale esprime sempre un’azione e all’occorrenza può essere sottinteso, ma raramente, mentre, in un contesto ampio, il Soggetto può essere spesso sottinteso per evitare ripetizioni. L’ottimo italiano linguistico fondamento di tutte le materie insegnamento-apprendimento esalta l’ordine mentale e sublima lo spirito, peculiare pregio, affratella orgoglio nazionale, aiuta la padronanza delle lingue straniere, contribuisce alla formazione della futura umanità. (31 marzo 2015) INTERESSE VITALE Il libro aperto scomparve Più non taglia la falce Il martello chiodo non batte Il sole non nascente Il tramonto grigio-nero nero Il rosso campo ignorante La stella dell’unità nazionale Polvere divenne nell’universo silente Un Dio per la povera gente! Qualche cosa per il lavoratore? Per la scapestrata età giovanile? La critica della economia politica Speranza della rinata umana fratellanza Pioniere cocciuto il tuo interesse lotta Critica sempre critica e sempre critica. (4 aprile 2015)
La frase italiana è composta
da Soggetto e Predicato
Espansioni o Complementi.
Tito zappa: Tito è il Soggetto
zappa è il Predicato verbale
perché mi dice cosa fa il Soggetto.
Il contadino Tito stamani zappa
la terra del suo orto con la zappa.
A questo punto ci sono tutte le Espansioni
che sono arricchimento della frase
che mi dicono chi è Tito (il contadino)
che si chiama Apposizione.
Poi si è detto: Stamani
che è un Complemento di tempo (quando?).
La terra è il Complemento oggetto o diretto
perché risponde alla domanda (chi-che cosa?).
Del suo orto è Complemento di specificazione
più Attributo (suo) perché risponde alla domanda:
Di chi? Di che cosa?
Con la zappa è un Complemento di mezzo
perché risponde alla domanda:
Con che cosa?
E mi dice qual è il mezzo usato
per fare quel lavoro.
Nota bene: Il Predicato verbale
esprime sempre un’azione
e all’occorrenza può essere sottinteso,
ma raramente,
mentre, in un contesto ampio,
il Soggetto può essere spesso sottinteso
per evitare ripetizioni.
L’ottimo italiano linguistico fondamento
di tutte le materie insegnamento-apprendimento
esalta l’ordine mentale e sublima lo spirito,
peculiare pregio, affratella orgoglio nazionale,
aiuta la padronanza delle lingue straniere,
contribuisce alla formazione della futura umanità.
(31 marzo 2015)
Il libro aperto scomparve
Più non taglia la falce
Il martello chiodo non batte
Il sole non nascente
Il tramonto grigio-nero nero
Il rosso campo ignorante
La stella dell’unità nazionale
Polvere divenne nell’universo silente
Un Dio per la povera gente!
Qualche cosa per il lavoratore?
Per la scapestrata età giovanile?
La critica della economia politica
Speranza della rinata umana fratellanza
Pioniere cocciuto il tuo interesse lotta
Critica sempre critica e sempre critica.
(4 aprile 2015)
DRITTO E ROVESCIO All’amico di partito veloce carpì il governo sulla medaglia inciso suo volto giovane e fiero pregiato rottame coniato. Il rinnovatore governante unico nella storia esistente ritmo frenetico e gioviale alla società paludosa impose bonifiche con occupazione. Fu liberale destra sinistra illiberale democratico riformista controriformista reazionario farsa apparenza eloquenza illusionista affrontava bacchettando ogni problema. Dame e cavalieri rivoltarono la veste gli Onorevoli a Montecitorio il settore tutti sgomitavano per vederlo e salutare tante teste cambiarono modo di pensare per il culo dove più comodo si siede. (7 aprile 2015) BOCCE GIRANTI Sono perché lo Stato mai più intervenga nella vita ingerisca io sono un liberale che auspica libertà piena della persona nel gioco della vita boccia ferma giudica, ma il debole e malato lo sfortunato e povero la madre e il piccolo? Le bocce giranti non sai dove colgono, sempre non per sempre potenza è la più forte? (8 aprile 2015) COMPAGNO DIFFUSORE Chierichetto servente ragazzo diffusore grande stessa fede Nazzareno ribelle. Santificata domenica: al prete la Messa servita all’operaio l’unità Comunista. (9 aprile 2015) UN PEZZO DI PAROLA Le vocali sono cinque e nella lingua italiana sono indispensabili per formare una sillaba insieme alle consonanti e di conseguenza le parole. A E I O U per cui prendi una qualsiasi consonante la metti prima della vocale e formi una sillaba: un pezzo di parola. (13 aprile 2015) L’IMPRENDITORE COLLETTIVO Superato lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo sugli animali e sull’ambiente del più forte sul più debole della disuguaglianza del profitto nacque l’imprenditore collettivo: nessuno proletario nessuna prostituzione. Fraterna serena armonizzazione. (14 aprile 2015) ORA E SEMPRE OPPOSIZIONE La Luna si trova nell’opposizione quando è nella fase di pienezza. L’opposizione rappresenta la relazione di reciproca esclusione tra proposizioni assume la forma di contraddizione niente può insieme essere e non essere. L’opportunismo accetta il compromesso (soluzione incompleta discutibile sul piano morale) anche in contrasto con i propri ideali pur di trarre il massimo profitto personale. Una prassi operativa storico-politica per raggiungere egoistici obiettivi con la gradualità e con il compromesso donando una tregua all’esistente ingiusto. Il buon tono borghese del misero reazionario-riformista governante o la Luna piena e il Sole dell’avvenire? (16 aprile 2015)
All’amico di partito
veloce carpì il governo
sulla medaglia inciso
suo volto giovane e fiero
pregiato rottame coniato.
Il rinnovatore governante
unico nella storia esistente
ritmo frenetico e gioviale
alla società paludosa impose
bonifiche con occupazione.
Fu liberale destra sinistra
illiberale democratico riformista
controriformista reazionario farsa
apparenza eloquenza illusionista
affrontava bacchettando ogni problema.
Dame e cavalieri rivoltarono la veste
gli Onorevoli a Montecitorio il settore
tutti sgomitavano per vederlo e salutare
tante teste cambiarono modo di pensare
per il culo dove più comodo si siede.
(7 aprile 2015)
Sono perché lo Stato
mai più intervenga
nella vita ingerisca
io sono un liberale
che auspica libertà
piena della persona
nel gioco della vita
boccia ferma giudica,
ma il debole e malato
lo sfortunato e povero
la madre e il piccolo?
Le bocce giranti
non sai dove colgono,
sempre non per sempre
potenza è la più forte?
(8 aprile 2015)
COMPAGNO DIFFUSORE
Chierichetto servente
ragazzo diffusore
grande stessa fede
Nazzareno ribelle.
Santificata domenica:
al prete la Messa servita
all’operaio l’unità Comunista.
(9 aprile 2015)
Le vocali sono cinque
e nella lingua italiana
sono indispensabili
per formare una sillaba
insieme alle consonanti
e di conseguenza le parole.
per cui prendi
una qualsiasi consonante
la metti prima della vocale
e formi una sillaba:
un pezzo di parola.
(13 aprile 2015)
Superato lo sfruttamento
dell’uomo sull’uomo
sugli animali e sull’ambiente
del più forte sul più debole
della disuguaglianza del profitto
nacque l’imprenditore collettivo:
nessuno proletario
nessuna prostituzione.
Fraterna serena armonizzazione.
(14 aprile 2015)
La Luna si trova nell’opposizione
quando è nella fase di pienezza.
L’opposizione rappresenta la relazione
di reciproca esclusione tra proposizioni
assume la forma di contraddizione
niente può insieme essere e non essere.
L’opportunismo accetta il compromesso
(soluzione incompleta discutibile sul piano morale)
anche in contrasto con i propri ideali
pur di trarre il massimo profitto personale.
Una prassi operativa storico-politica
per raggiungere egoistici obiettivi
con la gradualità e con il compromesso
donando una tregua all’esistente ingiusto.
Il buon tono borghese del misero
reazionario-riformista governante
o la Luna piena e il Sole dell’avvenire?
(16 aprile 2015)
RESISTENZA OGNIPRESENTE (un pensiero dedicato ai partigiani comunisti) Il pane secco presente passato trascorso attuale giorno dopo giorno presente sempre ribelle mangiato poco ma tanto purché durasse perpetuo ognipresente spirito umano mai asservito. (25 aprile 2015) SARCASTICA STATISTICA Sarcasmo amara ironia della sorte che si ripropone la stessa beffa per la gente al potente che tanta crudezza innalzò rovinoso precipitare: divenne perciò immortale? La statistica neutra scienza foto del reale non è previsione propagandista sondaggio strumentale appagamento ai voleri del re: divenne perciò approbatività? (6 maggio 2015) U R R A Unipolare delinquenziale fondo moneta mondiale vitello d’oro adorante primordiale peccato mortale. Uno straccio freddo sventola spettro spirito eroico battaglia rivoluzionaria rossa vittoria contro barbarie nazifascista. VENTISETTE MILIONI DI MORTI l’orrendo prezzo della liberazione tutto pagato per riscatto mondiale. Soviet compagne e compagni, grazie! (8 maggio 2015) LA RIESUMAZIONE Nipote ancor non ero bimbo gioco con le sedie immaginate barroccio due funi per le briglie la poltrona per cavallo. Passava gli appennini con il misero trasporto spunto di botte fuoco per il riscaldato nonno lavoro guadagno poco. Ribelle all’impero al nero mai piego peristi troppo presto prima volta nei resti vedo rosso ciuffo messaggero. (Martedì 12 maggio 2015) ARGINE Sorridente televisivo ostenti presenza dei boriosi vincitori sulla poltrona toscana mantieni glutei privilegiati non pensanti cinquantadue per cento allontanati. Argine contro la partecipazione degli elettori per chi e che cosa non ti domandi e spregi gli ideali rossi che eravate di splendido colore vi rimane solo la falsità del nome. (Elezioni regionali del 31 maggio 2015) VEDERE E BERE L’ottimismo fa vedere il bicchiere mezzo pieno, il mezzo bicchiere del mio ottimismo chi l’ha bevuto? E l’ottimismo che vede frantumato il suo bicchiere? (domenica 7 giugno 2015) IL GRANDE STREGONE Via il sole via il libro aperto via la falce via il martello rottamatore primo fu Bettino. Poi dalla televisione scese Silvio il ricco cavaliere sportivo e buontempone. Ultimo fu Matteo capo partito primo ministro e grande stregone che tutti mise nel calderone. (11 giugno 2015) PER UNA E Matteo era un nome San Matteo celestiale Matteuccio quello terrestre aveva la mania delle grandezze la E trattò male e fece crucciare divenne Mattuccio da legare. Matteo vezzeggiativo per tutti era Matteino era un timido bambino giocando a nascondino perse la E nel giardino divenne uno splendido Mattino. (13 giugno 2015) Distrazione moderna: Sparecchiare e riporre nel frigo la
chiavetta [UBS]. (sabato 20 giugno 2015) LA SPREMUTA La scuola cattiva tortura delle meningi spremuta della sapienza gioventù assicura vita lavoro dignità ricerca felicità. (20 giugno 2015) IGEO SALATO Primo partì sull’isola di Rodi fece il colono. La famiglia: moglie due bimbe e un bimbo duro lavoro speranze. Solo rimase in Italia la famiglia in salvo speranzoso mise. Un bimbo e la nonna feriti morte la moglie Speranza con le due bimbe in casa. Una cannonata americana quella fu la causa certa in Duomo, tedesca o americana? Due lapidi commemorative sullo sfacciato municipio Pilato non San Miniato? (25 giugno 2015) IL PENSIERO RIMBAMBITO La coscienza ogni tanto fa capolino e appare nel campo inusuale e inventa le borse di studio e i premi prestigiosi mescola con l’acqua e il detersivo per meglio lavare per riprendersi il pulito con il pensiero rimbambito. La verità è matta? (27 giugno 2015)
(un pensiero dedicato ai partigiani comunisti)
Il pane secco presente
passato trascorso attuale
giorno dopo giorno
presente sempre ribelle
mangiato poco ma tanto
purché durasse perpetuo
ognipresente spirito
umano mai asservito.
(25 aprile 2015)
Sarcasmo amara ironia
della sorte che si ripropone
la stessa beffa per la gente
al potente che tanta crudezza
innalzò rovinoso precipitare:
divenne perciò immortale?
La statistica
neutra scienza foto del reale
non è previsione propagandista
sondaggio strumentale
appagamento ai voleri del re:
divenne perciò approbatività?
(6 maggio 2015)
Unipolare delinquenziale
fondo moneta mondiale
vitello d’oro adorante
primordiale peccato mortale.
Uno straccio freddo sventola
spettro spirito eroico battaglia
rivoluzionaria rossa vittoria
contro barbarie nazifascista.
l’orrendo prezzo della liberazione
tutto pagato per riscatto mondiale.
Soviet compagne e compagni, grazie!
(8 maggio 2015)
Nipote ancor non ero
bimbo gioco con le sedie
immaginate barroccio
due funi per le briglie
la poltrona per cavallo.
Passava gli appennini
con il misero trasporto
spunto di botte fuoco
per il riscaldato nonno
lavoro guadagno poco.
Ribelle all’impero
al nero mai piego
peristi troppo presto
prima volta nei resti vedo
rosso ciuffo messaggero.
(Martedì 12 maggio 2015)
Sorridente televisivo ostenti
presenza dei boriosi vincitori
sulla poltrona toscana mantieni
glutei privilegiati non pensanti
cinquantadue per cento allontanati.
Argine contro la partecipazione
degli elettori per chi e che cosa
non ti domandi e spregi gli ideali
rossi che eravate di splendido colore
vi rimane solo la falsità del nome.
(Elezioni regionali del 31 maggio 2015)
L’ottimismo fa vedere
il bicchiere mezzo pieno,
il mezzo bicchiere
del mio ottimismo
chi l’ha bevuto?
E l’ottimismo che vede
frantumato il suo bicchiere?
(domenica 7 giugno 2015)
Via il sole via il libro aperto
via la falce via il martello
rottamatore primo fu Bettino.
Poi dalla televisione scese
Silvio il ricco cavaliere
sportivo e buontempone.
Ultimo fu Matteo capo partito
primo ministro e grande stregone
che tutti mise nel calderone.
(11 giugno 2015)
Matteo era un nome
San Matteo celestiale
Matteuccio quello terrestre
aveva la mania delle grandezze
la E trattò male e fece crucciare
divenne Mattuccio da legare.
Matteo vezzeggiativo
per tutti era Matteino
era un timido bambino
giocando a nascondino
perse la E nel giardino
divenne uno splendido Mattino.
(13 giugno 2015)
(sabato 20 giugno 2015)
La scuola cattiva
tortura delle meningi
spremuta della sapienza
gioventù assicura
vita lavoro dignità
ricerca felicità.
(20 giugno 2015)
Primo partì
sull’isola di Rodi
fece il colono.
La famiglia: moglie
due bimbe e un bimbo
duro lavoro speranze.
Solo rimase
in Italia la famiglia
in salvo speranzoso mise.
Un bimbo e la nonna feriti
morte la moglie Speranza
con le due bimbe in casa.
Una cannonata americana
quella fu la causa certa
in Duomo, tedesca o americana?
Due lapidi commemorative
sullo sfacciato municipio
Pilato non San Miniato?
(25 giugno 2015)
La coscienza ogni tanto fa capolino
e appare nel campo inusuale
e inventa le borse di studio
e i premi prestigiosi mescola
con l’acqua e il detersivo
per meglio lavare
per riprendersi il pulito
con il pensiero rimbambito.
La verità è matta?
(27 giugno 2015)
VACANZA A CAMAIORE Morricone sta musicando una canzone, la tavolata di otto magnifici è inconfondibile, Mirella, Vincenzo, Renzo, Marino, Fedora, Maria Agnese, Violante, Anna Maria. Ospite d’onore: Giulia, l’accompagnatrice, ultima arrivata, la più giovane. Ma quella fresca, più bella e simpatica è Mirella, dicono la più grande, anche la più bella e vispa. (12 luglio 2015, ore 15,17. Ombrellone n. 18 fila 5) UNA SCUSA MORTALE La morte, nei confronti dell’età avanzata, diventa timida ed ha bisogno d’inventarsi una scusa: un’influenza, un virus, una caduta. Così, naturalmente, avviene la dipartita. (31 luglio 2015) IL MILIONE Il milione è un grande romanzo di vita vissuta nel rischio nell’avventura della scoperta. Conoscenza e conoscersi nello scambio di merci e d’idee nei diversi credi della pace. Due milioni di Lire bel vivere ogni mese impulso Tricolore. (mercoledì 19 agosto 2015) AIUTI SOVRUMANI Il frutto proibito, il diluvio universale, il vitello d’oro, le catastrofi ambientali, le tragedie dell’umanità: Il buon creato aiuta l’uomo, come può. (25 agosto 2015) LODE AL GUFO Per i tuoi occhi attenti Per il tuo soffio ribelle Per le tue ali libere T’ammiro grande gufo Difensore degli oppressi Contro gli oppressori A te soletto saggio moderno Della Cavalleria l’antico fregio. (12 settembre 2015) RAGNI TESSITORI Ricordo quei libri alternativi sulla rossa bancarella scapigliati nell’aroma della festa dei lavoratori. Le mani nei fumi della cucina sulle tavolate imbandite di volere disegni della grande sete di sapere. Conoscenze vaste sensibili coscienze fiere lotte e alfine vivere pienamente o selvagge vite eternamente schiave? L’avvenire è il passato sangue versato istinto richiamo studio serio e fermo fiero ragionamento modesto e sincero. Martiri disperati angeli smarriti indomiti spiriti ideali viventi sempre belli cuori e capi rossi lucenti ragni tessitori. (1 ottobre 2015)
Morricone sta musicando una canzone,
la tavolata di otto magnifici è inconfondibile,
Mirella, Vincenzo, Renzo, Marino, Fedora,
Maria Agnese, Violante, Anna Maria.
Ospite d’onore: Giulia, l’accompagnatrice,
ultima arrivata, la più giovane.
Ma quella fresca, più bella e simpatica
è Mirella, dicono la più grande,
anche la più bella e vispa.
(12 luglio 2015, ore 15,17. Ombrellone n. 18 fila 5)
La morte,
nei confronti dell’età avanzata,
diventa timida
ed ha bisogno d’inventarsi una scusa:
un’influenza, un virus, una caduta.
Così,
naturalmente,
avviene la dipartita.
(31 luglio 2015)
Il milione è un grande romanzo
di vita vissuta nel rischio
nell’avventura della scoperta.
Conoscenza e conoscersi
nello scambio di merci e d’idee
nei diversi credi della pace.
Due milioni di Lire
bel vivere ogni mese
impulso Tricolore.
(mercoledì 19 agosto 2015)
Il frutto proibito,
il diluvio universale,
il vitello d’oro,
le catastrofi ambientali,
le tragedie dell’umanità:
Il buon creato aiuta l’uomo,
come può.
(25 agosto 2015)
Per i tuoi occhi attenti
Per il tuo soffio ribelle
Per le tue ali libere
T’ammiro grande gufo
Difensore degli oppressi
Contro gli oppressori
A te soletto saggio moderno
Della Cavalleria l’antico fregio.
(12 settembre 2015)
Ricordo quei libri alternativi
sulla rossa bancarella scapigliati
nell’aroma della festa dei lavoratori.
Le mani nei fumi della cucina
sulle tavolate imbandite di volere
disegni della grande sete di sapere.
Conoscenze vaste sensibili coscienze
fiere lotte e alfine vivere pienamente
o selvagge vite eternamente schiave?
L’avvenire è il passato sangue versato
istinto richiamo studio serio e fermo
fiero ragionamento modesto e sincero.
Martiri disperati angeli smarriti
indomiti spiriti ideali viventi sempre belli
cuori e capi rossi lucenti ragni tessitori.
(1 ottobre 2015)
Nuotare calmo e leggero con la maglietta di color bianco confuso dai bimbi bagnino nel mare sereno. (10 ottobre 2015) LA VANGA E IL FUCILE La vanga ha una lama e una staffa di ferro sul manico di legno. Per lavorare la terra incalliscono le mani la fatica la fame sazia. Il fucile ha la canna di ferro con il calcio di legno spara pallottole di piombo. La vanga fa bene e pace il fucile fa male e morte sparare indurisce il cuore. (28 ottobre 2015) LA SCUOLA DIVERTENTE La scuola non è né bella né brutta perché è diventata simpatica e divertente: il primo giorno dopo ogni festa insegna sorridente a suonare e cantare. Dalla scuola dell’infanzia a quella superiore il messaggio innocente e giovane di canti e note inumidisce e apre gli occhi alla gola stringe sollecita la speranza e palpita nel cuore. (lunedì 2 novembre 2015) AMACA NEUTRA Vecchio fu giovane stesso entusiasmo metalmeccanico diffusore del giornale di quell’unità dei lavoratori dell’ideale del combattente Gramsci sapiente lucido puro morto inflessibile attuale invitto. Ma quell’inserto cuore estraneo dannoso spreco ironico del benestante piccolo satiro borghese privilegiato al giovane operaio faceva ribrezzo e l’intellettuale brillando di fatto tradì le aspettative del mio sogno. Sull’amaca ancor oggi si dondola ben rinnegando la coscienza perduta incolpa altri con candida perfidia potere economico assenza di politica a sua scusa chiama e non suscita la lotta nessuno sprona ma neutro nel vento vaga. (6 dicembre 2015) PACE E BENE La contaminazione è negativa Accogliere e conoscere è intelletto Lo spirito finalmente è fraterno Il potere denaro è cancellato Pace e bene è attuato Il mondo è salvato. (8 dicembre 2015) LEOPOLDA APOLOGIA Il capo di tutto e di tutti esalta i suoi cambiamenti e iniziano le discussioni. Rottamato tutto e tutti vecchi vecchio giovani fraterni pensieri rimpianti. I giovani più forti determinati ottimisti volonterosi senza scrupoli sono cambiamento e nuovi orizzonti. Lo spirito sensibile perso banca finanza sistema mercato calvario cliente truffato impiccato. Pinco Caio Sempronio e altri scampati dai boschi esempi splendidi giovani già futuri. (domenica 13 dicembre 2015 h. 9:13) PICCOLI SERPENTI Grandezza potenza ricchezza muro trincea divisa fucile: vostro crimine vostro suicidio. Noi povero popolo senza Stato internati torturati spiriti fieri: piccoli serpenti volanti. (14 dicembre 2015)
Nuotare calmo e leggero
con la maglietta di color bianco
confuso dai bimbi
bagnino nel mare sereno.
(10 ottobre 2015)
La vanga ha una lama
e una staffa di ferro
sul manico di legno.
Per lavorare la terra
incalliscono le mani
la fatica la fame sazia.
Il fucile ha la canna di ferro
con il calcio di legno
spara pallottole di piombo.
La vanga fa bene e pace
il fucile fa male e morte
sparare indurisce il cuore.
(28 ottobre 2015)
La scuola non è
né bella né brutta
perché è diventata
simpatica e divertente:
il primo giorno
dopo ogni festa
insegna sorridente
a suonare e cantare.
Dalla scuola dell’infanzia a quella superiore
il messaggio innocente e giovane di canti e note
inumidisce e apre gli occhi alla gola stringe
sollecita la speranza e palpita nel cuore.
(lunedì 2 novembre 2015)
Vecchio fu giovane stesso entusiasmo
metalmeccanico diffusore del giornale
di quell’unità dei lavoratori
dell’ideale del combattente
Gramsci sapiente lucido puro
morto inflessibile attuale invitto.
Ma quell’inserto cuore estraneo
dannoso spreco ironico del benestante
piccolo satiro borghese privilegiato
al giovane operaio faceva ribrezzo
e l’intellettuale brillando di fatto
tradì le aspettative del mio sogno.
Sull’amaca ancor oggi si dondola
ben rinnegando la coscienza perduta
incolpa altri con candida perfidia
potere economico assenza di politica
a sua scusa chiama e non suscita la lotta
nessuno sprona ma neutro nel vento vaga.
(6 dicembre 2015)
La contaminazione è negativa
Accogliere e conoscere è intelletto
Lo spirito finalmente è fraterno
Il potere denaro è cancellato
Pace e bene è attuato
Il mondo è salvato.
(8 dicembre 2015)
Il capo di tutto e di tutti
esalta i suoi cambiamenti
e iniziano le discussioni.
Rottamato tutto e tutti
vecchi vecchio giovani
fraterni pensieri rimpianti.
I giovani più forti determinati
ottimisti volonterosi senza scrupoli
sono cambiamento e nuovi orizzonti.
Lo spirito sensibile perso
banca finanza sistema mercato
calvario cliente truffato impiccato.
Pinco Caio Sempronio e altri
scampati dai boschi esempi
splendidi giovani già futuri.
(domenica 13 dicembre 2015 h. 9:13)
Grandezza potenza ricchezza
muro trincea divisa fucile:
vostro crimine vostro suicidio.
Noi povero popolo senza Stato
internati torturati spiriti fieri:
piccoli serpenti volanti.
(14 dicembre 2015)
CIARLOTTA PRIMA La giovane politica istruita nella rozza èra avventata passava serena e bella nel regno della ciarla. Ritornati alle leggi naturali orrori dalle foreste ai paesi incantava con parole bevibili ignari giovani e deboli vecchi. I precetti seguiva a modo suo ché adorava il potere e il capo onorava il banco amava il babbo se stessa, ma il prossimo, quando? Ambiziosa scaltra magica divenne Ciarlotta Prima osannata eccezionale cosa mai successa a Roma una donna Presidente della Repubblica. (lunedì 21 dicembre 2015, 11:52) MANICOMIO Ieri, sta cambiando? Oggi, che cosa sta facendo? Domani, che farà? Con questo: “Qua-qua” il manicomio, riaprirà? (Expo, 19 luglio 2014) CORTO E LUNGO Il libero mercato Pubblicità e concorrenza. Il prezzo abbassa La qualità alza. Offrono sconti e vantaggi Ma è il nome il suggello. La co-sumo s’abbrevia: Pesche g.b.bel. Eu.1 con macula. La essi-mercato s’allunga: Pesche squisite centesimi ottanta. Tutte tanto belle col tricolore Marchio italiano naturale. (7 settembre 2015) FUMETTI IN PENA Il topolino parte puntuale arriva alla posta fiorentina in castigo si ferma. Il bimbo sempre aspetta il postino non consegna la mamma lo salva. A niente è valsa la protesta ogni volta la mamma lo salva lo salva in via Mezzetta. Ma quanti fumetti in castigo della fantasia compagni sono in pena abbandonati? (9 settembre 2015) Non si cura la malattia se non si conosce la Causa. (30 giugno 2012) BOZZA PER UNA POESIA La ricchezza si arricchisce con la povertà. L’ignoranza è vilipesa dalla cupidigia. Il cumolista spadroneggia sul menefreghismo. La non partecipazione dei normali cittadini lascia spazio alla vanità del potente. La politica sarà vetrificata? (19 giugno 2014) LA DITTATURA ATTUALE Nell’era della dittatura finanziaria delle intese piccole e delle grandi sedute la semplificazione dell’insegnamento costruisce l’ignoranza complessa; politici dominanti anelano certezze: la sera stessa dell’elezione uno dei due capi concorrenti senza dubbio conquista il governo. Le primarie metafora della democrazia illudono entusiasmano la semplicità l’innocenza il misero pensare esaltano anche la democrazia in dittatura semplificano. (domenica 12 gennaio 2014) ENZO A Santa Maria Novella uno strano ferroviere con un lungo martello batte il freno del treno. Medico attento esperto visita con scrupolo i riflessi verifica. Il treno parte in ottima forma corre veloce sicuro conforta. (martedì 14 gennaio 2014) BUON COMPLEANNO
Gli anni passano
l’arte e la sensibilità restano,
buon compleanno Fanny.
(20 gennaio 2014)
La giovane politica istruita
nella rozza èra avventata
passava serena e bella
nel regno della ciarla.
Ritornati alle leggi naturali
orrori dalle foreste ai paesi
incantava con parole bevibili
ignari giovani e deboli vecchi.
I precetti seguiva a modo suo
ché adorava il potere e il capo
onorava il banco amava il babbo
se stessa, ma il prossimo, quando?
Ambiziosa scaltra magica
divenne Ciarlotta Prima osannata
eccezionale cosa mai successa a Roma
una donna Presidente della Repubblica.
(lunedì 21 dicembre 2015, 11:52)
Ieri, sta cambiando?
Oggi, che cosa sta facendo?
Domani, che farà?
Con questo: “Qua-qua”
il manicomio, riaprirà?
(Expo, 19 luglio 2014)
Il libero mercato
Pubblicità e concorrenza.
Il prezzo abbassa
La qualità alza.
Offrono sconti e vantaggi
Ma è il nome il suggello.
La co-sumo s’abbrevia:
Pesche g.b.bel. Eu.1 con macula.
La essi-mercato s’allunga:
Pesche squisite centesimi ottanta.
Tutte tanto belle col tricolore
Marchio italiano naturale.
(7 settembre 2015)
Il topolino parte puntuale
arriva alla posta fiorentina
in castigo si ferma.
Il bimbo sempre aspetta
il postino non consegna
la mamma lo salva.
A niente è valsa la protesta
ogni volta la mamma lo salva
lo salva in via Mezzetta.
Ma quanti fumetti in castigo
della fantasia compagni
sono in pena abbandonati?
(9 settembre 2015)
Non si cura la malattia
se non si conosce la Causa.
(30 giugno 2012)
La ricchezza si arricchisce con la povertà.
L’ignoranza è vilipesa dalla cupidigia.
Il cumolista spadroneggia sul menefreghismo.
La non partecipazione dei normali cittadini
lascia spazio alla vanità del potente.
La politica sarà vetrificata?
(19 giugno 2014)
Nell’era della dittatura finanziaria
delle intese piccole e delle grandi sedute
la semplificazione dell’insegnamento
costruisce l’ignoranza complessa;
politici dominanti anelano certezze:
la sera stessa dell’elezione
uno dei due capi concorrenti
senza dubbio conquista il governo.
Le primarie
metafora della democrazia
illudono
entusiasmano la semplicità
l’innocenza
il misero pensare esaltano
anche la democrazia
in dittatura semplificano.
(domenica 12 gennaio 2014)
A Santa Maria Novella
uno strano ferroviere
con un lungo martello
batte il freno del treno.
Medico attento
esperto visita
con scrupolo
i riflessi verifica.
Il treno parte
in ottima forma
corre veloce
sicuro conforta.
(martedì 14 gennaio 2014)
BUON COMPLEANNO
Gli anni passano
l’arte e la sensibilità restano,
buon compleanno Fanny.
(20 gennaio 2014)
TRAM 425 Alla fermata del tram un giovane di bell’aspetto si porta le due dita alla bocca e chiede al passante una sigaretta. La luce di un lampione illumina la fresca e tenera carne in mostra come merce in vetrina in vendita per sesso senza amore. Una bambina livida e infreddolita seduta sui gradini della chiesa chiede l’elemosina. Un’anziana pensionata rovista nell’immondizia tra gli avanzi di cibo per non morir di fame. Un artigiano che fu benestante un lavoratore provetto un grande risparmiatore tutti suicidati senza rassegnazione. Un banchiere nella disperazione trucida la moglie e i figli incendia la villetta e s’ammazza. Intere specie animali sono da tempo sparite altre in via d’estinzione malata è la vegetazione. L’acqua, la terra, l’aria sono diventate sporche e luoghi di corruzione sono impazzite anche le stagioni e il clima provoca devastazioni. Il servizio pubblico parte e arriva puntuale. Alla guida del tram 425 l’autista sorride gentile. (sabato 18 gennaio 2014)
Alla fermata del tram
un giovane di bell’aspetto
si porta le due dita alla bocca
e chiede al passante una sigaretta.
La luce di un lampione
illumina la fresca e tenera carne
in mostra come merce in vetrina
in vendita per sesso senza amore.
Una bambina
livida e infreddolita
seduta sui gradini della chiesa
chiede l’elemosina.
Un’anziana pensionata
rovista nell’immondizia
tra gli avanzi di cibo
per non morir di fame.
Un artigiano che fu benestante
un lavoratore provetto
un grande risparmiatore
tutti suicidati senza rassegnazione.
Un banchiere nella disperazione
trucida la moglie e i figli
incendia la villetta
e s’ammazza.
Intere specie animali
sono da tempo sparite
altre in via d’estinzione
malata è la vegetazione.
L’acqua, la terra, l’aria
sono diventate sporche e luoghi di corruzione
sono impazzite anche le stagioni
e il clima provoca devastazioni.
Il servizio pubblico parte
e arriva puntuale.
Alla guida del tram 425
l’autista sorride gentile.
(sabato 18 gennaio 2014)
Chi guarda indietro cammina avanti senza essere ingannato. -Non ricordo chi lo disse- Occhio e tempo aiutano la verità, fretta e dubbiezza aiutano
il falso. -Seneca- Vivrai domani? Vivere oggi è già tardi: il vero saggio è
vissuto ieri. -Marziale- La concorrenza è per il popolo un sistema di sterminio. -Louis Blanc- La classe lavoratrice o è rivoluzionaria o non è nulla. -Karl Marx- Sia, l’acre sapore delle lacrime, per non piangere,
inghiottite, stimolo aspro al lavoro, alla lotta. -Palmiro Togliatti- Il futuro si nutre del passato e diviene presente. Santa Inquisizione: sono i crimini del cattolicesimo oppure della chiesa medioevale? Semplificare l’insegnamento nella scuola pubblica significa moltiplicare l’ignoranza complessa. Ognuno si fa il partito su misura come fosse un abito; il paese e i lavoratori ne pagano il salatissimo prezzo. Dalle contraddizioni nasce il frutto di nuove verità. L’occasione fa l’uomo ladro, oppure esalta l’onestà? La povertà è un effetto della ricchezza; il capitalismo ne è la causa. l futuro dei giovani si realizza nella qualità del loro
presente. -Renzo Mazzetti- (22 gennaio 2014) IL ROTTAMATORE Il vecchio Sapiens Sapiens primo essere vivente dirigente sfruttava il più debole aiutato dall’uso fondamentale della terribile arma clava. Il Cesare romano imperatore implacabile dominatore sfruttava il più debole lo armava con il micidiale gladio per la schiavitù degli altri più deboli. Il Duce capo unico supremo possente guerriero conquistatore sfruttava il più debole lo armava con il pugnale e il moschetto contro il libero pensare degli altri più deboli. Il Governante democratico manteneva l’ordine mondiale sfruttava il più debole lo armava con il cacciabombardiere per l’eterna pace degli altri più deboli. Il Rottamatore nascerà dalle Primarie sarà un grande furbo ambizioso sfrutterà il più debole e il “cambia verso” sarà un abbaio per la sicura guida di tutte le greggi. (martedì 18 febbraio 2014) MELINA A BIZZEFFE Tartareo domicilio di norme nel combattimento feroce ambiti gloria e onore a nessun vincitor speme. Precise regole condivisero gli ettori, gli achilli, i brenni, i romani, i monarchici, i repubblicani, i democratici, i destri, i centri di la e di qua, i sinistri. I neri, i bianchi, i gialli, pellerossa, viola, arancione, verdi marziani, multicolori stellati, tutti precise regole condivisero. La Linea Gotica nella tregua europea sicura frontiera: Duce e Hitler, gli inglesi, gli americani, tutti precise regole condivisero. (giovedì 20 febbraio 2014)
Chi guarda indietro cammina avanti senza essere ingannato.
-Non ricordo chi lo disse-
Occhio e tempo aiutano la verità, fretta e dubbiezza aiutano
il falso.
-Seneca-
Vivrai domani? Vivere oggi è già tardi: il vero saggio è
vissuto ieri.
-Marziale-
La concorrenza è per il popolo un sistema di sterminio.
-Louis Blanc-
La classe lavoratrice o è rivoluzionaria o non è nulla.
-Karl Marx-
Sia, l’acre sapore delle lacrime, per non piangere,
inghiottite,
stimolo aspro al lavoro, alla lotta.
-Palmiro Togliatti-
Il futuro si nutre del passato e diviene presente.
Santa Inquisizione: sono i crimini del cattolicesimo
oppure della chiesa medioevale?
Semplificare l’insegnamento nella scuola pubblica
significa moltiplicare l’ignoranza complessa.
Ognuno si fa il partito su misura come fosse un abito;
il paese e i lavoratori ne pagano il salatissimo prezzo.
Dalle contraddizioni nasce il frutto di nuove verità.
L’occasione fa l’uomo ladro, oppure esalta l’onestà?
La povertà è un effetto della ricchezza;
il capitalismo ne è la causa.
l futuro dei giovani si realizza nella qualità del loro
presente.
-Renzo Mazzetti-
(22 gennaio 2014)
Il vecchio Sapiens Sapiens
primo essere vivente dirigente
sfruttava il più debole
aiutato dall’uso fondamentale
della terribile arma clava.
Il Cesare romano imperatore
implacabile dominatore
sfruttava il più debole
lo armava con il micidiale gladio
per la schiavitù degli altri più deboli.
Il Duce capo unico supremo
possente guerriero conquistatore
sfruttava il più debole
lo armava con il pugnale e il moschetto
contro il libero pensare degli altri più deboli.
Il Governante democratico
manteneva l’ordine mondiale
sfruttava il più debole
lo armava con il cacciabombardiere
per l’eterna pace degli altri più deboli.
Il Rottamatore nascerà dalle Primarie
sarà un grande furbo ambizioso
sfrutterà il più debole
e il “cambia verso” sarà un abbaio
per la sicura guida di tutte le greggi.
(martedì 18 febbraio 2014)
Tartareo domicilio di norme
nel combattimento feroce
ambiti gloria e onore
a nessun vincitor speme.
Precise regole condivisero
gli ettori, gli achilli, i brenni, i romani,
i monarchici, i repubblicani, i democratici,
i destri, i centri di la e di qua, i sinistri.
I neri, i bianchi, i gialli,
pellerossa, viola, arancione,
verdi marziani, multicolori stellati, tutti
precise regole condivisero.
La Linea Gotica nella tregua europea
sicura frontiera: Duce e Hitler,
gli inglesi, gli americani, tutti
precise regole condivisero.
(giovedì 20 febbraio 2014)
Se la tua aspirazione prioritaria è un mondo di pace e di fratellanza, se desideri veramente la pace dentro ogni popolo e tra tutti i popoli, prepara tutto, punto per punto, tutto per la pace. Se il tuo primo pensiero irrinunciabile si rivolge alla giustizia e all’uguaglianza, all’amore per tutti gli esseri viventi contro ogni tipo di sfruttamento e di prevaricazione, se desideri veramente la pace, distruggi tutte le armi. (lunedì 24 marzo 2014) IL NUOVO GOLIA Lo spirito offeso con la carne martoriata in gloria trova la giustizia terrena, innocente e savia, la terra promessa ai nativi toglie, ai perseguitati dona. David vincitori, ai massacri sopravvissuti, nei campi curano germogli e semi di vita libera e serena, felice e armoniosa, sensibili ospiti d’amore, vicini senza confini, fratelli di pace. Stirpe sfortunata, dispersa e perduta, disperata, nel terrore segnata dall’angoscia più cruda, salvata da sacrificali gesti di tanti altri umani generosi spontanei, giusti qualsiasi. Tanti perirono volontari nell’immane sofferenza da eccelsi eroi salvatori, seppur nell’ombra, anonimi e modesti d’ogni fede, classe e credo David fermi e forti contro l’estinzione. Il nuovo Golia appare verme proprietario egoista irriconoscente insaziabile, crudele penetra e divora le terre vicine, uccide e in ogni metro rubato, fa micidiale avamposto. Ritorna intelligente oh piccolo e mite forte e coraggioso popolo risorto! (25 marzo 2014) VITA E VITA Mangiare una più piccola semenza e un germoglio, sono nati per il tuo nutrimento? Mangiare il più piccolo bulbo e un fiore, sono nati per il tuo nutrimento? Mangiare una verdura e una frutta, sono nate per il tuo nutrimento? Mangiare un pollo e un uovo sono nati per il tuo nutrimento? Mangiare una lepre e un pesce, sono nati per il tuo nutrimento? Mangiare dell’acqua e dell’aria, sono nate per il tuo nutrimento? Mangiare tutta la natura e crudelmente gli esseri viventi, sono nati per il tuo nutrimento? Gli angeli puri e il neutro spirito, esistono? (sabato 19 aprile 2014) BOLLETTA FOLLETTA Ecco il primo periodo del 2014 di fatturazione con la lettura precedente del letturista conteggiata con quella attuale presunta si consuma ben cinque metri cubi d’acqua però i millecento con i millecentoquattro i metri cubi fanno sicuramente quattro e perché sono conteggiati e pagati cinque? Oh caro Controllo intervieni e fai giustizia perché dai primi Euro sette e trentacinque pago addirittura Euro ventinove e dieci? Per tutte le somme su somme dagli Euro sette e trentacinque perché pago Euro ventinove e dieci? Vedo assommati Euro tre e cinquantasette dovuti per Importo Acqua Anno Precedente più Euro zero e trenta per Compensazione Tariffe più Euro sei e sessantasette per Quota Fissa più Aliquota Iva del dieci per cento più Iva Ente Erogatore di Euro uno e settantanove più Servizio di Euro sette e settantacinque più Aliquota Iva del ventidue per cento più Iva su servizio e spese di Euro uno e settantuno più Arrotondamento Precedente di Euro zero e zero sei più Arrotondamento attuale di Euro zero e zero due. Il Signor Totale impone Euro ventinove e dieci da pagare ma un dubbio ribelle e atroce mi rimane perché pago un’Iva al dieci per cento e perché pago in più un’altra al ventidue per cento e tutte e due nella stessa Bolletta Folletta Fiorentina? Perché perché perché perché perché perché. Perché ? ! ? ! ? (12 maggio 2014) PER PAOLINO Sei morto e non ci credo Mi hai di nuovo sorpreso Ti vedo forte e puro all’infinito Grande compagno piccolo e fine Combattente nelle caverne Con Spartaco contro Roma A Parigi per la Comune A Mosca nell’Ottobre In Spagna e Ovunque Fiero per il riscatto Partigiano italiano Internazionale liberatore Grande carattere ribelle Comunista Semplice Rosso rivoluzionario Sempre! Volontario saresti andato Per la libertà palestinese Fino all’estremo sacrificio La morte usuale e vigliacca Con il tuo corpo Scomparse Il tuo spirito indomito Perpetuo libero liberatore Germinar del nostro Ideale Fiore di ogni stagione Immortale. Rileggendo la poesia mi rido Cazzate Avresti detto Ma ormai ho scritto. (venerdì 23 maggio 2014) COOPERARE
Cooperare significa
operare insieme per un fine.
Cooperare significa contribuire
aiutare altri in un’opera.
Cooperare
non pagare pubblicità.
Cooperare sano produrre
uguali e insieme.
Cooperare e mangiare
tutti e bene.
Cooperare non più iva
non più pubblicità.
Cooperare con i costi veri
prezzi leggeri.
Cooperare con i nostri
in armonia con l’aldilà.
E Danilo vivrà a Castelfranco
democristiano supino nell’eternità?
(mercoledì 28 maggio 2014)
Se la tua aspirazione prioritaria
è un mondo di pace e di fratellanza,
se desideri veramente la pace
dentro ogni popolo e tra tutti i popoli,
prepara tutto, punto per punto, tutto per la pace.
Se il tuo primo pensiero irrinunciabile
si rivolge alla giustizia e all’uguaglianza,
all’amore per tutti gli esseri viventi
contro ogni tipo di sfruttamento e di prevaricazione,
se desideri veramente la pace, distruggi tutte le armi.
(lunedì 24 marzo 2014)
Lo spirito offeso con la carne martoriata
in gloria trova la giustizia terrena,
innocente e savia, la terra promessa
ai nativi toglie, ai perseguitati dona.
David vincitori, ai massacri sopravvissuti,
nei campi curano germogli e semi di vita
libera e serena, felice e armoniosa, sensibili
ospiti d’amore, vicini senza confini, fratelli di pace.
Stirpe sfortunata, dispersa e perduta, disperata,
nel terrore segnata dall’angoscia più cruda,
salvata da sacrificali gesti di tanti altri
umani generosi spontanei, giusti qualsiasi.
Tanti perirono volontari nell’immane sofferenza
da eccelsi eroi salvatori, seppur nell’ombra,
anonimi e modesti d’ogni fede, classe e credo
David fermi e forti contro l’estinzione.
Il nuovo Golia appare verme proprietario
egoista irriconoscente insaziabile, crudele
penetra e divora le terre vicine, uccide
e in ogni metro rubato, fa micidiale avamposto.
Ritorna intelligente
oh piccolo e mite
forte e coraggioso
popolo risorto!
(25 marzo 2014)
Mangiare una più piccola semenza
e un germoglio,
sono nati per il tuo nutrimento?
Mangiare il più piccolo bulbo
e un fiore,
sono nati per il tuo nutrimento?
Mangiare una verdura
e una frutta,
sono nate per il tuo nutrimento?
Mangiare un pollo
e un uovo
sono nati per il tuo nutrimento?
Mangiare una lepre
e un pesce,
sono nati per il tuo nutrimento?
Mangiare dell’acqua
e dell’aria,
sono nate per il tuo nutrimento?
Mangiare tutta la natura
e crudelmente gli esseri viventi,
sono nati per il tuo nutrimento?
Gli angeli puri
e il neutro spirito,
esistono?
(sabato 19 aprile 2014)
BOLLETTA FOLLETTA Ecco il primo periodo del 2014 di fatturazione con la lettura precedente del letturista conteggiata con quella attuale presunta si consuma ben cinque metri cubi d’acqua però i millecento con i millecentoquattro i metri cubi fanno sicuramente quattro e perché sono conteggiati e pagati cinque? Oh caro Controllo intervieni e fai giustizia perché dai primi Euro sette e trentacinque pago addirittura Euro ventinove e dieci? Per tutte le somme su somme dagli Euro sette e trentacinque perché pago Euro ventinove e dieci? Vedo assommati Euro tre e cinquantasette dovuti per Importo Acqua Anno Precedente più Euro zero e trenta per Compensazione Tariffe più Euro sei e sessantasette per Quota Fissa più Aliquota Iva del dieci per cento più Iva Ente Erogatore di Euro uno e settantanove più Servizio di Euro sette e settantacinque più Aliquota Iva del ventidue per cento più Iva su servizio e spese di Euro uno e settantuno più Arrotondamento Precedente di Euro zero e zero sei più Arrotondamento attuale di Euro zero e zero due. Il Signor Totale impone Euro ventinove e dieci da pagare ma un dubbio ribelle e atroce mi rimane perché pago un’Iva al dieci per cento e perché pago in più un’altra al ventidue per cento e tutte e due nella stessa Bolletta Folletta Fiorentina? Perché perché perché perché perché perché. Perché ? ! ? ! ? (12 maggio 2014) PER PAOLINO Sei morto e non ci credo Mi hai di nuovo sorpreso Ti vedo forte e puro all’infinito Grande compagno piccolo e fine Combattente nelle caverne Con Spartaco contro Roma A Parigi per la Comune A Mosca nell’Ottobre In Spagna e Ovunque Fiero per il riscatto Partigiano italiano Internazionale liberatore Grande carattere ribelle Comunista Semplice Rosso rivoluzionario Sempre! Volontario saresti andato Per la libertà palestinese Fino all’estremo sacrificio La morte usuale e vigliacca Con il tuo corpo Scomparse Il tuo spirito indomito Perpetuo libero liberatore Germinar del nostro Ideale Fiore di ogni stagione Immortale. Rileggendo la poesia mi rido Cazzate Avresti detto Ma ormai ho scritto. (venerdì 23 maggio 2014) COOPERARE
Cooperare significa
operare insieme per un fine.
Cooperare significa contribuire
aiutare altri in un’opera.
Cooperare
non pagare pubblicità.
Cooperare sano produrre
uguali e insieme.
Cooperare e mangiare
tutti e bene.
Cooperare non più iva
non più pubblicità.
Cooperare con i costi veri
prezzi leggeri.
Cooperare con i nostri
in armonia con l’aldilà.
E Danilo vivrà a Castelfranco
democristiano supino nell’eternità?
(mercoledì 28 maggio 2014)
Ecco il primo periodo del 2014 di fatturazione
con la lettura precedente del letturista
conteggiata con quella attuale presunta
si consuma ben cinque metri cubi d’acqua
però i millecento con i millecentoquattro
i metri cubi fanno sicuramente quattro
e perché sono conteggiati e pagati cinque?
Oh caro Controllo intervieni e fai giustizia
perché dai primi Euro sette e trentacinque
pago addirittura Euro ventinove e dieci?
Per tutte le somme su somme
dagli Euro sette e trentacinque
perché pago Euro ventinove e dieci?
Vedo assommati Euro tre e cinquantasette
dovuti per Importo Acqua Anno Precedente
più Euro zero e trenta per Compensazione Tariffe
più Euro sei e sessantasette per Quota Fissa
più Aliquota Iva del dieci per cento
più Iva Ente Erogatore di Euro uno e settantanove
più Servizio di Euro sette e settantacinque
più Aliquota Iva del ventidue per cento
più Iva su servizio e spese di Euro uno e settantuno
più Arrotondamento Precedente di Euro zero e zero sei
più Arrotondamento attuale di Euro zero e zero due.
Il Signor Totale impone
Euro ventinove e dieci da pagare
ma un dubbio ribelle e atroce mi rimane
perché pago un’Iva al dieci per cento
e perché pago in più un’altra al ventidue per cento
e tutte e due nella stessa Bolletta Folletta Fiorentina?
Perché perché perché perché perché perché.
Perché ? ! ? ! ?
(12 maggio 2014)
PER PAOLINO
Sei morto e non ci credo
Mi hai di nuovo sorpreso
Ti vedo forte e puro all’infinito
Grande compagno piccolo e fine
Combattente nelle caverne
Con Spartaco contro Roma
A Parigi per la Comune
A Mosca nell’Ottobre
In Spagna e Ovunque
Fiero per il riscatto
Partigiano italiano
Internazionale liberatore
Grande carattere ribelle
Comunista
Semplice
Rosso rivoluzionario
Sempre!
Volontario saresti andato
Per la libertà palestinese
Fino all’estremo sacrificio
La morte usuale e vigliacca
Con il tuo corpo
Scomparse
Il tuo spirito indomito
Perpetuo libero liberatore
Germinar del nostro Ideale
Fiore di ogni stagione
Immortale.
Rileggendo la poesia mi rido
Cazzate
Avresti detto
Ma ormai ho scritto.
(venerdì 23 maggio 2014)
COOPERARE
Cooperare significa
operare insieme per un fine.
Cooperare significa contribuire
aiutare altri in un’opera.
Cooperare
non pagare pubblicità.
Cooperare sano produrre
uguali e insieme.
Cooperare e mangiare
tutti e bene.
Cooperare non più iva
non più pubblicità.
Cooperare con i costi veri
prezzi leggeri.
Cooperare con i nostri
in armonia con l’aldilà.
E Danilo vivrà a Castelfranco
democristiano supino nell’eternità?
(mercoledì 28 maggio 2014)
Cooperare significa
operare insieme per un fine.
Cooperare significa contribuire
aiutare altri in un’opera.
Cooperare
non pagare pubblicità.
Cooperare sano produrre
uguali e insieme.
Cooperare e mangiare
tutti e bene.
Cooperare non più iva
non più pubblicità.
Cooperare con i costi veri
prezzi leggeri.
Cooperare con i nostri
in armonia con l’aldilà.
E Danilo vivrà a Castelfranco
democristiano supino nell’eternità?
(mercoledì 28 maggio 2014)
L A POESIA Percezione reale vera concentrata fantastica astratta musica orale naturale trasmessa scrittura indelebile: Poesia. (sabato 14 giugno 2014) BOZZA PER UNA POESIA La ricchezza si arricchisce con la povertà. L’ignoranza è vilipesa dalla cupidigia. Il cumulista spadroneggia sul menefreghismo. La non partecipazione dei normali cittadini lascia spazio alla vanità del potente. La politica sarà vetrificata? (19 giugno 2014)
IL RICONOSCERE ATTUALE Qualsiasi tipo di ordinamento politico non salva l’umanità perché è l’economia che schiavizza l’umano con il dominio del capitale e il sistema mercato. (1 luglio 2014) PIANTO PER GAZA Non c’è l’arte che immortala Gaza moderna Guernica, cosa avvenne? Non solo lacrime angoscia e sangue per Spagna Repubblica aggredita, sangue e distruzione mondiale. E voi eredi, assassini di Gaza, noi nei campi di sterminio a noi dono salvezza e terra dei senza Stato. Non siete più Ebrei, i vostri antichi martiri si disperano e accolgono nel pianto le spoglie dei vostri crimini. (martedì 29 luglio 2014, ore 18)
EPIGRAMMA PER CHITI Presidente della Toscana toscano dei rossi numero nero illuso rivoluzionario retrogrado del sistema romano omologo Senatore ribelle finalmente sei più vispo e più grande ritmo del veloce governante. (Venerdì 1 agosto 2014 ore 11,30)
L A M U S I C A A S P E T T A N D O (filastrocca) La – la – la è sempre la – la – la. Sublimazione dell’umana sensibilità. La – la – la la – la la. Fondamento della società la – la – la. O quanto è importante quel “La”. Tutto il planetario tutti i sistemi e altro certamente lo sanno. La – la – la la – la – la la – la – la. Tutti animali e vegetali lo sanno. La – la – la la – la – la la – la – la. Tutto quelli puri lo sanno. Tutto quelli naturali è certo. lo sanno. O amano tanto tutti amano tanto. La – la – la la – la – la la – la – la. La femmina, la la femmina, la la femmina, la … La femmina la … lo sa, lo sa, lo sa … lo sa! Certo la femmina lo sa. LA LA LA LA LA LA. La – la – la la – la – la la – la – la. La femmina certo lo sa. O amano tanto amano tanto. Tanto tanto tanto. Tutti amano tanto tanto tanto tanto. Tanto tanto tanto tanto tanto tanto. Tutti tutti amano tanto – tanto – tanto. Tanto! (martedì 12 agosto 2014, ore 13,41)
L A POESIA
Percezione
reale
vera
concentrata
fantastica
astratta
musica
orale
naturale
trasmessa
scrittura
indelebile:
Poesia.
(sabato 14 giugno 2014)
La ricchezza si arricchisce con la povertà.
L’ignoranza è vilipesa dalla cupidigia.
Il cumulista spadroneggia sul menefreghismo.
La non partecipazione dei normali cittadini
lascia spazio alla vanità del potente.
La politica sarà vetrificata?
(19 giugno 2014)
Qualsiasi tipo di ordinamento politico non salva l’umanità
perché è l’economia che schiavizza l’umano
con il dominio del capitale e il sistema mercato.
(1 luglio 2014)
PIANTO PER GAZA
Non c’è l’arte
che immortala Gaza
moderna Guernica,
cosa avvenne?
Non solo lacrime
angoscia e sangue
per Spagna Repubblica aggredita,
sangue e distruzione mondiale.
E voi eredi, assassini di Gaza,
noi nei campi di sterminio
a noi dono salvezza
e terra dei senza Stato.
Non siete più Ebrei,
i vostri antichi martiri
si disperano e accolgono nel pianto
le spoglie dei vostri crimini.
(martedì 29 luglio 2014, ore 18)
Presidente della Toscana toscano
dei rossi numero nero illuso
rivoluzionario retrogrado
del sistema romano omologo
Senatore ribelle finalmente
sei più vispo e più grande
ritmo del veloce governante.
(Venerdì 1 agosto 2014 ore 11,30)
L A M U S I C A A S P E T T A N D O
(filastrocca)
La – la – la
è sempre
la – la – la.
Sublimazione
dell’umana
sensibilità.
La – la – la
la – la
la.
Fondamento
della società
la – la – la.
O
quanto è importante
quel “La”.
Tutto il planetario
tutti i sistemi e altro
certamente lo sanno.
La – la – la
la – la – la
la – la – la.
Tutti
animali e vegetali
lo sanno.
La – la – la
la – la – la
la – la – la.
Tutto
quelli puri
lo sanno.
Tutto quelli naturali
è certo.
lo sanno.
O
amano tanto
tutti amano tanto.
La – la – la
la – la – la
la – la – la.
La femmina, la
la femmina, la
la femmina, la …
La femmina la …
lo sa, lo sa, lo sa …
lo sa!
Certo
la femmina
lo sa.
LA LA LA
LA.
La – la – la
la – la – la
la – la – la.
La femmina
certo
lo sa.
O
amano tanto
amano tanto.
Tanto
tanto
tanto.
Tutti
amano tanto
tanto tanto tanto.
Tanto tanto tanto
tanto tanto
tanto.
Tutti tutti
amano
tanto – tanto – tanto.
Tanto!
(martedì 12 agosto 2014, ore 13,41)
IL CURIOSO ECO (ALLEGRO SOVVERSIVO) La fantasia alla realtà donò la magia. Ogni cosa insignificante la parola ebbe. Ogni essere il curioso eco riuscì a musicare. Allegro sovversivo il curioso eco. Mani e piedi e zampe becchi e pinne e ali rami e foglie e tronchi. Allegro sovversivo il curioso eco. Battere ritmato il curioso eco. Cià – cià cià – cià – cià, cià – cià – cià – cià cià – cià! Cià – cià una crepa nel Palazzo si vede già! (giovedì 14 agosto 2014) TEMPO E VALORE Il tempo degli anni umani non basta, non è sufficiente per dare inizio al valore dell’Ideale della Pace. La Storia rifugge le brutali scorciatoie, ritmo della modernità barbaro riflesso conservato. (18 agosto 2014) SCHIZZO DI POESIA Uno sputo sulla povera pace e la carta moneta s’ingrassa e più si fa posto sulla terra e più muri si costruiscono e più muri si distruggono e più morti e rovine ci sono e più foreste selvagge regnano e più il mercato va su e giù e più la carta moneta s’ingrassa. (settembre 2014) IL GIOCO INFINITO Italia in recessione ma nel 2009 la ripresa. Ripresa nel 2010, no, nel 2011 ma ancora sacrifici. Ripresa nel 2012 ribasso stima pil, ripresa nel 2013. Ripresa nel 2014 perché è rivisto il pil. La crescita nel 2014 no, per ribasso stime 2014. Ripresa soltanto a partire dal 2015. Il gioco infinito delle stime senza stima. (mercoledì 24 settembre 2014 ore 16,14) ESPRESSO NELLA RETE Mi è sempre piaciuta l’espressione dall’epoca dell’Inferno Cromo Santa Croce sull’Arno. Quell’espresso della rete misero pesce catturato dal grande mercato arrostito sulla griglia del passato. L’espressione d’oggi ritornerà insegnamento d’ ieri? Domani concreto al tocco profuma cartaceo complice intimo operaio felicemente ribelle? (1 ottobre 2014) LA CANZONE INCOLORE A o o a a I i i i E e o o A e i i – a e i i E e . . . . A o o a a E e . . . V i a – v i a C o s i – c o s ì C o s ì – c o s i C o s ì A o o a a A o o a a A o o a a A e i i – a e i i i i i i – ì ì ì ì C o s ì – c o s ì L ‘ ì C o s ì – c o s ì ì ì ì ì – ì ì ì ì L ‘ ì C o s ì A a a a A a a a A ! M a ! M a ? C o s i – c o s ì C o s i – p o v e r i P o v e r i – c o s ì . (3 ottobre 2014) LINGUA E PATRIA Lingua italiana Latina greca antica Sublime complessità Pregiata Sapienza cultura Sentimento arte Espressione unica Moderna. Negata la Lingua Tradita la Patria Governante Succube vanesio Lingua straniera sfoggia Poveri concetti biascica Grande pena suscita Lingua nostra il popolo riscatta. Interprete dignità esalta. (martedì 14 ottobre 2014)
SANTA PACE Ammazzare Il tempo? Vivilo! (16 ottobre 2014) CAVOLI MODERNI
La fantasia
alla realtà
donò la magia.
Ogni cosa
insignificante
la parola ebbe.
Ogni essere
il curioso eco
riuscì a musicare.
Allegro
sovversivo
il curioso eco.
Mani e piedi e zampe
becchi e pinne e ali
rami e foglie e tronchi.
Allegro
sovversivo
il curioso eco.
Battere
ritmato
il curioso eco.
Cià – cià
cià – cià – cià,
cià – cià – cià – cià
cià – cià!
Cià – cià
una crepa nel Palazzo
si vede già!
(giovedì 14 agosto 2014)
Il tempo degli anni umani
non basta, non è sufficiente
per dare inizio al valore
dell’Ideale della Pace.
La Storia rifugge
le brutali scorciatoie,
ritmo della modernità
barbaro riflesso conservato.
(18 agosto 2014)
SCHIZZO DI POESIA
Uno sputo sulla povera pace
e la carta moneta s’ingrassa
e più si fa posto sulla terra
e più muri si costruiscono
e più muri si distruggono
e più morti e rovine ci sono
e più foreste selvagge regnano
e più il mercato va su e giù
e più la carta moneta s’ingrassa.
(settembre 2014)
IL GIOCO INFINITO
Italia in recessione
ma nel 2009 la ripresa.
Ripresa nel 2010, no, nel 2011
ma ancora sacrifici.
Ripresa nel 2012
ribasso stima pil, ripresa nel 2013.
Ripresa nel 2014
perché è rivisto il pil.
La crescita nel 2014
no, per ribasso stime 2014.
Ripresa soltanto a partire dal 2015.
Il gioco infinito
delle stime senza stima.
(mercoledì 24 settembre 2014 ore 16,14)
ESPRESSO NELLA RETE
Mi è sempre piaciuta
l’espressione
dall’epoca dell’Inferno
Cromo
Santa Croce sull’Arno.
Quell’espresso della rete
misero pesce catturato
dal grande mercato
arrostito
sulla griglia del passato.
L’espressione
d’oggi
ritornerà
insegnamento
d’ ieri?
Domani concreto
al tocco profuma
cartaceo complice
intimo operaio
felicemente ribelle?
(1 ottobre 2014)
LA CANZONE INCOLORE
A o o a a
I i i i
E e o o
A e i i – a e i i
E e . . . .
A o o a a
E e . . .
V i a – v i a
C o s i – c o s ì
C o s ì – c o s i
C o s ì
A o o a a
A o o a a
A o o a a
A e i i – a e i i
i i i i – ì ì ì ì
C o s ì – c o s ì
L ‘ ì
C o s ì – c o s ì
ì ì ì ì – ì ì ì ì
L ‘ ì
C o s ì
A a a a
A a a a
A !
M a !
M a ?
C o s i – c o s ì
C o s i – p o v e r i
P o v e r i – c o s ì .
(3 ottobre 2014)
LINGUA E PATRIA
Lingua italiana
Latina greca antica
Sublime complessità
Pregiata
Sapienza cultura
Sentimento arte
Espressione unica
Moderna.
Negata la Lingua
Tradita la Patria
Governante
Succube vanesio
Lingua straniera sfoggia
Poveri concetti biascica
Grande pena suscita
Lingua nostra il popolo riscatta.
Interprete dignità esalta.
(martedì 14 ottobre 2014)
SANTA PACE
Ammazzare
Il tempo?
Vivilo!
(16 ottobre 2014)
CAVOLI MODERNI
(Poesia dedicata al meno dei più) Finalmente non comunista ma però con il rosso soldo hai da sempre benissimo campato per tutta la tua esistenza diventata troppo terra-terra sotto terrena alla barba degli ingenui ma sinceri. Getta la maschera meschino che sotterrasti sotto le radici dell’innocente Quercia il rosso falce e martello specchietto ruba voti ai sinceri democratici dei lavoratori derisi e abbandonati. Miserabile nell’altrui campo passato sfacciato rinnegatore del passato-presente-futuro popolare ti dichiari liberale genicamente di sinistra riformista. Ti fucilo alla schiena disertore politico traditore ma io sono un pacifista e la mia è una pallottola intelligente che uccide davvero il marciume e salva la tua residua dignità. (giovedì 30 ottobre 2014 ore 16) L A DEMOCRAZIA La democrazia nega la legge del più forte il silenzio dei più deboli. La democrazia pretende impone la partecipazione il divenire degli ultimi. (6 novembre 2014 ore 10,53) UN FALSO TOPO I criminali terrorizzano invitati alla festa finanziano il partito del capo salute ragazzi brindisi all’affossatore smaltito il padrone tutti imprenditori tutti sulla stessa barca un topo falso nel palazzo sul colle più alto manda sberleffo all’innocente fiume per simpatia dell’innesco verrà una travolgente micidiale bomba d’acqua intelligente contro un potente? (venerdì 7 novembre 2014 mezzogiorno) IL RITORNELLO Noi siam nullafacenti rapidi ignoranti fotogenici giovani belli benestanti ottimisti furbi ciarlieri noi siam sempre presenti freschi sorridenti governanti. (12 dicembre 2014 ore 17 circa) MUGGITO POSSENTE Nell’era dell’eloquenza tutti facevano le gare competendo in retorica. Una personalità all’università: “L’ingiustizia sociale soffoca i giovani ma ribellarsi non serve”. Un muu intenso profondo prolungato mani e piedi ritmicamente percossi dalla platea vola aroma di vaccina. (dicembre 2014) RIGORE MORALE Il rigore è coerenza culturale unito alla morale politica nell’intimità della coscienza nell’immaginazione fantastica diventa creativa espressione artistica. (giovedì 11 dicembre 2014 ore 15 circa)
LA FEBBRE DEL POTERE Nel quattordicesimo anno del terzo millennio la febbre del potere contagiò i governanti sempre attivi nella comunicazione continuamente parlavano al popolo vaneggiavano alterazione e confusione nell’esaltazione eccitavano fantasie il delirio di potenza imperava senza critica. I fatti reali non venivano né visti tanto meno considerati la cieca credenza inventava allucinazioni nascondeva paradossi e situazioni surreali. La non politica con l’imposta apparenza la loquacità inesauribile e stringente illudeva di ragionare per il bene comune ma i cittadini inebetiti e imbarbariti soggiacevano sotto al bombardamento delle parole e delle contraddizioni. (2 novembre 2014) P E R I
L P R E S E N T E Nel ferro e nel fuoco sventola il primo Tricolore Risorgono i martiri nelle battaglie Le giovani schiere cacciano l’oppressore Unica indivisibile Italia creare. La guerra tenace resistenza Straniera e nostra gioventù eroica Riscatta onore libera Patria Repubblica Costituzione Democrazia. Il sessantotto studentesco ribelle Violentemente eroicamente scuote Normale università sapienza scuole. Gratuità per tutti eguale istruzione. L’autunno caldo dei lavoratori Avvampa al rombo dei tamburi Giovani cortei delle officine liberatori Lavorare dignitosi vivere non morir. Governante saputello dell’era tecnocratica Pratica vecchia politica truffaldina Promette futuro mentre popolo rapina Il giovane per il proprio presente lotta, sempre. (29 dicembre 2012) IL FUTURO DEI GIOVANI Il futuro dei giovani si realizza nella qualità del loro presente. (29 dicembre 2012) ISTRUZIONE Semplificare l’insegnamento nella scuola pubblica significa moltiplicare l’ignoranza complessa. (settembre 2010) SANTA INQUISIZIONE Santa Inquisizione: sono i crimini del cattolicesimo oppure della chiesa medioevale? (17 settembre 2010) IGNOMINIA Lo straniero non sapeva tutto di quei monti e di quelle colline non sapeva tutto di quelle pianure. Lo straniero si smarriva nei labirinti dei centri antichi non trovava gli sperduti paesini. Lo straniero non conosceva quel sentiero né il sicuro nascondiglio dove bambini giocarono e ragazzi si uccisero. Il fascio littorio Salò e le camicie nere furono barbarie e distruzione. Antigone salvò quei neri cadaveri dalla furia dei perseguitati assassinati nell’aldilà dove non si perdona. L’eterna oscurità detenga le spie e i servitori dei tirarmi dannati nell’infernale pozzo dei traditori. Nessun civile perdono sia concesso al morto non uguale al morto solo rigoroso ricordo. Ancora sanguinano innocenti ferite e cumuli di coscienze tremanti testimonianze perenni. -25 aprile 2009- scritta alla notizia del disegno di legge
n.1360 che equipara il milite di Salò al partigiano e al militare che
combatterono contro l’occupante nazista. L I B E R T A’ Se per libertà intendete quella di alzarsi all’alba dopo essere andati a letto all’ora che va la gallina odio e combatto la vostra libertà. Se per libertà intendete quella di produrre per avere l’elemosina e donare a voi tutto ciò che la vita offre odio e combatto la vostra libertà. (In riva all’Arno: albori,1969) ///////////////////////////////////////////////////////////////
Finalmente non comunista
ma però con il rosso soldo
hai da sempre benissimo campato
per tutta la tua esistenza diventata
troppo terra-terra sotto terrena
alla barba degli ingenui ma sinceri.
Getta la maschera meschino
che sotterrasti sotto le radici
dell’innocente Quercia
il rosso falce e martello specchietto
ruba voti ai sinceri democratici
dei lavoratori derisi e abbandonati.
Miserabile nell’altrui campo passato
sfacciato rinnegatore
del passato-presente-futuro popolare
ti dichiari liberale
genicamente di sinistra
riformista.
Ti fucilo alla schiena
disertore politico traditore
ma io sono un pacifista
e la mia è una pallottola intelligente
che uccide davvero il marciume
e salva la tua residua dignità.
(giovedì 30 ottobre 2014 ore 16)
L A DEMOCRAZIA
La democrazia nega
la legge del più forte
il silenzio dei più deboli.
La democrazia pretende
impone la partecipazione
il divenire degli ultimi.
(6 novembre 2014 ore 10,53)
UN FALSO TOPO
I criminali terrorizzano
invitati alla festa
finanziano il partito del capo
salute ragazzi
brindisi all’affossatore
smaltito il padrone
tutti imprenditori
tutti sulla stessa barca
un topo falso nel palazzo
sul colle più alto manda
sberleffo all’innocente fiume
per simpatia dell’innesco
verrà una travolgente
micidiale bomba d’acqua
intelligente
contro un potente?
(venerdì 7 novembre 2014 mezzogiorno)
IL RITORNELLO
Noi siam nullafacenti
rapidi ignoranti fotogenici
giovani belli benestanti
ottimisti furbi ciarlieri
noi siam sempre presenti
freschi sorridenti governanti.
(12 dicembre 2014 ore 17 circa)
Nell’era dell’eloquenza
tutti facevano le gare
competendo in retorica.
Una personalità all’università:
“L’ingiustizia sociale soffoca i giovani
ma ribellarsi non serve”.
Un muu intenso profondo prolungato
mani e piedi ritmicamente percossi
dalla platea vola aroma di vaccina.
(dicembre 2014)
RIGORE MORALE Il rigore è coerenza culturale unito alla morale politica nell’intimità della coscienza nell’immaginazione fantastica diventa creativa espressione artistica. (giovedì 11 dicembre 2014 ore 15 circa)
LA FEBBRE DEL POTERE Nel quattordicesimo anno del terzo millennio la febbre del potere contagiò i governanti sempre attivi nella comunicazione continuamente parlavano al popolo vaneggiavano alterazione e confusione nell’esaltazione eccitavano fantasie il delirio di potenza imperava senza critica. I fatti reali non venivano né visti tanto meno considerati la cieca credenza inventava allucinazioni nascondeva paradossi e situazioni surreali. La non politica con l’imposta apparenza la loquacità inesauribile e stringente illudeva di ragionare per il bene comune ma i cittadini inebetiti e imbarbariti soggiacevano sotto al bombardamento delle parole e delle contraddizioni. (2 novembre 2014) P E R I
L P R E S E N T E Nel ferro e nel fuoco sventola il primo Tricolore Risorgono i martiri nelle battaglie Le giovani schiere cacciano l’oppressore Unica indivisibile Italia creare. La guerra tenace resistenza Straniera e nostra gioventù eroica Riscatta onore libera Patria Repubblica Costituzione Democrazia. Il sessantotto studentesco ribelle Violentemente eroicamente scuote Normale università sapienza scuole. Gratuità per tutti eguale istruzione. L’autunno caldo dei lavoratori Avvampa al rombo dei tamburi Giovani cortei delle officine liberatori Lavorare dignitosi vivere non morir. Governante saputello dell’era tecnocratica Pratica vecchia politica truffaldina Promette futuro mentre popolo rapina Il giovane per il proprio presente lotta, sempre. (29 dicembre 2012) IL FUTURO DEI GIOVANI Il futuro dei giovani si realizza nella qualità del loro presente. (29 dicembre 2012) ISTRUZIONE Semplificare l’insegnamento nella scuola pubblica significa moltiplicare l’ignoranza complessa. (settembre 2010) SANTA INQUISIZIONE Santa Inquisizione: sono i crimini del cattolicesimo oppure della chiesa medioevale? (17 settembre 2010) IGNOMINIA Lo straniero non sapeva tutto di quei monti e di quelle colline non sapeva tutto di quelle pianure. Lo straniero si smarriva nei labirinti dei centri antichi non trovava gli sperduti paesini. Lo straniero non conosceva quel sentiero né il sicuro nascondiglio dove bambini giocarono e ragazzi si uccisero. Il fascio littorio Salò e le camicie nere furono barbarie e distruzione. Antigone salvò quei neri cadaveri dalla furia dei perseguitati assassinati nell’aldilà dove non si perdona. L’eterna oscurità detenga le spie e i servitori dei tirarmi dannati nell’infernale pozzo dei traditori. Nessun civile perdono sia concesso al morto non uguale al morto solo rigoroso ricordo. Ancora sanguinano innocenti ferite e cumuli di coscienze tremanti testimonianze perenni. -25 aprile 2009- scritta alla notizia del disegno di legge
n.1360 che equipara il milite di Salò al partigiano e al militare che
combatterono contro l’occupante nazista. L I B E R T A’ Se per libertà intendete quella di alzarsi all’alba dopo essere andati a letto all’ora che va la gallina odio e combatto la vostra libertà. Se per libertà intendete quella di produrre per avere l’elemosina e donare a voi tutto ciò che la vita offre odio e combatto la vostra libertà. (In riva all’Arno: albori,1969) ///////////////////////////////////////////////////////////////
Il rigore è coerenza culturale
unito alla morale politica
nell’intimità della coscienza
nell’immaginazione fantastica
diventa creativa espressione artistica.
(giovedì 11 dicembre 2014 ore 15 circa)
LA FEBBRE DEL POTERE
Nel quattordicesimo anno del terzo millennio
la febbre del potere contagiò i governanti
sempre attivi nella comunicazione
continuamente parlavano al popolo
vaneggiavano alterazione e confusione
nell’esaltazione eccitavano fantasie
il delirio di potenza imperava senza critica.
I fatti reali non venivano né visti
tanto meno considerati
la cieca credenza inventava allucinazioni
nascondeva paradossi e situazioni surreali.
La non politica con l’imposta apparenza
la loquacità inesauribile e stringente
illudeva di ragionare per il bene comune
ma i cittadini inebetiti e imbarbariti
soggiacevano sotto al bombardamento
delle parole e delle contraddizioni.
(2 novembre 2014)
P E R I
L P R E S E N T E
Nel ferro e nel fuoco sventola il primo Tricolore
Risorgono i martiri nelle battaglie
Le giovani schiere cacciano l’oppressore
Unica indivisibile Italia creare.
La guerra tenace resistenza
Straniera e nostra gioventù eroica
Riscatta onore libera Patria
Repubblica Costituzione Democrazia.
Il sessantotto studentesco ribelle
Violentemente eroicamente scuote
Normale università sapienza scuole.
Gratuità per tutti eguale istruzione.
L’autunno caldo dei lavoratori
Avvampa al rombo dei tamburi
Giovani cortei delle officine liberatori
Lavorare dignitosi vivere non morir.
Governante saputello dell’era tecnocratica
Pratica vecchia politica truffaldina
Promette futuro mentre popolo rapina
Il giovane per il proprio presente lotta, sempre.
(29 dicembre 2012)
IL FUTURO DEI GIOVANI
Il futuro dei giovani
si realizza nella qualità
del loro presente.
(29 dicembre 2012)
ISTRUZIONE
Semplificare l’insegnamento
nella scuola pubblica
significa moltiplicare l’ignoranza complessa.
(settembre 2010)
SANTA INQUISIZIONE
Santa Inquisizione:
sono i crimini del cattolicesimo
oppure della chiesa medioevale?
(17 settembre 2010)
IGNOMINIA
Lo straniero non sapeva tutto
di quei monti e di quelle colline
non sapeva tutto di quelle pianure.
Lo straniero si smarriva
nei labirinti dei centri antichi
non trovava gli sperduti paesini.
Lo straniero non conosceva quel sentiero
né il sicuro nascondiglio
dove bambini giocarono e ragazzi si uccisero.
Il fascio littorio
Salò e le camicie nere
furono barbarie e distruzione.
Antigone salvò quei neri cadaveri
dalla furia dei perseguitati assassinati
nell’aldilà dove non si perdona.
L’eterna oscurità detenga le spie
e i servitori dei tirarmi dannati
nell’infernale pozzo dei traditori.
Nessun civile perdono sia concesso
al morto non uguale al morto
solo rigoroso ricordo.
Ancora sanguinano innocenti ferite
e cumuli di coscienze tremanti
testimonianze perenni.
-25 aprile 2009- scritta alla notizia del disegno di legge
n.1360 che equipara il milite di Salò al partigiano e al militare che
combatterono contro l’occupante nazista.
Se per libertà intendete
quella di alzarsi all’alba
dopo essere andati a letto
all’ora che va la gallina
odio e combatto la vostra libertà.
Se per libertà intendete
quella di produrre
per avere l’elemosina
e donare a voi
tutto ciò che la vita offre
odio e combatto la vostra libertà.
(In riva all’Arno: albori,1969)
///////////////////////////////////////////////////////////////
RENZO MAZZETTI
“Verso Levante, poesie del mio autunno caldo” Bologna anno
2009.
MARINA DI LEVANTE Il Sole si vede e non si sente M’abbaglia riflesso dal mare multiforme Gli scogli paiono fatti con la neve La Tramontana tagliente entra In tasca manca la tua mano Mentre la berretta cornicia sulle zeronove il capo S’illude di proteggere un orecchio Una Luna tonda silenziosa è quasi invisibile Percepita calda cammina al mio fianco Un gabbiano solitario libra e rimbalza alto Vola verso levante il mio pensiero Dove le colline sono scolpite nel cielo Risplende serena la neve. PASSIONE Siamo di nuovo nati nel pomeriggio ricorrenza di amori. Sembrava un bacio contatto lieve intimo usuale espressione d’affetto. Invece esplose passione il sentire intenso divenne supersonico percorso. Strada sul cui cammino quanto più complesso è umano questo nostro indefinito destino. Celestiale vortice vissuto arcobaleno in cielo stellato profondo universo penetrato. Calore fondente carne di cuori e anime congiunte via lattea fluttuante. Dopo si plana ritrovando il letto sulla concreta terra. Caldo delle coltri che raffreddi i corpi doni profondo sonno. Nel risveglio tutto non ricordiamo come fosse sogno. MAGGIO Il maggio ritorna portando l’azzurro cupo del mare che su nel cielo affoga il sole. Al tramonto un’intimità di stelle marine getta sui campi la luce che fa vedere il giusto colore delle cose. Le lucciole navigano nell’aria fatta di profondità vigilano il futuro raccolto. Tutti i rumori giungono attutiti mentre una ragazza canta le onde portano la sua voce trasformata in carezze. TUTTO TACE E tutto tace nel silenzio ritroviamo il passato. Il sentimento premonitore di un tempo dove l’inesperienza cercava cose nuove è ormai avvenuto. Arrivano idee tramontano sogni vecchi e nel presente una spinta impellente porta già nel futuro. Tutto non è più oscuro e 1′alba di un giorno urla nuove verità. Ma nel cuore tutto tace il sentimento primordiale solo rimane e dalla procreazione brulicano su questa terra gambe, braccia e teste. PRIMA VITA Sei tutto natura selvaggia che orgogliosa guardi con occhi animaleschi l’universo lontano. Gli elementi scatenati nella contesa dei domini. che la terra offriva gettavano nell’animo quelle prime paure che la mente umana mai riuscì a capire. Dell’ignoranza che tutto tramutava in fantasia quella realtà meravigliosa in speranza scaturiva come quei primi ruscelli limpidi e freschi. L’uomo, uscito dalla terra, come fosse un prodotto, forgiò i suoi sentimenti e nel vedere gli alberi frondosi l’erba verde e i cespugli, il cielo sui monti tanto immobili quanto maestosi senti finalmente di vivere e la sua mano protese trovando una mano di donna RINGRAZIAMENTO lo ti ringrazio. Ti ringrazio non come ringrazia un mendico che furtivo torna alla tana. Io ti ringrazio a cuor aperto. Era spaccato proprio nel centro e sgorgava il sangue rosso e denso. L’aveva posto tolto dal mio petto sopra un sasso.PRECIPITA IL MONDO NELL’UNIVERSO Il mondo precipita nell’universo e ora non e più rotondo come quando girava lassù intorno a se stesso. E’ divenuto più snello ed elastico fa mille smorfie e sorride per la gente che testarda ancora si tiene strettamente salda alle sue code. La sciocca luna finalmente più non si vede e le parole dette al suo chiarore più non si ripetono. Esistevano tante e tante cose ed ora sono rimaste lassù dove rimaneva attaccato il mondo e girano per inerzia cercando di attirare vecchie attenzioni. Solo una fantasia perfida può pensare ancora a quelle cose che sono state lasciate perché inutili. Uno stato affettivo piuttosto violento provoca nella memoria rimasta lassù imprigionata un sentimento di angoscia e ripugnanza.
E’ SETTEMBRE Non saprei esprimere quel sentimento sconosciuto affascinante, caldo, umano. E’ settembre e le nubi oscurano il cielo mentre già cade la fine pioggia preannunciando tempeste future. Eppure il sole splende! Ovattato nel silenzio dell’universo con i raggi fulminei come lame traspare ogni qual volta il bizzarro vento apre uno spiraglio nel cielo coperto. Primavera passata verrai ancora. Rivivendo sorridente nella freschezza del primo fiore ascolterai l’uccello cantare. Balzando di ramo in ramo di albero in albero il seme d’ogni frutto diverrà anch’esso fiore dai colori che nessun pittore potrà mai inventare o ritrarre. L’uomo liberato dall’oscuro letargo riconosce quel sentimento. Toglie dalle sue mani il guanto di pelle riparo dal freddo e con il tatto tutto percepisce ascoltando con il cuore in subbuglio il calore affascinante emanato dalle mani nelle carezze di una donna.
COME URAGANO A chi distrattamente cammina lungo la catena del montaggio il movimento può apparire fermo l’officina come un’isola lontana e le menti sembrare al sentimento che vede superficiale in numeri di matricola catalogate. Eppure vi sono arti e corpi che si muovono frenetici come gli arti ed i remi al ritmo ossessivo dei tamburi sui grandi legni antichi e le menti studiano utopie dove i poveri appaiono in sogni ricchi. Poi goccia goccia come benzina nel motore l’impegno alimenta il moto della conoscenza: Fieri alzano lo sguardo l’un nell’altro vedono se stessi e gli enormi perché diventano risposte precise prospettive reali e vicine vere ed efficaci garanzie. Così nello slancio fiducioso in bisbigli di zanzare esce l’aria dalle bocche poi le parole come abbaiare infine come uragano in urlo prorompe.
ARCOBALENO Dopo la tempesta l’arcobaleno splende nell’aria purificata. Continuano a parlare: Gigli bianchi come lame rose rosse come sangue. Di bianco c’è la schiuma del mare di rosso anche il sole poi l’amore di mille colori. il verde come gli occhi amati: Verde come le fronde degli alberi Nero come la tempesta passata. Grigio e viola come il tuo vestito. Azzurro come fumo di sigaretta il tuo profumo si dissolve nell’aria: Aria incolore come l’animo senza amore. Giallo come l’oro amata ricchezza infinita dei tuoi capelli. Bacio lieve e soave come farfalla che si posa sul fiore. DODICESIMA “STAZIONE” (Un minuto e 46 secondi) L’aratro fitto nell’amata terra seguiva silenzioso le orme lasciate dalle vacche ansanti nelle fatica. il contadino seguiva curvo e attento incitatore manipolando, scansando, allineando. E alla sera trovava vicino al fuoco il centenario suo padre dal quale ascoltava l’insegnamento della natura. Questo accadeva un tempo ma oggi il contadino è diventato operaio e l’aratro è catena di montaggio. Prima v’era la natura, oggi tutto e tecnologia Nulla in contrario per quel che riguarda la tecnologia ma tutto contro, e per questo io lotto, il potere tecnocratico che istruisce i cervelli trasformandoli in computers i quali a loro volta trasformano altri uomini in altrettante macchine che costruiscono altre macchine metalliche. Ho visto un giovane che era già vecchio e un vecchio quasi morto estraniato, sommessamente vegetante. Ma non era vecchio: Aveva appena cinquanta anni! Ed è già passata una vita: Alzati ragazzo alle cinque del mattino poi un’ora di viaggio. Alle sei suona la sirena parte la catena di montaggio e alla dodicesima “stazione” lavori alla velocità di un minuto e 46 secondi. Primo: montare la ruota anteriore usando l’apposita “zeppa” dopo essersi assicurati che sia del tipo richiesto e non presenti ossidazioni. Secondo: centrare il parafango anteriore rispetto alla ruota. Terzo: montare: (prendere il bulloncino, infilarvi la rondella e lo spessimetro. Prendere il filo e infilarvi la bussolina curvandolo nell’apposito supporto e infilarlo nel foro del mozzo, infilare la rondella e il dadino. Prendere la pinza e la chiave e bloccare il tutto tirando il filo). E registrare il freno anteriore senza che la ruota risulti frenata assicurandosi che il freno sia teso il più possibile. Torna a casa e dopo cena accendi il televisore e guardati “Carosello” ma già dormi prima che sia finito Alzati ragazzo sono le cinque del mattino e tra un’ora ti aspetta la catena di montaggio. Alzati marito sono le cinque del mattino e tra un’ora ti aspetta la catena di montaggio. Alzati padre sono le cinque del mattino e tra un’ora ti aspetta la catena di montaggio. Alzati nonno sono le cinque del mattino e tra un’ora ti aspetta la catena di montaggio. Dopo l’ultimo viaggio nella monotona assillante alba finalmente riposa in pace. Si dice che è morto bene che non si è accorto proprio di niente e non ha sofferto neppure un poco. POVERA MACCHINA MORTA Eri nella fatica assillante che nella massacrante cadenza ottenebrava il cervello e affiacchiva le membra. Al ritmo della catena di montaggio nella fabbrica prigione vegetavi invecchiando e alla sera avevi già sonno prima del “Carosello”. Ma il tuo era un altro mondo non quello illuso pari a te stesso che inerme subivi inconscio la violenza, il sopruso, l’inganno. Mai diventasti uomo. Neppure alla tua morte lasciasti una briciola di conoscenza del tuo stato di essere che ti videro spegnere a poco a poco senza fare alcuna domanda, senza chiederti nessun perché. Ed ora giaci povera macchina povera macchina morta senza un grido, senza un guaito. PROTAGONISTI Perché morire senza la vita? Nel tutto che ti s’avanza nel presente sei già futuro proiettato dalla profondità dei sentimenti fraterni perenni non trovi l’albagiosa versione ma la concretezza delle verità. La battaglia umana diventa realtà perché della dignità porta l’impronta di una vita discussa e lottata. E per le “lacrime amare inghiottite dagli occhi lontano guardanti” Stringi la mano e sferra il pugno! E il cuore già batte più forte e le gambe già corrono lontano. Ma è qui che l’avvenimento di vita assume dove l’occhio dall’alto più non vede negli orizzonti dell’intimo indomito sofferente e uguale nelle aspirazioni figura di sommi capi protagonisti. ORE ZERO TRE L’orologio nel silenzio batte forte ogni secondo. L’usignolo trilla un verso. La notte m’è compagna. Penso. Torturo con timori la mente. Subbuglio completo. Agitazione. Ore zero tre: Notte insonne. Ripenso. Avvezzo non alle gioie ma alle sconfitte nel cuore il dolore ancor convive con speranze. Un cane abbaia chissà a che cosa o forse perché è legato a catena altri gli rispondono in canea. Stranamente desidero una catena da stringere alla banchina quale riparo all’amaro del tumultuoso salato. Un gallo canta ripetutamente stridulo gli risponde un altro ripetutamente rauco e un altro ancora risponde ridicolo. L’immagino spennacchiati senza cresta né coda perché mi fanno rabbia. Imbucherò questa lettera indirizzata alla fata e dopo in barba all’alba proverò a coricarmi nel letto troppo grande per me che mi sento piccolo piccolo deluso inutilmente solo. Ritroverò nel sogno il Mulino d’Era col ponte inconfondibile trepidando nel1′incontro? SINTESI E’ turchino il cielo. Questa sera s’affoga nel pianto di un sole gocciolante che ancora non vuol morire. Ed è in contrasto alla vita che pulsa e germoglia quella potente e sicura montagna. E’ nero il cielo. Questa notte trascorrendo sospira. Sogni di primi baci: Cerini che accendono sigarette, sigarette che accendono falò, ululati di sirene umane nelle selve avvampanti. Strette fulminee di mani. Teste che si intrecciano. Capelli che si legano. Labirinti di sentimenti in sensazioni di abissi profondi che appaiono luminosi nell’esplodere dell’intimo e reciproco sole. Poi, l’alba di tutti. L’EROINA La si può immaginare come sogno fantastico invocare quando ogni volontà d’avvenire non è scoperta né voluta né combattuta né perseguita in quell’epica scommessa che è la vita, dove la cultura, l’intelletto, l’amore, il dolore, la lotta, la speranza, la fratellanza diventano duri cimenti di menti e corpi nello sforzo d’essere umani. L’eroina non è fata né mago ma semplice orrido suicidio e non vale la pena darsi sogno in quell’angoscia perché nell’artificiale l’umano scompare e il loro sporco mondo s’ingrassa ingollando sporca carta moneta Aspettiamo l’altra morte naturale a compimento di vita veramente vissuta quale esperienza umana nell’ultima emozione terrena. FRATELLI Ed era sulla terra dove già gli elementi erano materia e dalla materia venivano forgiandosi già i sentimenti intrinseco di nuove volontà. Non era il nulla quel nulla che sapeva del nulla.
Era aria e vento, era pioggia e fulmine,era gelo e neve, era tumulto dei fiumi, era il restringersi dei laghi, erano i primi monti, era il formarsi dei mari, e degli oceani, erano le stelle, erano gli altri pianeti, era l’universo: è natura tutta da scoprire.
E l’essere divenne uomo:Sentimento, cervello, pensiero, volontà, coscienza, morte. Amiamo la vita prima della morte!
Già da troppo tempol’uomo crede di vivere ma succube di un giogo da pochi inventato da sempre sta morendo. Per lo sfruttamento, l’ingiustizia, l’ignoranza, è cosa nel potere altrui come fosse macchina con un cervello addomesticato. Fratelli di ogni giorno nella pace lottiamo e il presente non sarà il passato ma diverrà reale futuro se insieme costruiremo qualcosa di nuovo e diverso. LO “STRANIERO AMICO” Ho sentito lo sferragliare dei carri armati giungere da lontano per calpestare il Suolo altrui. Ho visto i giovani di quel popolo orgoglioso scrivere sulle strade, sui muri e su quei mezzi d’offesa. Ho sentito lo sbraitare dei falsi democratici e dei falsi liberisti qui, nel mio Paese che inneggiavano alla loro libertà e mentre una fiamma umana faceva la sua prima comparsa ho scorto un sorriso: “Che si brucino tutti!” Io guardo l’Italia e vedo lo “straniero amico” con le sue basi e le sue armi calpestare il mio Suolo calpestare il mio pensiero; ma non mi brucio: Combatto! POVERTA’ Eccola che cammina e nell’illusione vive da quando ormai nacque. Tutto lo splendido contorno non vale più niente e rimane il centro di quello che l’occhio vede ed il cuore ancora sente percepisce e piange. Povertà nell’animo spoglio! Povertà nell’anello d’oro! Povertà nel lindo vestito! Fuggiamo da questo noi stesso e con le scimitarre facciamo a pezzetti il cielo e gettiamoci dentro i missili evadendo da questo mondo. Le radici però rimangono e abbarbicate nell’oscurità della terra ancora trovano un po’ di nutrimento Illusione che vive e già cammina da quando ormai nacque e cercando solo la morte attanaglia coi denti sporchi putride carni animali. CREATURE Camminano nuotano volano Terrestri marini celesti Ansiosi immersi dispersi Desiderosi soddisfare sensazioni. Viventi esseri diversi Istinti passioni aspirazioni Speranza serenità conoscenza Prelude generazione nuova. E. Molteplici attività sensibili Splendide espressioni creative Generose percezioni spirituali Gioiose affettività universali. L’amore diversità eguaglia!
RIVIVE PER LE NOSTRE MANI La materia rubata all’utilità dell’armonia dal suo essere nel voler essere con altre materie nell’ambiente naturale appare alla superficie per un’arte che il silenzio-chiasso del tempo secco o piovoso, ventoso, assolato o nuvoloso vede la montagna, la ghiaia, la sabbia la terra, l’albero, l’acqua, gli animali, l’uomo e la donna. L’uomo e la donna: materie e spiritualità, istinti e sentimenti, cervelli e pensieri; intelligenze da decenni costruite nelle esperienze tramandate ricercate, scoperte e studiate costruiscono facendo rivivere. Ed ecco il lavoro l’arte più valida dal potente sfruttata nel dare ricchezza solo alla ricchezza nel dare fatica e alienazione e morte per sopravvivere all’uomo e alla donna poveri semplici artisti inconsapevoli. Non è forse arte arte sfruttata viva quando il minatore estrae, il siderurgico cola, il metallurgico modella, il metalmeccanico costruisce? E muove, ferma, riparte. L’artista genio dal blocco di marmo con scalpello e mazzuolo liberò un angelo! QUALE? Quale sconsolata tristezza emana quell’albero abbattuto? Quale volto serio e impassibile accoglie le sue membra squartate? Quale cuore batte per un cuore che non batte? Quale cielo nuovo cerca l’uccello migrante? Quali luoghi lontani cercano gambe stanche? Forse solo l’eco dell’eco dei giorni ormai perduti nella sconfitta del tempo riesce a far dimenticare? QUESTO SILENZIO Non ci dirà niente questo silenzio che da noi voluto nel rimpianto presage la solitudine. Non dirà: Abbracciatevi stringetevi voletevi bene. Questo silenzio non ci dirà niente per ritrovare l’amore. Solo una cosa ci dirà: Piangete! Ma io non voglio piangere. Per questa nostra vita voglio trovare altra vita da donare all’altra. E tu rivivrai ancora in un sogno diverso. LACRIME
Bianche gocce lacrime rigano il vetro della finestra Dalle fessure entrano fiati sconosciuti freddi. Chi piange stanotte? Sarà forse il cielo maestoso superbo infinito? Sarà forse un solitario nuvolo sensibile alla brezza che lo porta in parte a coprire la Luna? Un lampo silenzioso illumina un riflesso conosciuti occhi sorpresi subito risvaniscono vergognosi. DAREMO LA NOSTRA MANO Sì, daremo l’inferno all’albagia e a chi da vivo conoscerà l’arcano regno di Dio. Ma daremo la nostra mano a chi nella ricerca e nello studio profondo cercherà la conquista non atea ma scientifica e non calpesterà la Luna o gli altri pianeti come avventuriero. Ma come uomo libero cercherà lassù nell’universo la conoscenza che affratella nella consapevolezza senza paura. NELL’OSCURITA’ Nell’oscurità canteremo le canzoni dei ricordi dei sorrisi passati e gli occhi di nuovo splenderanno. Se una luce rischiarerà l’oscurità vedremo i nostri volti rigati dalle lacrime. Ma non saranno lacrime amare. Saranno le lacrime dello sfogo da tanto tempo trattenuto che soffocava le parole prima sussurrate alle orecchie sorde. Queste lacrime urleranno parole e come ruscelli fra tutti gli uomini daranno all’utopia di quella libertà la concretezza dovuta per la verità della fratellanza RICORDO DI UNA POESIA Sentivo qualche cosa poco tempo fa mentre pioveva. Sentivo con l’udito battere le gocce: della fredda pioggia contro i vetri della mia finestra. Mi sentivo solo poco tempo fa e il mio cuore batteva assieme alle mie palpebre al rombo dei tuoni. Sentivo qualche cosa poco tempo fa mentre pioveva. ZEROQUARANTADUE Senza alcuna ragione ragionata le braccia e le gambe frenetiche si muovono precise e le mani attente, veloci, lontane si attaccano ai pezzi innestandoli opportunamente. In questo non vivere nell’ammasso di ferro lavorato di viti e rondelle e bulloni e trapani e chiavi e motori il cervello diventa piombato tenta di fuggire la realtà nella testa disturba. Uomini e donne protagonisti consapevoli della fatica alienante assorbono grammo su grammo nocività sopravvivono ai tempi di produzione costruiscono utilità. RASSEGNA DI GIORNI CAMPESTRI Dai campi il sudore del giorno passato evapora solitario nel cielo rischiarato dal primo sole del giorno dopo. Nella notte stagnava sulle verzure quale paterna mano callosa, ruvida, sincera che cura e veglia. Tutti dicono che è rugiada senza calore né anima ma è sudore stagnante ed è trasformato in vapore nell’aria fresca del mattino. E mentre le lacrime affogano gli occhi della fatica nel cielo sfrecciano i missili, si plana sulla luna, si penetra nel mistero profondo che silenzioso e impalpabile è divenuto vicino universo. Poi ritorna. Nell’altro tramonto un belletto da donna sorpassata porpora di rosa l’orizzonte. Ed è la luce viva e splendente che si smorza nel contrasto di un’altra primavera sopraggiunta. Ed è un altro sorriso al crepuscolo apparso che splende sul cammino dove stanchi uomini e stanchi armenti dondolano le teste sotto al giogo insieme al trattore dal metallo divenuto rovente. VOLESSERO PER UN POCO FUGGIRE Se gli uni o gli altri volessero per un poco fuggire dai loro forse e perché prenderebbero una rivoltella e certamente si sparerebbero. Ucciderebbero tutti i forse e perché e la risposta sarebbe quella che è. Una fossa viene scavata una lapide costruita e una croce nel marmo incisa. Dovesse una ribellione stroncare tutte le cose come stronca la povertà, la ricchezza saremmo tutti dei ribelli e correremo per le strade prendendo tutto a fucilate. Non è possibile scagliare un sasso contro un altro sasso più grande e per far questo bisognerebbe prendere un mondo e scagliarlo contro il mondo. L’esattezza dell’universo utilizza tutto lo spazio e non esiste un sol passaggio stretto. PENSIERI Un sorriso non più bianco non più nero né giallo aprirà la strada alla vita. Quando il padrone più non esisterà nelle officine il proletario diverrà libero uomo: Così avverrà la fratellanza! Certamente altre parole dovranno scaturire diversamente per comunicare le sensazioni, per dire dell’economia, della scuola del lavoro, della letteratura, delle ricerche, delle esplorazioni ultraterrestri Cosa diranno quelle parole? Per i sentimenti basterà dire: Amore. STORIA D’EMIGRANTE Della terra non tua tutto sapevi e amavi fin da quando le tue mani infantili già erano callose e sapiente curavi i raccolti, i frutti, le verzure. Nella tua calda aria sicula avesti le prime ingiustizie ma ancora non capivi nascondendo la rabbia che cieca e succube nel tuo sangue fermentava come il buon vino fermenta nel tino del contadino. E domandasti al vecchio che le storia aveva vissuto e discutesti col giovane che sarebbe stato nella storia e imparasti a guardare te stesso e come vivevi. Così, nei ritagli di tempo, cominciasti e studiare. Nella caparbietà degli intenti e del sapere ritornarono gli entusiasmi soffocati alle elementari ed ora uomo che ritorni bambino leggi e finalmente scrivi. E il bambino domanda un perché e l’uomo che studia riesce e dare una risposta fino a che è l’uomo che domanda ed è l’uomo che risponde. Ora sai l’origine delle ingiustizie: il latifondista che non ama e tanto meno lavora la terra ingordo di soldi e di potere feudale in tutto specula e prima di tutto sulla gente onesta, misera, ignorante. Poi, costretto come migliaia e migliaia di altri uomini abbandoni la moglie e i figli e la terra del tuo sudore emigrando triste e sconfitto nella speranza. Ti avevano promesso un buon lavoro e un buon salario, e dopo poco tempo la possibilità di alloggio per le
famiglia. Ma già sono tre anni che vivi vegetando martoriato dalla catena di montaggio nella fabbrica prigione e nell’unica stanza dove mangi e dorali e mezzo con un altro il groppo alla gola ti prende nel pensare ai A mo’ di macchina automatica sei trasformato dall’ingranaggio che di uomo tutto frantuma mentre la televisione propina “carosello” e fa vedere il mondo dei ricchi per far dimenticar noi
stessi Ma sai e non ti illudi mentre costruisci nella lotta partecipa il tuo granello utile nel dar senso al mosaico di un mondo diverso. “E loro retrogradi di ogni razza già tinti nel verde della muffa dei castelli feudali già larve disumane che odiano l’uomo più niente hanno da dire altro che confessar le loro colpe al Tribunale della Povera Gente”. GENTI Sia il soffio possente gettato dal fiato operaio a spazzare monti di cenere di un passato che non rinasce. Parlate poveri: Perché non sapete parlare insegnate agli avvocati. Scrivete poveri: Perché non sapete scrivere insegnate agli scrittori. Costruite poveri: perché non sapete costruire insegnate agli architetti. La nuova era e vostra! Non più la storia è fatta dai generali non più la scienza è fatta dai geni. Ed è questo già rivoluzione. RITORNERAI Lontano dalla tua terra lontano dal cuore della tua amata gente straniero tra stranieri vendi giorno dopo giorno la tua forza senza amore. Fratello emigrante scacciato dal tuo paese dalle tue officine e dai tuoi campi ritornerai: La dove il cuore si rigonfia d’amore per le lacrime della tua gente avrai la vita nuova e vera. La dove la tua mano forte, callosa, sincera stringerà le nostre mani forti, callose, sincere troverai altri fratelli. OSSERVEREMO Osserveremo ciò che avremo fra le mani e vedremo altre tante mani tre le mani. Delle impressioni sfuggevoli ci faranno ricordare quelle altre mani vuote che stringevano l’aria che portava ancora impressa la sua figura. Ricordi scolpiti nella mente diverranno nuove realtà mentre la mente sarà cosa occulta volatilizzata fra le particelle del cervello. Verranno altri nuovi pensieri e formeranno nuove menti che cercheranno l’altra mente nel cervello. Tutto ci sembra già accaduto e a niente più faremo caso e solo il presente sarà il passato. Prendere tutto e fuggire da tutte le particelle, da tutto il sangue e trovare altre nuove strade che non incise da altri passi docilmente si faranno percorrere senza dire che quei passi sbagliano. E l’uomo certamente è uomo con perché e forse e vive, e vive, e muore sempre. UN CUORE Un cuore batte nel corpo vuoto. Non più il sangue riscalda le membra vizze ma il cuore batte batte l’aria! Il sangue seminato dalle ferite dagli amori lasciate ha riempito le impronte che una vita per il proprio cammino riuscì ad imprimere. La terra spugna mai sazia ha assimilato quelle orme ricolme e al mattino solo v’è rimasto quel colore rosso che brilla al sole. Rugiada della notte che al giorno fuggi nasconderai per la cecità agli occhi donata da un sole troppo vivo le immagini dei ricordi SERENO Uno spiraglio nel cielo si apre: sorrisi sinceri e nuovi occhi splendenti. La tempesta è passata trascorsa nel vortice di lampi e tuoni e pioggia. L’acqua stagna nelle asperità del terreno e nelle conche delle strade mentre le nubi fuggono lontano a gettare vecchie paure nel cuore che piange a gettare vecchie felicità nel cuore arido. Ma l’arcobaleno cosa vuole? Arriva il sereno! IDEE Il peso di questa aria sostiene le idee che vivono cibandosi di menti. Rimangono crani vuoti e le idee volano da altri crani cibandosi di altre nuove sostanze. Le menti vuote dondolano dentro ai crani vuoti e le idee rimangono sospese, appesantite Delle bocche si aprono mangiano queste idee e gli stomachi si gonfiano ma i crani rimangono vuoti. Dei pupazzi si vanno a poco a poco formando mentre le idee si moltiplicano vivendo staccate dalle menti che cercano invano di afferrare. Le pupille degli occhi sono formate da innumerevoli puntini luminosi che si confondono con altri puntini sostenuti dal peso di questa aria. PRIMO MAZZETTI Gli operai del Comune con vanghe e piccone hanno rotto la lapide e riscavato la fossa hanno trovato il logoro legno: Così ho visto “resuscitare” mio padre. Ho visto tutte le sue ossa e il suo cranio rotto. Oltre al suo lavoro dette anche la vita e ancora non è stata fatta giustizia. (Vive ancora la società capitalista!) Ma il cervello ragiona e il sentimento percepisce già nel sangue utopie dove i poveri sono ricchi e realtà trasformate scientificamente diventano nuove realtà da sviluppare. Con la compagine che poco gioisce ma tanto lavora e soffre la fierezza consapevole avanza a milioni di volti sorride e lotta dura senza paura in modo di vivere e non più morire. LA VITA Senza il sogno la vita cosa sarebbe? Sarebbe una vita troppo, troppo terrestre. E tu sei la parte di vita dove il sogno fantastico illumina il mio cielo nuvoloso L’IDEALE Il numero degli anni non determina il superamento dell’Ideale. E’ l’Ideale che scandisce anche il tempo e il tempo è continuamente vecchio e superato. ////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
RENZO MAZZETTI DAL MIO CRANIO DAL MIO CUORE “10″
Collana Cento Poeti PELLEGRINI EDITORE
Cosenza, febbraio 1969.
Il Sole si vede e non si sente
M’abbaglia riflesso dal mare multiforme
Gli scogli paiono fatti con la neve
La Tramontana tagliente entra
In tasca manca la tua mano
Mentre la berretta cornicia sulle zeronove il capo
S’illude di proteggere un orecchio
Una Luna tonda silenziosa è quasi invisibile
Percepita calda cammina al mio fianco
Un gabbiano solitario libra e rimbalza alto
Vola verso levante il mio pensiero
Dove le colline sono scolpite nel cielo
Risplende serena la neve.
PASSIONE
Siamo di nuovo nati
nel pomeriggio
ricorrenza di amori.
Sembrava un bacio
contatto lieve intimo
usuale espressione d’affetto.
Invece esplose passione
il sentire intenso
divenne supersonico percorso.
Strada sul cui cammino
quanto più complesso è umano
questo nostro indefinito destino.
Celestiale vortice vissuto
arcobaleno in cielo stellato
profondo universo penetrato.
Calore fondente carne
di cuori e anime congiunte
via lattea fluttuante.
Dopo si plana
ritrovando il letto
sulla concreta terra.
Caldo delle coltri
che raffreddi i corpi
doni profondo sonno.
Nel risveglio
tutto non ricordiamo
come fosse sogno.
MAGGIO
Il maggio ritorna
portando l’azzurro cupo del mare
che su nel cielo affoga il sole.
Al tramonto
un’intimità di stelle marine
getta sui campi
la luce che fa vedere
il giusto colore delle cose.
Le lucciole navigano
nell’aria fatta di profondità
vigilano il futuro raccolto.
Tutti i rumori giungono attutiti
mentre una ragazza canta
le onde portano la sua voce
trasformata in carezze.
TUTTO TACE
PRIMA VITA
Sei tutto natura selvaggia
che orgogliosa guardi
con occhi animaleschi
l’universo lontano.
Gli elementi scatenati
nella contesa dei domini.
che la terra offriva
gettavano nell’animo
quelle prime paure
che la mente umana
mai riuscì a capire.
Dell’ignoranza
che tutto tramutava in fantasia
quella realtà meravigliosa
in speranza scaturiva
come quei primi ruscelli
limpidi e freschi.
L’uomo,
uscito dalla terra,
come fosse un prodotto,
forgiò i suoi sentimenti
e nel vedere gli alberi frondosi
l’erba verde e i cespugli,
il cielo sui monti
tanto immobili quanto maestosi
senti finalmente di vivere
e la sua mano protese
trovando una mano di donna
RINGRAZIAMENTO
lo ti ringrazio.
Ti ringrazio
non come
ringrazia un mendico
che furtivo
torna alla tana.
Io ti ringrazio
a cuor aperto.
Era spaccato
proprio nel centro
e sgorgava il sangue
rosso e denso.
L’aveva posto
tolto dal mio petto
sopra un sasso.
PRECIPITA IL MONDO NELL’UNIVERSO Il mondo precipita nell’universo e ora non e più rotondo come quando girava lassù intorno a se stesso. E’ divenuto più snello ed elastico fa mille smorfie e sorride per la gente che testarda ancora si tiene strettamente salda alle sue code. La sciocca luna finalmente più non si vede e le parole dette al suo chiarore più non si ripetono. Esistevano tante e tante cose ed ora sono rimaste lassù dove rimaneva attaccato il mondo e girano per inerzia cercando di attirare vecchie attenzioni. Solo una fantasia perfida può pensare ancora a quelle cose che sono state lasciate perché inutili. Uno stato affettivo piuttosto violento provoca nella memoria rimasta lassù imprigionata un sentimento di angoscia e ripugnanza.
E’ SETTEMBRE Non saprei esprimere quel sentimento sconosciuto affascinante, caldo, umano. E’ settembre e le nubi oscurano il cielo mentre già cade la fine pioggia preannunciando tempeste future. Eppure il sole splende! Ovattato nel silenzio dell’universo con i raggi fulminei come lame traspare ogni qual volta il bizzarro vento apre uno spiraglio nel cielo coperto. Primavera passata verrai ancora. Rivivendo sorridente nella freschezza del primo fiore ascolterai l’uccello cantare. Balzando di ramo in ramo di albero in albero il seme d’ogni frutto diverrà anch’esso fiore dai colori che nessun pittore potrà mai inventare o ritrarre. L’uomo liberato dall’oscuro letargo riconosce quel sentimento. Toglie dalle sue mani il guanto di pelle riparo dal freddo e con il tatto tutto percepisce ascoltando con il cuore in subbuglio il calore affascinante emanato dalle mani nelle carezze di una donna.
COME URAGANO A chi distrattamente cammina lungo la catena del montaggio il movimento può apparire fermo l’officina come un’isola lontana e le menti sembrare al sentimento che vede superficiale in numeri di matricola catalogate. Eppure vi sono arti e corpi che si muovono frenetici come gli arti ed i remi al ritmo ossessivo dei tamburi sui grandi legni antichi e le menti studiano utopie dove i poveri appaiono in sogni ricchi. Poi goccia goccia come benzina nel motore l’impegno alimenta il moto della conoscenza: Fieri alzano lo sguardo l’un nell’altro vedono se stessi e gli enormi perché diventano risposte precise prospettive reali e vicine vere ed efficaci garanzie. Così nello slancio fiducioso in bisbigli di zanzare esce l’aria dalle bocche poi le parole come abbaiare infine come uragano in urlo prorompe.
ARCOBALENO Dopo la tempesta l’arcobaleno splende nell’aria purificata. Continuano a parlare: Gigli bianchi come lame rose rosse come sangue. Di bianco c’è la schiuma del mare di rosso anche il sole poi l’amore di mille colori. il verde come gli occhi amati: Verde come le fronde degli alberi Nero come la tempesta passata. Grigio e viola come il tuo vestito. Azzurro come fumo di sigaretta il tuo profumo si dissolve nell’aria: Aria incolore come l’animo senza amore. Giallo come l’oro amata ricchezza infinita dei tuoi capelli. Bacio lieve e soave come farfalla che si posa sul fiore. DODICESIMA “STAZIONE” (Un minuto e 46 secondi) L’aratro fitto nell’amata terra seguiva silenzioso le orme lasciate dalle vacche ansanti nelle fatica. il contadino seguiva curvo e attento incitatore manipolando, scansando, allineando. E alla sera trovava vicino al fuoco il centenario suo padre dal quale ascoltava l’insegnamento della natura. Questo accadeva un tempo ma oggi il contadino è diventato operaio e l’aratro è catena di montaggio. Prima v’era la natura, oggi tutto e tecnologia Nulla in contrario per quel che riguarda la tecnologia ma tutto contro, e per questo io lotto, il potere tecnocratico che istruisce i cervelli trasformandoli in computers i quali a loro volta trasformano altri uomini in altrettante macchine che costruiscono altre macchine metalliche. Ho visto un giovane che era già vecchio e un vecchio quasi morto estraniato, sommessamente vegetante. Ma non era vecchio: Aveva appena cinquanta anni! Ed è già passata una vita: Alzati ragazzo alle cinque del mattino poi un’ora di viaggio. Alle sei suona la sirena parte la catena di montaggio e alla dodicesima “stazione” lavori alla velocità di un minuto e 46 secondi. Primo: montare la ruota anteriore usando l’apposita “zeppa” dopo essersi assicurati che sia del tipo richiesto e non presenti ossidazioni. Secondo: centrare il parafango anteriore rispetto alla ruota. Terzo: montare: (prendere il bulloncino, infilarvi la rondella e lo spessimetro. Prendere il filo e infilarvi la bussolina curvandolo nell’apposito supporto e infilarlo nel foro del mozzo, infilare la rondella e il dadino. Prendere la pinza e la chiave e bloccare il tutto tirando il filo). E registrare il freno anteriore senza che la ruota risulti frenata assicurandosi che il freno sia teso il più possibile. Torna a casa e dopo cena accendi il televisore e guardati “Carosello” ma già dormi prima che sia finito Alzati ragazzo sono le cinque del mattino e tra un’ora ti aspetta la catena di montaggio. Alzati marito sono le cinque del mattino e tra un’ora ti aspetta la catena di montaggio. Alzati padre sono le cinque del mattino e tra un’ora ti aspetta la catena di montaggio. Alzati nonno sono le cinque del mattino e tra un’ora ti aspetta la catena di montaggio. Dopo l’ultimo viaggio nella monotona assillante alba finalmente riposa in pace. Si dice che è morto bene che non si è accorto proprio di niente e non ha sofferto neppure un poco. POVERA MACCHINA MORTA Eri nella fatica assillante che nella massacrante cadenza ottenebrava il cervello e affiacchiva le membra. Al ritmo della catena di montaggio nella fabbrica prigione vegetavi invecchiando e alla sera avevi già sonno prima del “Carosello”. Ma il tuo era un altro mondo non quello illuso pari a te stesso che inerme subivi inconscio la violenza, il sopruso, l’inganno. Mai diventasti uomo. Neppure alla tua morte lasciasti una briciola di conoscenza del tuo stato di essere che ti videro spegnere a poco a poco senza fare alcuna domanda, senza chiederti nessun perché. Ed ora giaci povera macchina povera macchina morta senza un grido, senza un guaito. PROTAGONISTI Perché morire senza la vita? Nel tutto che ti s’avanza nel presente sei già futuro proiettato dalla profondità dei sentimenti fraterni perenni non trovi l’albagiosa versione ma la concretezza delle verità. La battaglia umana diventa realtà perché della dignità porta l’impronta di una vita discussa e lottata. E per le “lacrime amare inghiottite dagli occhi lontano guardanti” Stringi la mano e sferra il pugno! E il cuore già batte più forte e le gambe già corrono lontano. Ma è qui che l’avvenimento di vita assume dove l’occhio dall’alto più non vede negli orizzonti dell’intimo indomito sofferente e uguale nelle aspirazioni figura di sommi capi protagonisti. ORE ZERO TRE L’orologio nel silenzio batte forte ogni secondo. L’usignolo trilla un verso. La notte m’è compagna. Penso. Torturo con timori la mente. Subbuglio completo. Agitazione. Ore zero tre: Notte insonne. Ripenso. Avvezzo non alle gioie ma alle sconfitte nel cuore il dolore ancor convive con speranze. Un cane abbaia chissà a che cosa o forse perché è legato a catena altri gli rispondono in canea. Stranamente desidero una catena da stringere alla banchina quale riparo all’amaro del tumultuoso salato. Un gallo canta ripetutamente stridulo gli risponde un altro ripetutamente rauco e un altro ancora risponde ridicolo. L’immagino spennacchiati senza cresta né coda perché mi fanno rabbia. Imbucherò questa lettera indirizzata alla fata e dopo in barba all’alba proverò a coricarmi nel letto troppo grande per me che mi sento piccolo piccolo deluso inutilmente solo. Ritroverò nel sogno il Mulino d’Era col ponte inconfondibile trepidando nel1′incontro? SINTESI E’ turchino il cielo. Questa sera s’affoga nel pianto di un sole gocciolante che ancora non vuol morire. Ed è in contrasto alla vita che pulsa e germoglia quella potente e sicura montagna. E’ nero il cielo. Questa notte trascorrendo sospira. Sogni di primi baci: Cerini che accendono sigarette, sigarette che accendono falò, ululati di sirene umane nelle selve avvampanti. Strette fulminee di mani. Teste che si intrecciano. Capelli che si legano. Labirinti di sentimenti in sensazioni di abissi profondi che appaiono luminosi nell’esplodere dell’intimo e reciproco sole. Poi, l’alba di tutti. L’EROINA La si può immaginare come sogno fantastico invocare quando ogni volontà d’avvenire non è scoperta né voluta né combattuta né perseguita in quell’epica scommessa che è la vita, dove la cultura, l’intelletto, l’amore, il dolore, la lotta, la speranza, la fratellanza diventano duri cimenti di menti e corpi nello sforzo d’essere umani. L’eroina non è fata né mago ma semplice orrido suicidio e non vale la pena darsi sogno in quell’angoscia perché nell’artificiale l’umano scompare e il loro sporco mondo s’ingrassa ingollando sporca carta moneta Aspettiamo l’altra morte naturale a compimento di vita veramente vissuta quale esperienza umana nell’ultima emozione terrena. FRATELLI Ed era sulla terra dove già gli elementi erano materia e dalla materia venivano forgiandosi già i sentimenti intrinseco di nuove volontà. Non era il nulla quel nulla che sapeva del nulla.
Era aria e vento, era pioggia e fulmine,era gelo e neve, era tumulto dei fiumi, era il restringersi dei laghi, erano i primi monti, era il formarsi dei mari, e degli oceani, erano le stelle, erano gli altri pianeti, era l’universo: è natura tutta da scoprire.
E l’essere divenne uomo:Sentimento, cervello, pensiero, volontà, coscienza, morte. Amiamo la vita prima della morte!
Già da troppo tempol’uomo crede di vivere ma succube di un giogo da pochi inventato da sempre sta morendo. Per lo sfruttamento, l’ingiustizia, l’ignoranza, è cosa nel potere altrui come fosse macchina con un cervello addomesticato. Fratelli di ogni giorno nella pace lottiamo e il presente non sarà il passato ma diverrà reale futuro se insieme costruiremo qualcosa di nuovo e diverso. LO “STRANIERO AMICO” Ho sentito lo sferragliare dei carri armati giungere da lontano per calpestare il Suolo altrui. Ho visto i giovani di quel popolo orgoglioso scrivere sulle strade, sui muri e su quei mezzi d’offesa. Ho sentito lo sbraitare dei falsi democratici e dei falsi liberisti qui, nel mio Paese che inneggiavano alla loro libertà e mentre una fiamma umana faceva la sua prima comparsa ho scorto un sorriso: “Che si brucino tutti!” Io guardo l’Italia e vedo lo “straniero amico” con le sue basi e le sue armi calpestare il mio Suolo calpestare il mio pensiero; ma non mi brucio: Combatto! POVERTA’ Eccola che cammina e nell’illusione vive da quando ormai nacque. Tutto lo splendido contorno non vale più niente e rimane il centro di quello che l’occhio vede ed il cuore ancora sente percepisce e piange. Povertà nell’animo spoglio! Povertà nell’anello d’oro! Povertà nel lindo vestito! Fuggiamo da questo noi stesso e con le scimitarre facciamo a pezzetti il cielo e gettiamoci dentro i missili evadendo da questo mondo. Le radici però rimangono e abbarbicate nell’oscurità della terra ancora trovano un po’ di nutrimento Illusione che vive e già cammina da quando ormai nacque e cercando solo la morte attanaglia coi denti sporchi putride carni animali. CREATURE Camminano nuotano volano Terrestri marini celesti Ansiosi immersi dispersi Desiderosi soddisfare sensazioni. Viventi esseri diversi Istinti passioni aspirazioni Speranza serenità conoscenza Prelude generazione nuova. E. Molteplici attività sensibili Splendide espressioni creative Generose percezioni spirituali Gioiose affettività universali. L’amore diversità eguaglia!
RIVIVE PER LE NOSTRE MANI La materia rubata all’utilità dell’armonia dal suo essere nel voler essere con altre materie nell’ambiente naturale appare alla superficie per un’arte che il silenzio-chiasso del tempo secco o piovoso, ventoso, assolato o nuvoloso vede la montagna, la ghiaia, la sabbia la terra, l’albero, l’acqua, gli animali, l’uomo e la donna. L’uomo e la donna: materie e spiritualità, istinti e sentimenti, cervelli e pensieri; intelligenze da decenni costruite nelle esperienze tramandate ricercate, scoperte e studiate costruiscono facendo rivivere. Ed ecco il lavoro l’arte più valida dal potente sfruttata nel dare ricchezza solo alla ricchezza nel dare fatica e alienazione e morte per sopravvivere all’uomo e alla donna poveri semplici artisti inconsapevoli. Non è forse arte arte sfruttata viva quando il minatore estrae, il siderurgico cola, il metallurgico modella, il metalmeccanico costruisce? E muove, ferma, riparte. L’artista genio dal blocco di marmo con scalpello e mazzuolo liberò un angelo! QUALE? Quale sconsolata tristezza emana quell’albero abbattuto? Quale volto serio e impassibile accoglie le sue membra squartate? Quale cuore batte per un cuore che non batte? Quale cielo nuovo cerca l’uccello migrante? Quali luoghi lontani cercano gambe stanche? Forse solo l’eco dell’eco dei giorni ormai perduti nella sconfitta del tempo riesce a far dimenticare? QUESTO SILENZIO Non ci dirà niente questo silenzio che da noi voluto nel rimpianto presage la solitudine. Non dirà: Abbracciatevi stringetevi voletevi bene. Questo silenzio non ci dirà niente per ritrovare l’amore. Solo una cosa ci dirà: Piangete! Ma io non voglio piangere. Per questa nostra vita voglio trovare altra vita da donare all’altra. E tu rivivrai ancora in un sogno diverso. LACRIME
Bianche gocce lacrime rigano il vetro della finestra Dalle fessure entrano fiati sconosciuti freddi. Chi piange stanotte? Sarà forse il cielo maestoso superbo infinito? Sarà forse un solitario nuvolo sensibile alla brezza che lo porta in parte a coprire la Luna? Un lampo silenzioso illumina un riflesso conosciuti occhi sorpresi subito risvaniscono vergognosi. DAREMO LA NOSTRA MANO Sì, daremo l’inferno all’albagia e a chi da vivo conoscerà l’arcano regno di Dio. Ma daremo la nostra mano a chi nella ricerca e nello studio profondo cercherà la conquista non atea ma scientifica e non calpesterà la Luna o gli altri pianeti come avventuriero. Ma come uomo libero cercherà lassù nell’universo la conoscenza che affratella nella consapevolezza senza paura. NELL’OSCURITA’ Nell’oscurità canteremo le canzoni dei ricordi dei sorrisi passati e gli occhi di nuovo splenderanno. Se una luce rischiarerà l’oscurità vedremo i nostri volti rigati dalle lacrime. Ma non saranno lacrime amare. Saranno le lacrime dello sfogo da tanto tempo trattenuto che soffocava le parole prima sussurrate alle orecchie sorde. Queste lacrime urleranno parole e come ruscelli fra tutti gli uomini daranno all’utopia di quella libertà la concretezza dovuta per la verità della fratellanza RICORDO DI UNA POESIA Sentivo qualche cosa poco tempo fa mentre pioveva. Sentivo con l’udito battere le gocce: della fredda pioggia contro i vetri della mia finestra. Mi sentivo solo poco tempo fa e il mio cuore batteva assieme alle mie palpebre al rombo dei tuoni. Sentivo qualche cosa poco tempo fa mentre pioveva. ZEROQUARANTADUE Senza alcuna ragione ragionata le braccia e le gambe frenetiche si muovono precise e le mani attente, veloci, lontane si attaccano ai pezzi innestandoli opportunamente. In questo non vivere nell’ammasso di ferro lavorato di viti e rondelle e bulloni e trapani e chiavi e motori il cervello diventa piombato tenta di fuggire la realtà nella testa disturba. Uomini e donne protagonisti consapevoli della fatica alienante assorbono grammo su grammo nocività sopravvivono ai tempi di produzione costruiscono utilità. RASSEGNA DI GIORNI CAMPESTRI Dai campi il sudore del giorno passato evapora solitario nel cielo rischiarato dal primo sole del giorno dopo. Nella notte stagnava sulle verzure quale paterna mano callosa, ruvida, sincera che cura e veglia. Tutti dicono che è rugiada senza calore né anima ma è sudore stagnante ed è trasformato in vapore nell’aria fresca del mattino. E mentre le lacrime affogano gli occhi della fatica nel cielo sfrecciano i missili, si plana sulla luna, si penetra nel mistero profondo che silenzioso e impalpabile è divenuto vicino universo. Poi ritorna. Nell’altro tramonto un belletto da donna sorpassata porpora di rosa l’orizzonte. Ed è la luce viva e splendente che si smorza nel contrasto di un’altra primavera sopraggiunta. Ed è un altro sorriso al crepuscolo apparso che splende sul cammino dove stanchi uomini e stanchi armenti dondolano le teste sotto al giogo insieme al trattore dal metallo divenuto rovente. VOLESSERO PER UN POCO FUGGIRE Se gli uni o gli altri volessero per un poco fuggire dai loro forse e perché prenderebbero una rivoltella e certamente si sparerebbero. Ucciderebbero tutti i forse e perché e la risposta sarebbe quella che è. Una fossa viene scavata una lapide costruita e una croce nel marmo incisa. Dovesse una ribellione stroncare tutte le cose come stronca la povertà, la ricchezza saremmo tutti dei ribelli e correremo per le strade prendendo tutto a fucilate. Non è possibile scagliare un sasso contro un altro sasso più grande e per far questo bisognerebbe prendere un mondo e scagliarlo contro il mondo. L’esattezza dell’universo utilizza tutto lo spazio e non esiste un sol passaggio stretto. PENSIERI Un sorriso non più bianco non più nero né giallo aprirà la strada alla vita. Quando il padrone più non esisterà nelle officine il proletario diverrà libero uomo: Così avverrà la fratellanza! Certamente altre parole dovranno scaturire diversamente per comunicare le sensazioni, per dire dell’economia, della scuola del lavoro, della letteratura, delle ricerche, delle esplorazioni ultraterrestri Cosa diranno quelle parole? Per i sentimenti basterà dire: Amore. STORIA D’EMIGRANTE Della terra non tua tutto sapevi e amavi fin da quando le tue mani infantili già erano callose e sapiente curavi i raccolti, i frutti, le verzure. Nella tua calda aria sicula avesti le prime ingiustizie ma ancora non capivi nascondendo la rabbia che cieca e succube nel tuo sangue fermentava come il buon vino fermenta nel tino del contadino. E domandasti al vecchio che le storia aveva vissuto e discutesti col giovane che sarebbe stato nella storia e imparasti a guardare te stesso e come vivevi. Così, nei ritagli di tempo, cominciasti e studiare. Nella caparbietà degli intenti e del sapere ritornarono gli entusiasmi soffocati alle elementari ed ora uomo che ritorni bambino leggi e finalmente scrivi. E il bambino domanda un perché e l’uomo che studia riesce e dare una risposta fino a che è l’uomo che domanda ed è l’uomo che risponde. Ora sai l’origine delle ingiustizie: il latifondista che non ama e tanto meno lavora la terra ingordo di soldi e di potere feudale in tutto specula e prima di tutto sulla gente onesta, misera, ignorante. Poi, costretto come migliaia e migliaia di altri uomini abbandoni la moglie e i figli e la terra del tuo sudore emigrando triste e sconfitto nella speranza. Ti avevano promesso un buon lavoro e un buon salario, e dopo poco tempo la possibilità di alloggio per le
famiglia. Ma già sono tre anni che vivi vegetando martoriato dalla catena di montaggio nella fabbrica prigione e nell’unica stanza dove mangi e dorali e mezzo con un altro il groppo alla gola ti prende nel pensare ai A mo’ di macchina automatica sei trasformato dall’ingranaggio che di uomo tutto frantuma mentre la televisione propina “carosello” e fa vedere il mondo dei ricchi per far dimenticar noi
stessi Ma sai e non ti illudi mentre costruisci nella lotta partecipa il tuo granello utile nel dar senso al mosaico di un mondo diverso. “E loro retrogradi di ogni razza già tinti nel verde della muffa dei castelli feudali già larve disumane che odiano l’uomo più niente hanno da dire altro che confessar le loro colpe al Tribunale della Povera Gente”. GENTI Sia il soffio possente gettato dal fiato operaio a spazzare monti di cenere di un passato che non rinasce. Parlate poveri: Perché non sapete parlare insegnate agli avvocati. Scrivete poveri: Perché non sapete scrivere insegnate agli scrittori. Costruite poveri: perché non sapete costruire insegnate agli architetti. La nuova era e vostra! Non più la storia è fatta dai generali non più la scienza è fatta dai geni. Ed è questo già rivoluzione. RITORNERAI Lontano dalla tua terra lontano dal cuore della tua amata gente straniero tra stranieri vendi giorno dopo giorno la tua forza senza amore. Fratello emigrante scacciato dal tuo paese dalle tue officine e dai tuoi campi ritornerai: La dove il cuore si rigonfia d’amore per le lacrime della tua gente avrai la vita nuova e vera. La dove la tua mano forte, callosa, sincera stringerà le nostre mani forti, callose, sincere troverai altri fratelli. OSSERVEREMO Osserveremo ciò che avremo fra le mani e vedremo altre tante mani tre le mani. Delle impressioni sfuggevoli ci faranno ricordare quelle altre mani vuote che stringevano l’aria che portava ancora impressa la sua figura. Ricordi scolpiti nella mente diverranno nuove realtà mentre la mente sarà cosa occulta volatilizzata fra le particelle del cervello. Verranno altri nuovi pensieri e formeranno nuove menti che cercheranno l’altra mente nel cervello. Tutto ci sembra già accaduto e a niente più faremo caso e solo il presente sarà il passato. Prendere tutto e fuggire da tutte le particelle, da tutto il sangue e trovare altre nuove strade che non incise da altri passi docilmente si faranno percorrere senza dire che quei passi sbagliano. E l’uomo certamente è uomo con perché e forse e vive, e vive, e muore sempre. UN CUORE Un cuore batte nel corpo vuoto. Non più il sangue riscalda le membra vizze ma il cuore batte batte l’aria! Il sangue seminato dalle ferite dagli amori lasciate ha riempito le impronte che una vita per il proprio cammino riuscì ad imprimere. La terra spugna mai sazia ha assimilato quelle orme ricolme e al mattino solo v’è rimasto quel colore rosso che brilla al sole. Rugiada della notte che al giorno fuggi nasconderai per la cecità agli occhi donata da un sole troppo vivo le immagini dei ricordi SERENO Uno spiraglio nel cielo si apre: sorrisi sinceri e nuovi occhi splendenti. La tempesta è passata trascorsa nel vortice di lampi e tuoni e pioggia. L’acqua stagna nelle asperità del terreno e nelle conche delle strade mentre le nubi fuggono lontano a gettare vecchie paure nel cuore che piange a gettare vecchie felicità nel cuore arido. Ma l’arcobaleno cosa vuole? Arriva il sereno! IDEE Il peso di questa aria sostiene le idee che vivono cibandosi di menti. Rimangono crani vuoti e le idee volano da altri crani cibandosi di altre nuove sostanze. Le menti vuote dondolano dentro ai crani vuoti e le idee rimangono sospese, appesantite Delle bocche si aprono mangiano queste idee e gli stomachi si gonfiano ma i crani rimangono vuoti. Dei pupazzi si vanno a poco a poco formando mentre le idee si moltiplicano vivendo staccate dalle menti che cercano invano di afferrare. Le pupille degli occhi sono formate da innumerevoli puntini luminosi che si confondono con altri puntini sostenuti dal peso di questa aria. PRIMO MAZZETTI Gli operai del Comune con vanghe e piccone hanno rotto la lapide e riscavato la fossa hanno trovato il logoro legno: Così ho visto “resuscitare” mio padre. Ho visto tutte le sue ossa e il suo cranio rotto. Oltre al suo lavoro dette anche la vita e ancora non è stata fatta giustizia. (Vive ancora la società capitalista!) Ma il cervello ragiona e il sentimento percepisce già nel sangue utopie dove i poveri sono ricchi e realtà trasformate scientificamente diventano nuove realtà da sviluppare. Con la compagine che poco gioisce ma tanto lavora e soffre la fierezza consapevole avanza a milioni di volti sorride e lotta dura senza paura in modo di vivere e non più morire. LA VITA Senza il sogno la vita cosa sarebbe? Sarebbe una vita troppo, troppo terrestre. E tu sei la parte di vita dove il sogno fantastico illumina il mio cielo nuvoloso L’IDEALE Il numero degli anni non determina il superamento dell’Ideale. E’ l’Ideale che scandisce anche il tempo e il tempo è continuamente vecchio e superato. ////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
RENZO MAZZETTI DAL MIO CRANIO DAL MIO CUORE “10″
Collana Cento Poeti PELLEGRINI EDITORE
Cosenza, febbraio 1969.
Il mondo precipita nell’universo
e ora non e più rotondo
come quando girava lassù
intorno a se stesso.
E’ divenuto più snello
ed elastico fa mille smorfie
e sorride per la gente
che testarda ancora si tiene
strettamente salda alle sue code.
La sciocca luna
finalmente più non si vede
e le parole
dette al suo chiarore
più non si ripetono.
Esistevano tante e tante cose
ed ora sono rimaste lassù
dove rimaneva attaccato il mondo
e girano per inerzia
cercando di attirare vecchie attenzioni.
Solo una fantasia perfida
può pensare ancora a quelle cose
che sono state lasciate perché inutili.
Uno stato affettivo
piuttosto violento
provoca nella memoria
rimasta lassù imprigionata
un sentimento di angoscia e ripugnanza.
E’ SETTEMBRE
Non saprei esprimere
quel sentimento sconosciuto
affascinante, caldo, umano.
E’ settembre
e le nubi
oscurano il cielo
mentre già cade
la fine pioggia
preannunciando tempeste future.
Eppure il sole splende!
Ovattato
nel silenzio dell’universo
con i raggi
fulminei come lame
traspare
ogni qual volta
il bizzarro vento
apre uno spiraglio
nel cielo coperto.
Primavera passata
verrai ancora.
Rivivendo sorridente
nella freschezza del primo fiore
ascolterai l’uccello cantare.
Balzando
di ramo in ramo
di albero in albero
il seme d’ogni frutto
diverrà anch’esso fiore
dai colori che nessun pittore
potrà mai inventare o ritrarre.
L’uomo
liberato dall’oscuro letargo
riconosce quel sentimento.
Toglie dalle sue mani
il guanto di pelle riparo dal freddo
e con il tatto tutto percepisce
ascoltando con il cuore in subbuglio
il calore affascinante emanato dalle mani
nelle carezze di una donna.
A chi distrattamente cammina
lungo la catena del montaggio
il movimento può apparire fermo
l’officina come un’isola lontana
e le menti sembrare
al sentimento che vede superficiale
in numeri di matricola catalogate.
Eppure vi sono arti e corpi
che si muovono frenetici
come gli arti ed i remi
al ritmo ossessivo dei tamburi
sui grandi legni antichi
e le menti studiano utopie
dove i poveri appaiono in sogni ricchi.
Poi
goccia goccia
come benzina nel motore
l’impegno alimenta
il moto della conoscenza:
Fieri alzano lo sguardo
l’un nell’altro vedono se stessi
e gli enormi perché
diventano risposte precise
prospettive reali e vicine
vere ed efficaci garanzie.
Così
nello slancio fiducioso
in bisbigli di zanzare
esce l’aria dalle bocche
poi le parole come abbaiare
infine come uragano
in urlo prorompe.
ARCOBALENO
Dopo la tempesta
l’arcobaleno splende
nell’aria purificata.
Continuano a parlare:
Gigli bianchi come lame
rose rosse come sangue.
Di bianco
c’è la schiuma del mare
di rosso anche il sole
poi l’amore di mille colori.
il verde come gli occhi amati:
Verde come le fronde degli alberi
Nero come la tempesta passata.
Grigio e viola
come il tuo vestito.
Azzurro come fumo di sigaretta
il tuo profumo si dissolve nell’aria:
Aria incolore
come l’animo senza amore.
Giallo come l’oro
amata ricchezza infinita
dei tuoi capelli.
Bacio lieve e soave
come farfalla
che si posa sul fiore.
DODICESIMA “STAZIONE”
L’aratro fitto nell’amata terra
seguiva silenzioso
le orme lasciate dalle vacche
ansanti nelle fatica.
il contadino seguiva
curvo e attento incitatore
manipolando, scansando, allineando.
E alla sera trovava vicino al fuoco
il centenario suo padre
dal quale ascoltava
l’insegnamento della natura.
Questo accadeva un tempo
ma oggi il contadino è diventato operaio
e l’aratro è catena di montaggio.
Prima v’era la natura, oggi tutto e tecnologia
Nulla in contrario
per quel che riguarda la tecnologia
ma tutto contro, e per questo io lotto,
il potere tecnocratico
che istruisce i cervelli
trasformandoli in computers
i quali a loro volta trasformano
altri uomini in altrettante macchine
che costruiscono altre macchine metalliche.
Ho visto un giovane che era già vecchio
e un vecchio quasi morto
estraniato, sommessamente vegetante.
Ma non era vecchio:
Aveva appena cinquanta anni!
Ed è già passata una vita:
Alzati ragazzo alle cinque del mattino
poi un’ora di viaggio.
Alle sei suona la sirena
parte la catena di montaggio
e alla dodicesima “stazione”
lavori alla velocità
di un minuto e 46 secondi.
Primo:
montare la ruota anteriore
usando l’apposita “zeppa”
dopo essersi assicurati
che sia del tipo richiesto
e non presenti ossidazioni.
Secondo:
centrare il parafango anteriore
rispetto alla ruota.
Terzo:
montare: (prendere il bulloncino,
infilarvi la rondella e lo spessimetro.
Prendere il filo e infilarvi la bussolina
curvandolo nell’apposito supporto
e infilarlo nel foro del mozzo,
infilare la rondella e il dadino.
Prendere la pinza e la chiave
e bloccare il tutto tirando il filo).
E registrare il freno anteriore
senza che la ruota risulti frenata
assicurandosi che il freno sia teso il più possibile.
Torna a casa
e dopo cena
accendi il televisore
e guardati “Carosello”
ma già dormi prima che sia finito
Alzati ragazzo
sono le cinque del mattino
e tra un’ora
ti aspetta la catena di montaggio.
Alzati marito
sono le cinque del mattino
e tra un’ora
ti aspetta la catena di montaggio.
Alzati padre
sono le cinque del mattino
e tra un’ora
ti aspetta la catena di montaggio.
Alzati nonno
sono le cinque del mattino
e tra un’ora
ti aspetta la catena di montaggio.
Dopo l’ultimo viaggio
nella monotona assillante alba
finalmente riposa in pace.
Si dice che è morto bene
che non si è accorto proprio di niente
e non ha sofferto neppure un poco.
che nella massacrante cadenza
ottenebrava il cervello
e affiacchiva le membra.
Al ritmo della catena di montaggio
nella fabbrica prigione
vegetavi invecchiando
e alla sera avevi già sonno
prima del “Carosello”.
Ma il tuo era un altro mondo
non quello illuso pari a te stesso
che inerme subivi inconscio
la violenza, il sopruso, l’inganno.
Mai diventasti uomo.
Neppure alla tua morte
lasciasti una briciola di conoscenza
del tuo stato di essere
che ti videro spegnere a poco a poco
senza fare alcuna domanda,
senza chiederti nessun perché.
Ed ora giaci povera macchina
povera macchina morta
senza un grido, senza un guaito.
PROTAGONISTI Perché morire senza la vita? Nel tutto che ti s’avanza nel presente sei già futuro proiettato dalla profondità dei sentimenti fraterni perenni non trovi l’albagiosa versione ma la concretezza delle verità. La battaglia umana diventa realtà perché della dignità porta l’impronta di una vita discussa e lottata. E per le “lacrime amare inghiottite dagli occhi lontano guardanti” Stringi la mano e sferra il pugno! E il cuore già batte più forte e le gambe già corrono lontano. Ma è qui che l’avvenimento di vita assume dove l’occhio dall’alto più non vede negli orizzonti dell’intimo indomito sofferente e uguale nelle aspirazioni figura di sommi capi protagonisti. ORE ZERO TRE L’orologio nel silenzio batte forte ogni secondo. L’usignolo trilla un verso. La notte m’è compagna. Penso. Torturo con timori la mente. Subbuglio completo. Agitazione. Ore zero tre: Notte insonne. Ripenso. Avvezzo non alle gioie ma alle sconfitte nel cuore il dolore ancor convive con speranze. Un cane abbaia chissà a che cosa o forse perché è legato a catena altri gli rispondono in canea. Stranamente desidero una catena da stringere alla banchina quale riparo all’amaro del tumultuoso salato. Un gallo canta ripetutamente stridulo gli risponde un altro ripetutamente rauco e un altro ancora risponde ridicolo. L’immagino spennacchiati senza cresta né coda perché mi fanno rabbia. Imbucherò questa lettera indirizzata alla fata e dopo in barba all’alba proverò a coricarmi nel letto troppo grande per me che mi sento piccolo piccolo deluso inutilmente solo. Ritroverò nel sogno il Mulino d’Era col ponte inconfondibile trepidando nel1′incontro? SINTESI E’ turchino il cielo. Questa sera s’affoga nel pianto di un sole gocciolante che ancora non vuol morire. Ed è in contrasto alla vita che pulsa e germoglia quella potente e sicura montagna. E’ nero il cielo. Questa notte trascorrendo sospira. Sogni di primi baci: Cerini che accendono sigarette, sigarette che accendono falò, ululati di sirene umane nelle selve avvampanti. Strette fulminee di mani. Teste che si intrecciano. Capelli che si legano. Labirinti di sentimenti in sensazioni di abissi profondi che appaiono luminosi nell’esplodere dell’intimo e reciproco sole. Poi, l’alba di tutti. L’EROINA La si può immaginare come sogno fantastico invocare quando ogni volontà d’avvenire non è scoperta né voluta né combattuta né perseguita in quell’epica scommessa che è la vita, dove la cultura, l’intelletto, l’amore, il dolore, la lotta, la speranza, la fratellanza diventano duri cimenti di menti e corpi nello sforzo d’essere umani. L’eroina non è fata né mago ma semplice orrido suicidio e non vale la pena darsi sogno in quell’angoscia perché nell’artificiale l’umano scompare e il loro sporco mondo s’ingrassa ingollando sporca carta moneta Aspettiamo l’altra morte naturale a compimento di vita veramente vissuta quale esperienza umana nell’ultima emozione terrena. FRATELLI Ed era sulla terra dove già gli elementi erano materia e dalla materia venivano forgiandosi già i sentimenti intrinseco di nuove volontà. Non era il nulla quel nulla che sapeva del nulla.
Era aria e vento, era pioggia e fulmine,era gelo e neve, era tumulto dei fiumi, era il restringersi dei laghi, erano i primi monti, era il formarsi dei mari, e degli oceani, erano le stelle, erano gli altri pianeti, era l’universo: è natura tutta da scoprire.
E l’essere divenne uomo:Sentimento, cervello, pensiero, volontà, coscienza, morte. Amiamo la vita prima della morte!
Già da troppo tempol’uomo crede di vivere ma succube di un giogo da pochi inventato da sempre sta morendo. Per lo sfruttamento, l’ingiustizia, l’ignoranza, è cosa nel potere altrui come fosse macchina con un cervello addomesticato. Fratelli di ogni giorno nella pace lottiamo e il presente non sarà il passato ma diverrà reale futuro se insieme costruiremo qualcosa di nuovo e diverso. LO “STRANIERO AMICO” Ho sentito lo sferragliare dei carri armati giungere da lontano per calpestare il Suolo altrui. Ho visto i giovani di quel popolo orgoglioso scrivere sulle strade, sui muri e su quei mezzi d’offesa. Ho sentito lo sbraitare dei falsi democratici e dei falsi liberisti qui, nel mio Paese che inneggiavano alla loro libertà e mentre una fiamma umana faceva la sua prima comparsa ho scorto un sorriso: “Che si brucino tutti!” Io guardo l’Italia e vedo lo “straniero amico” con le sue basi e le sue armi calpestare il mio Suolo calpestare il mio pensiero; ma non mi brucio: Combatto! POVERTA’ Eccola che cammina e nell’illusione vive da quando ormai nacque. Tutto lo splendido contorno non vale più niente e rimane il centro di quello che l’occhio vede ed il cuore ancora sente percepisce e piange. Povertà nell’animo spoglio! Povertà nell’anello d’oro! Povertà nel lindo vestito! Fuggiamo da questo noi stesso e con le scimitarre facciamo a pezzetti il cielo e gettiamoci dentro i missili evadendo da questo mondo. Le radici però rimangono e abbarbicate nell’oscurità della terra ancora trovano un po’ di nutrimento Illusione che vive e già cammina da quando ormai nacque e cercando solo la morte attanaglia coi denti sporchi putride carni animali. CREATURE Camminano nuotano volano Terrestri marini celesti Ansiosi immersi dispersi Desiderosi soddisfare sensazioni. Viventi esseri diversi Istinti passioni aspirazioni Speranza serenità conoscenza Prelude generazione nuova. E. Molteplici attività sensibili Splendide espressioni creative Generose percezioni spirituali Gioiose affettività universali. L’amore diversità eguaglia!
RIVIVE PER LE NOSTRE MANI La materia rubata all’utilità dell’armonia dal suo essere nel voler essere con altre materie nell’ambiente naturale appare alla superficie per un’arte che il silenzio-chiasso del tempo secco o piovoso, ventoso, assolato o nuvoloso vede la montagna, la ghiaia, la sabbia la terra, l’albero, l’acqua, gli animali, l’uomo e la donna. L’uomo e la donna: materie e spiritualità, istinti e sentimenti, cervelli e pensieri; intelligenze da decenni costruite nelle esperienze tramandate ricercate, scoperte e studiate costruiscono facendo rivivere. Ed ecco il lavoro l’arte più valida dal potente sfruttata nel dare ricchezza solo alla ricchezza nel dare fatica e alienazione e morte per sopravvivere all’uomo e alla donna poveri semplici artisti inconsapevoli. Non è forse arte arte sfruttata viva quando il minatore estrae, il siderurgico cola, il metallurgico modella, il metalmeccanico costruisce? E muove, ferma, riparte. L’artista genio dal blocco di marmo con scalpello e mazzuolo liberò un angelo! QUALE? Quale sconsolata tristezza emana quell’albero abbattuto? Quale volto serio e impassibile accoglie le sue membra squartate? Quale cuore batte per un cuore che non batte? Quale cielo nuovo cerca l’uccello migrante? Quali luoghi lontani cercano gambe stanche? Forse solo l’eco dell’eco dei giorni ormai perduti nella sconfitta del tempo riesce a far dimenticare? QUESTO SILENZIO Non ci dirà niente questo silenzio che da noi voluto nel rimpianto presage la solitudine. Non dirà: Abbracciatevi stringetevi voletevi bene. Questo silenzio non ci dirà niente per ritrovare l’amore. Solo una cosa ci dirà: Piangete! Ma io non voglio piangere. Per questa nostra vita voglio trovare altra vita da donare all’altra. E tu rivivrai ancora in un sogno diverso. LACRIME
Perché morire senza la vita?
Nel tutto che ti s’avanza
nel presente sei già futuro
proiettato dalla profondità
dei sentimenti fraterni perenni
non trovi l’albagiosa versione
ma la concretezza delle verità.
La battaglia umana diventa realtà
perché della dignità porta l’impronta
di una vita discussa e lottata.
E per le “lacrime amare
inghiottite dagli occhi lontano guardanti”
Stringi la mano e sferra il pugno!
E il cuore già batte più forte
e le gambe già corrono lontano.
Ma è qui
che l’avvenimento di vita assume
dove l’occhio dall’alto più non vede
negli orizzonti dell’intimo indomito
sofferente e uguale nelle aspirazioni
figura di sommi capi protagonisti.
ORE ZERO TRE
L’orologio nel silenzio
batte forte ogni secondo.
L’usignolo trilla un verso.
La notte m’è compagna.
Penso.
Torturo con timori la mente.
Subbuglio completo.
Agitazione.
Ore zero tre: Notte insonne.
Ripenso.
Avvezzo non alle gioie
ma alle sconfitte
nel cuore il dolore
ancor convive con speranze.
Un cane abbaia
chissà a che cosa
o forse perché è legato a catena
altri gli rispondono in canea.
Stranamente desidero
una catena
da stringere alla banchina
quale riparo all’amaro
del tumultuoso salato.
Un gallo canta
ripetutamente stridulo
gli risponde un altro
ripetutamente rauco
e un altro ancora
risponde ridicolo.
L’immagino spennacchiati
senza cresta né coda
perché mi fanno rabbia.
Imbucherò questa lettera
indirizzata alla fata
e dopo
in barba all’alba
proverò a coricarmi
nel letto troppo grande
per me che mi sento
piccolo piccolo
deluso
inutilmente solo.
Ritroverò nel sogno
il Mulino d’Era
col ponte inconfondibile
trepidando nel1′incontro?
SINTESI
E’ turchino il cielo.
Questa sera s’affoga nel pianto
di un sole gocciolante
che ancora non vuol morire.
Ed è in contrasto
alla vita che pulsa e germoglia
quella potente e sicura montagna.
E’ nero il cielo.
Questa notte trascorrendo sospira.
Sogni di primi baci:
Cerini che accendono sigarette,
sigarette che accendono falò,
ululati di sirene umane nelle selve avvampanti.
Strette fulminee di mani.
Teste che si intrecciano.
Capelli che si legano.
Labirinti di sentimenti
in sensazioni di abissi profondi
che appaiono luminosi
nell’esplodere dell’intimo e reciproco sole.
Poi,
l’alba di tutti.
L’EROINA
La si può immaginare
come sogno fantastico invocare
quando ogni volontà d’avvenire
non è scoperta
né voluta
né combattuta
né perseguita
in quell’epica scommessa
che è la vita,
dove la cultura, l’intelletto,
l’amore, il dolore, la lotta,
la speranza, la fratellanza
diventano duri cimenti
di menti e corpi
nello sforzo d’essere umani.
L’eroina non è fata né mago
ma semplice orrido suicidio
e non vale la pena
darsi sogno in quell’angoscia
perché nell’artificiale l’umano scompare
e il loro sporco mondo s’ingrassa
ingollando sporca carta moneta
Aspettiamo l’altra morte naturale
a compimento di vita veramente vissuta
quale esperienza umana
nell’ultima emozione terrena.
FRATELLI
Ed era sulla terra
dove già gli elementi
erano materia
e dalla materia
venivano forgiandosi
già i sentimenti
intrinseco di nuove volontà.
Non era il nulla
quel nulla che sapeva del nulla.
Era aria e vento, era pioggia e fulmine,
era gelo e neve, era tumulto dei fiumi,
era il restringersi dei laghi, erano i primi monti,
era il formarsi dei mari, e degli oceani,
erano le stelle, erano gli altri pianeti,
era l’universo: è natura tutta da scoprire.
E l’essere divenne uomo:
Sentimento, cervello, pensiero,
volontà, coscienza, morte.
Amiamo la vita prima della morte!
Già da troppo tempo
l’uomo crede di vivere
ma
succube di un giogo da pochi inventato
da sempre sta morendo.
Per lo sfruttamento, l’ingiustizia, l’ignoranza,
è cosa nel potere altrui
come fosse macchina
con un cervello addomesticato.
Fratelli di ogni giorno
nella pace lottiamo
e il presente non sarà il passato
ma diverrà reale futuro
se insieme costruiremo
qualcosa di nuovo e diverso.
LO “STRANIERO AMICO”
Ho sentito
lo sferragliare dei carri armati
giungere da lontano
per calpestare il Suolo altrui.
Ho visto
i giovani di quel popolo orgoglioso
scrivere sulle strade, sui muri
e su quei mezzi d’offesa.
Ho sentito lo sbraitare
dei falsi democratici
e dei falsi liberisti
qui, nel mio Paese
che inneggiavano alla loro libertà
e mentre una fiamma umana
faceva la sua prima comparsa
ho scorto un sorriso:
“Che si brucino tutti!”
Io guardo l’Italia
e vedo lo “straniero amico”
con le sue basi e le sue armi
calpestare il mio Suolo
calpestare il mio pensiero;
ma non mi brucio:
Combatto!
POVERTA’
Eccola che cammina
e nell’illusione vive
da quando ormai nacque.
Tutto lo splendido contorno
non vale più niente
e rimane il centro
di quello che l’occhio vede
ed il cuore ancora sente
percepisce e piange.
Povertà nell’animo spoglio!
Povertà nell’anello d’oro!
Povertà nel lindo vestito!
Fuggiamo da questo noi stesso
e con le scimitarre
facciamo a pezzetti il cielo
e gettiamoci dentro i missili
evadendo da questo mondo.
Le radici però rimangono
e abbarbicate nell’oscurità della terra
ancora trovano un po’ di nutrimento
Illusione che vive
e già cammina
da quando ormai nacque
e cercando solo la morte
attanaglia coi denti sporchi
putride carni animali.
CREATURE
Camminano nuotano volano
Terrestri marini celesti
Ansiosi immersi dispersi
Desiderosi soddisfare sensazioni.
Viventi esseri diversi
Istinti passioni aspirazioni
Speranza serenità conoscenza
Prelude generazione nuova.
E.
Molteplici attività sensibili
Splendide espressioni creative
Generose percezioni spirituali
Gioiose affettività universali.
L’amore diversità eguaglia!
La materia
rubata all’utilità dell’armonia
dal suo essere nel voler essere
con altre materie nell’ambiente naturale
appare alla superficie
per un’arte che il silenzio-chiasso
del tempo secco o piovoso,
ventoso, assolato o nuvoloso
vede la montagna, la ghiaia, la sabbia
la terra, l’albero, l’acqua,
gli animali, l’uomo e la donna.
L’uomo e la donna:
materie e spiritualità,
istinti e sentimenti,
cervelli e pensieri;
intelligenze da decenni costruite
nelle esperienze tramandate
ricercate, scoperte e studiate
costruiscono facendo rivivere.
Ed ecco il lavoro
l’arte più valida
dal potente sfruttata
nel dare ricchezza solo alla ricchezza
nel dare fatica e alienazione
e morte per sopravvivere
all’uomo e alla donna poveri
semplici artisti inconsapevoli.
Non è forse arte
arte sfruttata viva
quando il minatore estrae,
il siderurgico cola,
il metallurgico modella,
il metalmeccanico costruisce?
E muove, ferma, riparte.
dal blocco di marmo
con scalpello e mazzuolo
liberò un angelo!
QUALE?
Quale sconsolata tristezza
emana quell’albero abbattuto?
Quale volto serio e impassibile
accoglie le sue membra squartate?
Quale cuore batte
per un cuore che non batte?
Quale cielo nuovo
cerca l’uccello migrante?
Quali luoghi lontani
cercano gambe stanche?
Forse solo l’eco dell’eco
dei giorni ormai perduti
nella sconfitta del tempo
riesce a far dimenticare?
QUESTO SILENZIO
Non ci dirà niente
questo silenzio
che da noi voluto
nel rimpianto
presage la solitudine.
Non dirà:
Abbracciatevi
stringetevi
voletevi bene.
Questo silenzio
non ci dirà niente
per ritrovare l’amore.
Solo una cosa ci dirà:
Piangete!
Ma io non voglio
piangere.
Per questa nostra vita
voglio trovare altra vita
da donare all’altra.
E tu rivivrai
ancora
in un sogno diverso.
LACRIME
Bianche gocce lacrime rigano il vetro della finestra Dalle fessure entrano fiati sconosciuti freddi. Chi piange stanotte? Sarà forse il cielo maestoso superbo infinito? Sarà forse un solitario nuvolo sensibile alla brezza che lo porta in parte a coprire la Luna? Un lampo silenzioso illumina un riflesso conosciuti occhi sorpresi subito risvaniscono vergognosi. DAREMO LA NOSTRA MANO Sì, daremo l’inferno all’albagia e a chi da vivo conoscerà l’arcano regno di Dio. Ma daremo la nostra mano a chi nella ricerca e nello studio profondo cercherà la conquista non atea ma scientifica e non calpesterà la Luna o gli altri pianeti come avventuriero. Ma come uomo libero cercherà lassù nell’universo la conoscenza che affratella nella consapevolezza senza paura. NELL’OSCURITA’ Nell’oscurità canteremo le canzoni dei ricordi dei sorrisi passati e gli occhi di nuovo splenderanno. Se una luce rischiarerà l’oscurità vedremo i nostri volti rigati dalle lacrime. Ma non saranno lacrime amare. Saranno le lacrime dello sfogo da tanto tempo trattenuto che soffocava le parole prima sussurrate alle orecchie sorde. Queste lacrime urleranno parole e come ruscelli fra tutti gli uomini daranno all’utopia di quella libertà la concretezza dovuta per la verità della fratellanza RICORDO DI UNA POESIA Sentivo qualche cosa poco tempo fa mentre pioveva. Sentivo con l’udito battere le gocce: della fredda pioggia contro i vetri della mia finestra. Mi sentivo solo poco tempo fa e il mio cuore batteva assieme alle mie palpebre al rombo dei tuoni. Sentivo qualche cosa poco tempo fa mentre pioveva. ZEROQUARANTADUE Senza alcuna ragione ragionata le braccia e le gambe frenetiche si muovono precise e le mani attente, veloci, lontane si attaccano ai pezzi innestandoli opportunamente. In questo non vivere nell’ammasso di ferro lavorato di viti e rondelle e bulloni e trapani e chiavi e motori il cervello diventa piombato tenta di fuggire la realtà nella testa disturba. Uomini e donne protagonisti consapevoli della fatica alienante assorbono grammo su grammo nocività sopravvivono ai tempi di produzione costruiscono utilità. RASSEGNA DI GIORNI CAMPESTRI Dai campi il sudore del giorno passato evapora solitario nel cielo rischiarato dal primo sole del giorno dopo. Nella notte stagnava sulle verzure quale paterna mano callosa, ruvida, sincera che cura e veglia. Tutti dicono che è rugiada senza calore né anima ma è sudore stagnante ed è trasformato in vapore nell’aria fresca del mattino. E mentre le lacrime affogano gli occhi della fatica nel cielo sfrecciano i missili, si plana sulla luna, si penetra nel mistero profondo che silenzioso e impalpabile è divenuto vicino universo. Poi ritorna. Nell’altro tramonto un belletto da donna sorpassata porpora di rosa l’orizzonte. Ed è la luce viva e splendente che si smorza nel contrasto di un’altra primavera sopraggiunta. Ed è un altro sorriso al crepuscolo apparso che splende sul cammino dove stanchi uomini e stanchi armenti dondolano le teste sotto al giogo insieme al trattore dal metallo divenuto rovente. VOLESSERO PER UN POCO FUGGIRE Se gli uni o gli altri volessero per un poco fuggire dai loro forse e perché prenderebbero una rivoltella e certamente si sparerebbero. Ucciderebbero tutti i forse e perché e la risposta sarebbe quella che è. Una fossa viene scavata una lapide costruita e una croce nel marmo incisa. Dovesse una ribellione stroncare tutte le cose come stronca la povertà, la ricchezza saremmo tutti dei ribelli e correremo per le strade prendendo tutto a fucilate. Non è possibile scagliare un sasso contro un altro sasso più grande e per far questo bisognerebbe prendere un mondo e scagliarlo contro il mondo. L’esattezza dell’universo utilizza tutto lo spazio e non esiste un sol passaggio stretto. PENSIERI Un sorriso non più bianco non più nero né giallo aprirà la strada alla vita. Quando il padrone più non esisterà nelle officine il proletario diverrà libero uomo: Così avverrà la fratellanza! Certamente altre parole dovranno scaturire diversamente per comunicare le sensazioni, per dire dell’economia, della scuola del lavoro, della letteratura, delle ricerche, delle esplorazioni ultraterrestri Cosa diranno quelle parole? Per i sentimenti basterà dire: Amore. STORIA D’EMIGRANTE Della terra non tua tutto sapevi e amavi fin da quando le tue mani infantili già erano callose e sapiente curavi i raccolti, i frutti, le verzure. Nella tua calda aria sicula avesti le prime ingiustizie ma ancora non capivi nascondendo la rabbia che cieca e succube nel tuo sangue fermentava come il buon vino fermenta nel tino del contadino. E domandasti al vecchio che le storia aveva vissuto e discutesti col giovane che sarebbe stato nella storia e imparasti a guardare te stesso e come vivevi. Così, nei ritagli di tempo, cominciasti e studiare. Nella caparbietà degli intenti e del sapere ritornarono gli entusiasmi soffocati alle elementari ed ora uomo che ritorni bambino leggi e finalmente scrivi. E il bambino domanda un perché e l’uomo che studia riesce e dare una risposta fino a che è l’uomo che domanda ed è l’uomo che risponde. Ora sai l’origine delle ingiustizie: il latifondista che non ama e tanto meno lavora la terra ingordo di soldi e di potere feudale in tutto specula e prima di tutto sulla gente onesta, misera, ignorante. Poi, costretto come migliaia e migliaia di altri uomini abbandoni la moglie e i figli e la terra del tuo sudore emigrando triste e sconfitto nella speranza. Ti avevano promesso un buon lavoro e un buon salario, e dopo poco tempo la possibilità di alloggio per le
famiglia. Ma già sono tre anni che vivi vegetando martoriato dalla catena di montaggio nella fabbrica prigione e nell’unica stanza dove mangi e dorali e mezzo con un altro il groppo alla gola ti prende nel pensare ai A mo’ di macchina automatica sei trasformato dall’ingranaggio che di uomo tutto frantuma mentre la televisione propina “carosello” e fa vedere il mondo dei ricchi per far dimenticar noi
stessi Ma sai e non ti illudi mentre costruisci nella lotta partecipa il tuo granello utile nel dar senso al mosaico di un mondo diverso. “E loro retrogradi di ogni razza già tinti nel verde della muffa dei castelli feudali già larve disumane che odiano l’uomo più niente hanno da dire altro che confessar le loro colpe al Tribunale della Povera Gente”. GENTI Sia il soffio possente gettato dal fiato operaio a spazzare monti di cenere di un passato che non rinasce. Parlate poveri: Perché non sapete parlare insegnate agli avvocati. Scrivete poveri: Perché non sapete scrivere insegnate agli scrittori. Costruite poveri: perché non sapete costruire insegnate agli architetti. La nuova era e vostra! Non più la storia è fatta dai generali non più la scienza è fatta dai geni. Ed è questo già rivoluzione. RITORNERAI Lontano dalla tua terra lontano dal cuore della tua amata gente straniero tra stranieri vendi giorno dopo giorno la tua forza senza amore. Fratello emigrante scacciato dal tuo paese dalle tue officine e dai tuoi campi ritornerai: La dove il cuore si rigonfia d’amore per le lacrime della tua gente avrai la vita nuova e vera. La dove la tua mano forte, callosa, sincera stringerà le nostre mani forti, callose, sincere troverai altri fratelli. OSSERVEREMO Osserveremo ciò che avremo fra le mani e vedremo altre tante mani tre le mani. Delle impressioni sfuggevoli ci faranno ricordare quelle altre mani vuote che stringevano l’aria che portava ancora impressa la sua figura. Ricordi scolpiti nella mente diverranno nuove realtà mentre la mente sarà cosa occulta volatilizzata fra le particelle del cervello. Verranno altri nuovi pensieri e formeranno nuove menti che cercheranno l’altra mente nel cervello. Tutto ci sembra già accaduto e a niente più faremo caso e solo il presente sarà il passato. Prendere tutto e fuggire da tutte le particelle, da tutto il sangue e trovare altre nuove strade che non incise da altri passi docilmente si faranno percorrere senza dire che quei passi sbagliano. E l’uomo certamente è uomo con perché e forse e vive, e vive, e muore sempre. UN CUORE Un cuore batte nel corpo vuoto. Non più il sangue riscalda le membra vizze ma il cuore batte batte l’aria! Il sangue seminato dalle ferite dagli amori lasciate ha riempito le impronte che una vita per il proprio cammino riuscì ad imprimere. La terra spugna mai sazia ha assimilato quelle orme ricolme e al mattino solo v’è rimasto quel colore rosso che brilla al sole. Rugiada della notte che al giorno fuggi nasconderai per la cecità agli occhi donata da un sole troppo vivo le immagini dei ricordi SERENO Uno spiraglio nel cielo si apre: sorrisi sinceri e nuovi occhi splendenti. La tempesta è passata trascorsa nel vortice di lampi e tuoni e pioggia. L’acqua stagna nelle asperità del terreno e nelle conche delle strade mentre le nubi fuggono lontano a gettare vecchie paure nel cuore che piange a gettare vecchie felicità nel cuore arido. Ma l’arcobaleno cosa vuole? Arriva il sereno! IDEE Il peso di questa aria sostiene le idee che vivono cibandosi di menti. Rimangono crani vuoti e le idee volano da altri crani cibandosi di altre nuove sostanze. Le menti vuote dondolano dentro ai crani vuoti e le idee rimangono sospese, appesantite Delle bocche si aprono mangiano queste idee e gli stomachi si gonfiano ma i crani rimangono vuoti. Dei pupazzi si vanno a poco a poco formando mentre le idee si moltiplicano vivendo staccate dalle menti che cercano invano di afferrare. Le pupille degli occhi sono formate da innumerevoli puntini luminosi che si confondono con altri puntini sostenuti dal peso di questa aria. PRIMO MAZZETTI Gli operai del Comune con vanghe e piccone hanno rotto la lapide e riscavato la fossa hanno trovato il logoro legno: Così ho visto “resuscitare” mio padre. Ho visto tutte le sue ossa e il suo cranio rotto. Oltre al suo lavoro dette anche la vita e ancora non è stata fatta giustizia. (Vive ancora la società capitalista!) Ma il cervello ragiona e il sentimento percepisce già nel sangue utopie dove i poveri sono ricchi e realtà trasformate scientificamente diventano nuove realtà da sviluppare. Con la compagine che poco gioisce ma tanto lavora e soffre la fierezza consapevole avanza a milioni di volti sorride e lotta dura senza paura in modo di vivere e non più morire. LA VITA Senza il sogno la vita cosa sarebbe? Sarebbe una vita troppo, troppo terrestre. E tu sei la parte di vita dove il sogno fantastico illumina il mio cielo nuvoloso L’IDEALE Il numero degli anni non determina il superamento dell’Ideale. E’ l’Ideale che scandisce anche il tempo e il tempo è continuamente vecchio e superato. ////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
RENZO MAZZETTI DAL MIO CRANIO DAL MIO CUORE “10″
Collana Cento Poeti PELLEGRINI EDITORE
Cosenza, febbraio 1969.
rigano il vetro della finestra
Dalle fessure
entrano fiati
sconosciuti
freddi.
Chi piange stanotte?
Sarà forse il cielo
maestoso superbo infinito?
Sarà forse un solitario nuvolo
sensibile alla brezza che lo porta
in parte a coprire la Luna?
Un lampo silenzioso
illumina un riflesso
conosciuti occhi sorpresi
subito risvaniscono vergognosi.
DAREMO LA NOSTRA MANO
Sì, daremo l’inferno
all’albagia e a chi
da vivo
conoscerà l’arcano regno
di Dio.
Ma daremo la nostra mano
a chi nella ricerca
e nello studio profondo
cercherà la conquista
non atea ma scientifica
e non calpesterà la Luna
o gli altri pianeti
come avventuriero.
Ma come uomo libero
cercherà lassù nell’universo
la conoscenza che affratella
nella consapevolezza senza paura.
NELL’OSCURITA’
Nell’oscurità canteremo
le canzoni dei ricordi
dei sorrisi passati
e gli occhi
di nuovo splenderanno.
Se una luce
rischiarerà l’oscurità
vedremo i nostri volti
rigati dalle lacrime.
Ma non saranno
lacrime amare.
Saranno le lacrime
dello sfogo
da tanto tempo trattenuto
che soffocava le parole
prima sussurrate
alle orecchie sorde.
Queste lacrime
urleranno parole
e come ruscelli
fra tutti gli uomini
daranno all’utopia
di quella libertà
la concretezza dovuta
per la verità della fratellanza
Sentivo qualche cosa
poco tempo fa
mentre pioveva.
Sentivo con l’udito
battere le gocce:
della fredda pioggia
contro i vetri
della mia finestra.
Mi sentivo solo poco tempo fa
e il mio cuore batteva
assieme alle mie palpebre
al rombo dei tuoni.
Sentivo qualche cosa
poco tempo fa
mentre pioveva.
Senza alcuna ragione ragionata
le braccia e le gambe
frenetiche si muovono precise
e le mani attente, veloci, lontane
si attaccano ai pezzi
innestandoli opportunamente.
In questo non vivere
nell’ammasso di ferro lavorato
di viti e rondelle e bulloni
e trapani e chiavi e motori
il cervello diventa piombato
tenta di fuggire la realtà
nella testa disturba.
Uomini e donne protagonisti
consapevoli della fatica alienante
assorbono grammo su grammo nocività
sopravvivono ai tempi di produzione
costruiscono utilità.
RASSEGNA DI GIORNI CAMPESTRI
Dai campi
il sudore del giorno passato
evapora solitario
nel cielo rischiarato
dal primo sole
del giorno dopo.
Nella notte
stagnava sulle verzure
quale paterna mano
callosa, ruvida, sincera
che cura e veglia.
Tutti dicono
che è rugiada
senza calore né anima
ma è sudore stagnante
ed è trasformato in vapore
nell’aria fresca del mattino.
E mentre le lacrime
affogano gli occhi della fatica
nel cielo sfrecciano i missili,
si plana sulla luna,
si penetra nel mistero profondo
che silenzioso e impalpabile
è divenuto vicino universo.
Poi ritorna.
Nell’altro tramonto
un belletto da donna sorpassata
porpora di rosa l’orizzonte.
Ed è la luce viva e splendente
che si smorza nel contrasto
di un’altra primavera sopraggiunta.
Ed è un altro sorriso
al crepuscolo apparso
che splende sul cammino
dove stanchi uomini
e stanchi armenti
dondolano le teste sotto al giogo
insieme al trattore
dal metallo divenuto rovente.
VOLESSERO PER UN POCO FUGGIRE
Se gli uni o gli altri
volessero per un poco fuggire
dai loro forse e perché
prenderebbero una rivoltella
e certamente si sparerebbero.
Ucciderebbero tutti i forse e perché
e la risposta sarebbe quella che è.
Una fossa viene scavata
una lapide costruita
e una croce nel marmo incisa.
Dovesse una ribellione
stroncare tutte le cose
come stronca la povertà, la ricchezza
saremmo tutti dei ribelli
e correremo per le strade
prendendo tutto a fucilate.
Non è possibile scagliare un sasso
contro un altro sasso più grande
e per far questo
bisognerebbe prendere un mondo
e scagliarlo contro il mondo.
L’esattezza dell’universo
utilizza tutto lo spazio
e non esiste un sol passaggio stretto.
PENSIERI
Un sorriso non più bianco
non più nero né giallo
aprirà la strada alla vita.
Quando il padrone
più non esisterà
nelle officine il proletario
diverrà libero uomo:
Così avverrà la fratellanza!
Certamente altre parole
dovranno scaturire diversamente
per dire dell’economia, della scuola
del lavoro, della letteratura,
delle ricerche, delle esplorazioni ultraterrestri
Cosa diranno quelle parole?
Per i sentimenti
basterà dire: Amore.
STORIA D’EMIGRANTE
Della terra non tua tutto sapevi e amavi
fin da quando le tue mani infantili già erano callose
e sapiente curavi i raccolti, i frutti, le verzure.
Nella tua calda aria sicula avesti le prime ingiustizie
ma ancora non capivi nascondendo la rabbia
che cieca e succube nel tuo sangue fermentava
come il buon vino fermenta nel tino del contadino.
E domandasti al vecchio che le storia aveva vissuto
e discutesti col giovane che sarebbe stato nella storia
e imparasti a guardare te stesso e come vivevi.
Così, nei ritagli di tempo, cominciasti e studiare.
Nella caparbietà degli intenti e del sapere
ritornarono gli entusiasmi soffocati alle elementari
ed ora uomo che ritorni bambino leggi e finalmente scrivi.
E il bambino domanda un perché
e l’uomo che studia riesce e dare una risposta
fino a che è l’uomo che domanda ed è l’uomo che
risponde. Ora sai l’origine delle ingiustizie:
il latifondista che non ama e tanto meno lavora la terra
ingordo di soldi e di potere feudale in tutto specula
e prima di tutto sulla gente onesta, misera, ignorante.
Poi, costretto come migliaia e migliaia di altri uomini
abbandoni la moglie e i figli e la terra del tuo sudore
emigrando triste e sconfitto nella speranza.
Ti avevano promesso un buon lavoro e un buon salario,
e dopo poco tempo la possibilità di alloggio per le
famiglia.
Ma già sono tre anni che vivi vegetando martoriato
dalla catena di montaggio nella fabbrica prigione
e nell’unica stanza dove mangi e dorali e mezzo
con un altro il groppo alla gola ti prende nel pensare ai
A mo’ di macchina automatica sei trasformato
dall’ingranaggio che di uomo tutto frantuma
mentre la televisione propina “carosello”
e fa vedere il mondo dei ricchi per far dimenticar noi
stessi
Ma sai e non ti illudi mentre costruisci
nella lotta partecipa il tuo granello
utile nel dar senso al mosaico di un mondo diverso.
“E loro
retrogradi di ogni razza
già tinti nel verde della muffa
dei castelli feudali
già larve disumane che odiano l’uomo
più niente hanno da dire
altro che confessar le loro colpe
al Tribunale della Povera Gente”.
GENTI
Sia il soffio possente
gettato dal fiato operaio
a spazzare monti di cenere
di un passato che non rinasce.
Parlate poveri:
Perché non sapete parlare
insegnate agli avvocati.
Scrivete poveri:
Perché non sapete scrivere
insegnate agli scrittori.
Costruite poveri:
perché non sapete costruire
insegnate agli architetti.
La nuova era e vostra!
Non più la storia
è fatta dai generali
non più la scienza è fatta dai geni.
Ed è questo già rivoluzione.
RITORNERAI
Lontano dalla tua terra
lontano dal cuore
della tua amata gente
straniero tra stranieri
vendi giorno dopo giorno
la tua forza senza amore.
Fratello emigrante
scacciato dal tuo paese
dalle tue officine
e dai tuoi campi
ritornerai:
La dove il cuore
si rigonfia d’amore
per le lacrime della tua gente
avrai la vita nuova e vera.
La dove la tua mano
forte, callosa, sincera
stringerà le nostre mani
forti, callose, sincere
troverai altri fratelli.
OSSERVEREMO
Osserveremo ciò che avremo fra le mani
e vedremo altre tante mani tre le mani.
Delle impressioni sfuggevoli
ci faranno ricordare
quelle altre mani vuote
che stringevano l’aria
che portava ancora impressa la sua figura.
Ricordi scolpiti nella mente
diverranno nuove realtà
mentre la mente sarà cosa occulta
volatilizzata fra le particelle del cervello.
Verranno altri nuovi pensieri
e formeranno nuove menti
che cercheranno l’altra mente nel cervello.
Tutto ci sembra già accaduto
e a niente più faremo caso
e solo il presente sarà il passato.
Prendere tutto e fuggire
da tutte le particelle, da tutto il sangue
e trovare altre nuove strade
che non incise da altri passi
docilmente si faranno percorrere
senza dire che quei passi sbagliano.
E l’uomo certamente è uomo
con perché e forse
e vive, e vive, e muore sempre.
UN CUORE
Un cuore
batte nel corpo vuoto.
Non più il sangue
riscalda le membra vizze
ma il cuore batte
batte l’aria!
Il sangue
seminato dalle ferite
dagli amori lasciate
ha riempito le impronte
che una vita
per il proprio cammino
riuscì ad imprimere.
La terra
spugna mai sazia
ha assimilato
quelle orme ricolme
e al mattino
solo v’è rimasto
quel colore rosso
che brilla al sole.
Rugiada della notte
che al giorno fuggi
nasconderai per la cecità
agli occhi donata
da un sole troppo
vivo le immagini dei ricordi
Uno spiraglio
nel cielo si apre:
sorrisi sinceri
e nuovi occhi splendenti.
La tempesta è passata
trascorsa nel vortice
di lampi e tuoni e pioggia.
L’acqua stagna
nelle asperità del terreno
e nelle conche delle strade
mentre le nubi fuggono lontano
a gettare vecchie paure
nel cuore che piange
a gettare vecchie felicità
nel cuore arido.
Ma l’arcobaleno
cosa vuole?
Arriva il sereno!
IDEE
Il peso di questa aria
sostiene le idee
che vivono cibandosi di menti.
Rimangono crani vuoti
e le idee volano da altri crani
cibandosi di altre nuove sostanze.
Le menti vuote
dondolano dentro ai crani vuoti
e le idee rimangono sospese, appesantite
Delle bocche si aprono
mangiano queste idee
e gli stomachi si gonfiano
ma i crani rimangono vuoti.
Dei pupazzi
si vanno a poco a poco formando
mentre le idee si moltiplicano
vivendo staccate dalle menti
che cercano invano di afferrare.
Le pupille degli occhi
sono formate
da innumerevoli puntini luminosi
che si confondono con altri puntini
sostenuti dal peso di questa aria.
PRIMO MAZZETTI
Gli operai del Comune
con vanghe e piccone
hanno rotto la lapide
e riscavato la fossa
hanno trovato il logoro legno:
Così ho visto “resuscitare” mio padre.
Ho visto tutte le sue ossa
e il suo cranio rotto.
Oltre al suo lavoro
dette anche la vita
e ancora
non è stata fatta giustizia.
(Vive ancora la società capitalista!)
Ma il cervello ragiona
e il sentimento percepisce
già nel sangue utopie
dove i poveri sono ricchi
e realtà trasformate scientificamente
diventano nuove realtà da sviluppare.
Con la compagine che poco gioisce
ma tanto lavora e soffre
la fierezza consapevole avanza
a milioni di volti sorride
e lotta dura senza paura
in modo di vivere
e non più morire.
LA VITA
Senza il sogno
la vita cosa sarebbe?
Sarebbe una vita
troppo, troppo terrestre.
E tu sei
la parte di vita
dove il sogno fantastico
illumina il mio cielo nuvoloso
Il numero degli anni non determina
il superamento dell’Ideale.
E’ l’Ideale che scandisce anche il tempo
e il tempo è continuamente vecchio e superato.
////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
RENZO MAZZETTI
I TUOI OCCHI
Sarà il cielo sereno
riflesso dai tuoi occhi
a dare a questo amore
già condannato
già deluso
già combattivo nel tempo
la gioia della vita
la speranza dell’uomo.
IL CIELO
Il cielo di settembre
lascia cadere
le lacrime dell’autunno.
Il fiume minaccia
ancora l’invasione
sulla terra calpestata.
S’ingrassa il cuore
nell’amore fiorito.
RITORNO
Verrò da te
lontana
abbandonata.
Rimasta nel ricordo
sempre presente d'ogni giorno
sei divenuta grande
diversa
migliore di quello che eri.
Nella mia illusione
ritorno.
VIDI IL TUO VOLTO
Vidi il tuo volto:
universo di sogni.
Dall’adolescenza
d'ogni uomo
trascorsa nella speranza
della facile vita
senza la battaglia
ma nel diritto,
sognavo
con la mano
nella tua piccola mano.
Ma le nostre strette
non dicevano niente:
erano solo strette
di mani felici.
VENTO
Soffia
possente, timido, discreto.
Accarezza
quando la tua mano
si protende
cercando il mio volto.
È timido e caldo
nel sussurro
tuo dell’amore
al mio orecchio.
INTRODUZIONE
Vedo lontano una stella
e percepisco il suo richiamo.
Salto.
Mi proietto nell’infinito
e ai miei piedi non ho ali
né seggo sul sedile del missile.
PAESAGGIO
Frammenti di motori…
Carcasse di ordigni…
Puzza di carburanti bruciati…
Fluttuano onde nel1′etere:
richiami, segnalazioni, ordini!
Il mio udito percepisce
e ciò che non vedo
affascina maggiormente il mio io.
STELLA LONTANA
Dalla Terra
ti vedevo
Stella lontana.
Brillavi
circondata dal buio
di una breve notte terrestre.
Su di te fantasticavo.
Accovacciato ai piedi
del mio albero
paragonavo il tuo brillare
al brillare dei suoi occhi.
La tua piccolezza
alla sottigliezza della sua vita.
Il tuo calore percepito
al calore della sua bocca.
Ma non ritornavo indietro
a cercare un suo perdono.
Mentre la mano d’altra donna
si riposava sulla mia spalla:
amavo!
SEI TU Nel paesaggio di nuvole vedo apparire e scomparire i tuoi capelli i tuoi occhi la tua bocca. La tua voce ancora portata da quest’aria limpida ritorna argentina carezzevole calda.
PRIMA VITA
Con la schiena curva
il capo rivolto in alto
e le braccia
le cui mani
penetrano nella bruciante terra
la forma umana
appare per la prima volta
battendo per assodare la terra
lo estremità callose divenute piedi.
Per il soffio possente dell’aria
non ancora forgiata nella parola
si apre il cielo sull’universo.
Due grandi occhi
penetrano nelle affascinanti profondità
cominciando a tessere i primi perché
portando la volontà del sapere
nell’ammasso confuso di un cervello.
DAL MIO CRANIO Da dove vedo quella luna che è sotto ai miei piedi? Volteggio nell’aria e sento il respiro farsi affannoso e il pulsare del mio cuore. Dal mio cranio esce leggero il cervello e le gambe le corrono dietro! Subito si fermano si afflosciano si spezzano formando altri corpi dalle forme neonascite. Stelle Luna Mare Cielo Terra. POTENZA Dove volevo arrivare se non più in alto di quel cielo del mio capo? Intrinseco di pensieri. Volevo arrivare un pensiero prende vita. Dove è la mia testa tutto volteggia tutto ormai non è se non l’essenza. Tu sei fluidamente volteggi le cose sfiori. ARRIVEREMO
Arriveremo un giorno
vecchi ma felici
per la libertà
della nostra morte.
DAL MIO CUORE
Esce un singhiozzo
dalla gola soffocante
e il cuore leggiero
si esalta per il peso
sì tanto gravoso perduto.
Era la catena
che stringeva il mio polso.
Era l’inferriata
che oscurava la mia stanza.
Dal mio cuore
esce ora l’urlo:
fratello!
Fratello abbracciami.
Fratello ecco le mie mani.
Fratello ecco la mia forza
ecco la mia volontà:
costruiamo!
EMIGRANTE
Emigrante
partisti
per terre lontane.
Ed ora
apri le tue orecchie
al suono di lingue sconosciute
parli ma nessuno mai ti comprende
e vedi paesaggi diversi
freddi
lontani dal tuo cuore
dai tuoi ricordi.
Ritornerai ancora?
Ritornerai laggiù
al tuo mare, al tuo cielo
e all’ aria calda
a coltivare la tua grassa terra?
VENGO
Vengo mio tempo
a respirare la tua polvere
portata da questo freddo vento.
UNA DONNA
Una donna speranzosa
rivolse gli occhi verso le stelle
e vide degli scintillii
che abbagliarono i suoi occhi.
DOLORE
Il chissà di sempre
ritorna ad opprimere
un cuore vagante
attraverso le tempeste dell’amore.
Il vero amore:
quello che come lampo
passa trafiggendo il cuore
e lascia il buco per l'innesto
mentre il fiore
sboccia e germoglia
gradatamente raggiunge il culmine
e gradatamente muore.
Bella e desiderata è la primavera
ma non quel sole
che sempre splende
putrefando tutte le cose.
Dei singhiozzi
scuotono il tuo volto?
Altri baci lo calmeranno!
Mentre questo dolore
assassino dell’amore
ed esaltazione di un cuore
è un solitario e opprimente
miscuglio di sentimenti.
CORVI
Come a un cane
lisciano il tuo capo
che penzola dalla forca.
I corvi oscurano il cielo
nell’attesa di mangiare
le tue già putride carni.
Volando sulla terra
sbattono la testa nelle nubi
rimanendo agganciati lassù
e si stirano al caldo del sole.
Fuggiamo da questo incubo
che cerca se stesso
penetrando nel nostro io.
Morte: vivi ancora!
Vita: muori ancora!
Drappi neri volteggiano.
Preannunciano la notte
i raggi di un sole
che fugge dal cuore
deluso e sanguinante.
GENTE
Volti, braccia, gambe,
parole, parole, mani.
Centinaia di diti si stringono
e nell’abbraccio
delle braccia si spezzano.
Occhi: tanti occhi.
Occhi che guardano
tanti altri occhi.
L’aria lambisce
ammassi di carne umana
che si scompone
e a suo piacimento
prende le forme:
volti, braccia, gambe.
Cappelli,
sono dappertutto
e formati i mille colori
il cielo ritorna
ad essere quello dell’essere.
Movimenti stupidi.
Giusti movimenti.
Nel ritorno
un cuore cammina solo
mentre il corpo:
volto, braccia, gambe,
parole, parole, mani,
sono laggiù rimasti.
Mani morte:
non potranno più stringere
Corpo morto:
non potrà più tornare.
Cuore vive!
Ritorna ancora, ancora.
L’ULTIMA GUERRA
Il mondo è stato conquistato
ma il ritorno del soldato
che ha conquistato questo mondo
è triste nel ritrovare
l'unico e vero suo mondo
distrutto in polvere.
Un nuovo sole splende
e la sua luce artificiale
non basta per illuminare
tutto il mondo distrutto.
Nella semioscurità
il soldato ritornato uomo
toglie le macerie
e cerca le fondamenta
ma non trova nulla.
Con il cuore palpitante
i nuovi occhi cercano
e trovano degli occhi sperduti
su dei volti scarni
che non donano un sorriso
ma solo gridi di angoscia
e lacrime di speranza.
MISERIA
La miseria si avvicina
e nel bere l'ultimo bicchiere
anche la mente
viene lasciata dalla fantasia.
I pensieri si concretizzano
e nello sguardo si vede
l’odio più legittimo
e il cuore dimentica il nome.
Il ricordo di ragazzo
se spegne nel presente
e l’uomo rimane solo.
Solo lui si protende
a cercare con gli occhi.
Tante porte si schiudono
altre si richiudono
ma una sola rimane aperta.
Non è forse la migliore
quella che più sa dare
e la peggiore la ritrosa?
Poi un giorno stringi
la sua sottile vita
scoprendo tutto di lei
mentre un altro giorno
ne dimentichi persino il nome.
Con una parola forse correrebbe
e di nuovo sarebbe con te
e il suo nome
sarà ricordato dai baci suoi.
A una parola
l’importanza di un discorso
a una frase
quella di potere ogni cosa.
PAESAGGIO TERRESTRE
Una vecchia
posato il manico
della falce sul fianco
ne arrota la lama.
Taglia il grano
alle parti del campo
per far posto
al traballante trattore
che rombando viene
con le sue possenti ruote.
Il grano cade, si appacchetta
e si mette da parte.
I forconi
mossi da braccia abbronzate
vengono disponendo il grano
in covoni alti sotto il sole.
Il cuore comanda quelle braccia.
La fame dei figli
che dentro al nido cinguettano
fanno volare la madre
su quei covoni a rubare il chicco.
I peschi ornano i campi
e il buon tempo monotono
rispecchia il loro splendore.
PRINCIPIO DI VITA
Questa enorme distesa
che avete sotto ai piedi
è vostra.
Seminate il vostro grano
e piantate le vostre viti:
Mangerete pane vostro
e berrete vino vostro.
Il mare è lì vicino
ed ecco qui le reti
pescate il pesce:
Arricchirete il vostro pasto.
Enormi distese di alberi
formeranno i vostri fuochi
e le montagne
saranno le vostre grotte.
Il sole è vostro
ma è troppo lontano
riceverete da lui
il calore e la luce
e un lume di speranza
che splenderà nella notte
riflettendosi nella luna.
SEI TU
DAL MIO CRANIO
dalle forme neonascite.
le cose sfiori.
Commenti
Posta un commento