POLITICI ESEMPLARI

domenica, 24 aprile 2016

POLITICI ESEMPLARI

L’atto criminoso che è stato consumato stamane sulla soglia del Parlamento ha ferito profondamente il cuore di tutti noi di questo settore, ha sdegnato l’anima della classe operaia, ha offeso la coscienza di quanti credono veramente nelle libertà democratiche, perché l’attentato è stato consumato contro un uomo, contro Palmiro Togliatti, alfiere da tanti anni della lotta per il riscatto della classe operaia e per il rinnovamento democratico dell’Italia. A Palmiro Togliatti vada il nostro saluto e la nostra solidarietà. Oggi più che mai, noi lo sentiamo nostro compagno di lotta, questo uomo, che da anni si sta battendo per il bene della classe operaia e per le libertà democratiche. Quando molti di coloro che seggono su questi scranni erano stretti intorno al carro del trionfatore, questo uomo era costretto ad andare randagio per il mondo, ed è stato sempre presente con la sua persona dove ci si batteva e si moriva per la libertà. Ritornato in Italia, il suo primo impulso è stato quello di sospingere il suo partito nella lotta per l’indipendenza della Patria, per la nostra indipendenza. Questo uomo che veramente era preoccupato ed è preoccupato delle sorti del nostro Paese non ha voluto ripetere gli errori che qualcuno dei nostri commise nel 1920. Non volle chiudersi nel suo partito, pensare solo alle istanze della classe operaia; ebbe invece fin dal primo momento una visione più ampia per salvare il nostro Paese dalla rovina morale e materiale in cui era stato gettato dal fascismo, e fu precisamente lui che subito affermò la necessità di un governo di cui facessero parte tutti i partiti. Fu lui a sostenere col suo partito la necessità dei Comitati di liberazione. Quest’uomo che è stato e viene indicato dalle gazzette neofasciste e dalle gazzette cosiddette indipendenti come assetato di vendetta, ha messo la sua firma ad un atto di clemenza per portare la pacificazione in seno al popolo italiano. La nostra solidarietà va ai compagni comunisti. Qualcuno ha denigrato noi, ci ha insultati perché di recente a Genova abbiamo riaffermata la necessità del patto che da tempo ci unisce col Partito Comunista. I fatti hanno dato ragione a noi prima di quel che noi pensassimo. Sappiate che se voi intendete mettere fuori legge questo partito, dovete apprestarvi a mettere fuori legge anche noi. Noi combatteremo al fianco di costoro come abbiamo combattuto dal 1922 al 1945. La nostra solidarietà al Partito Comunista che per venti anni si è battuto contro il fascismo e per le libertà democratiche! Noi quando siamo stati in carcere e al confino non abbiamo incontrato uomini di quel settore (indica la destra), ma centinaia di uomini che sono qui nel settore di sinistra e che oggi rappresentano l’antifascismo e la lotta della resistenza. La nostra solidarietà a questo partito, che è stato all’avanguardia del secondo Risorgimento. Questa pagina gloriosa è stata scritta soprattutto col sangue di centinaia di comunisti e se non fosse stata scritta, oggi voi e noi ci troveremmo nella situazione di servitù umiliante in cui si trova la Germania. Ecco perché ci sentiamo più che mai solidali coi compagni comunisti. Perché è facile essere solidali coi partiti che sono al governo e che trionfano; noi, invece, nella nostra tormentata vita, abbiamo sempre preferito metterci a fianco delle vittime e dei perseguitati. Anche per questa ragione noi, compagni comunisti, saremo sempre al vostro fianco. Questo partito che ha tanto ben meritato della Patria è stato messo al bando. Abbiamo sentito alcuni uomini di quel settore (indica la destra) nei comizi elettorali per il 18 aprile, affermare che il Partito Comunista deve essere messo fuori legge. Tutte le gazzette indipendenti, tutte le gazzette che sostengono il governo democristiano, hanno sempre detto che il Partito Comunista deve essere posto fuori legge, perché è un partito antinazionale. Ieri, sul giornale di un vice presidente del Consiglio, sull’Umanità, un criminale, perché altra parola non può essere detta nei suoi confronti, ha scritto un articolo di cui dovrebbero vergognarsi anche i suoi compagni di partito. Mi si dice che domani verrà la sconfessione di questo articolo. Troppo tardi e troppo comodo! Sono lacrime di coccodrillo che noi respingiamo sdegnosamente; la sconfessione dovevate farla stamani. Non dimentichiamo che a questo uomo, vice segretario del partito, è stata data la direzione dell’Umanità solo quando egli scrisse su quel giornale un articolo in cui esortava il governo democristiano ad aderire immediatamente al blocco del Benelux per fare una crociata antisovietica: quindi non è da oggi che costui manifesta le sue criminose intenzioni. Proprio ieri egli scriveva che Togliatti deve essere considerato un nemico della nazione; che il Partito Comunista è fuori legge e che Togliatti e i comunisti debbono essere messi al muro. Questo è stato scritto sul giornale del vice presidente onorevole Saragat. Quindi la responsabilità ricade anche su di voi (indica il settore dei secessionisti). Appare chiaro così, onorevole presidente, quale è il clima che si è creato intorno ai comunisti ed intorno a noi. Un clima di odio e di rancore. Abbiamo letto sui giornali neo-fascisti articoli contro di noi, contro gli uomini della resistenza, che sono sempre stati definiti da costoro dei delinquenti, dei criminali. Pensate al discorso di un sacerdote, padre Lombardi, che ha detto: “La vendetta dovrà raggiungere coloro che hanno fatto la insurrezione d’aprile!”. Questa deve essere considerata una vera istigazione a delinquere. Di recente, nell’aula del Tribunale di Roma, ove si celebra il processo contro Kappler, una donna indegna di indossare la toga d’avvocato, più degna invece di indossare la divisa delle ausiliarie delle SS. tedesche, si è scagliata contro noi partigiani. Io chiedo perché non è venuta una protesta da parte dell’autorità competente; perché il governo non ha protestato e non ha cercato di arrestare questa campagna denigratoria! Sappiamo quello che è avvenuto durante la campagna elettorale. Voi ci avete sempre definiti dei fuori legge. Ed allora, onorevole Porzio, contro i fuori legge tutto è lecito! Ed allora ecco che ci sono dei fanatici, dei criminali, degli esaltati che pensano di ben meritare se colpiscono i fuori legge. Onorevole Porzio, io mi rivolgo alla vostra competenza di uomo di legge. Riflettete, dove e come è stato consumato questo delitto? E’ stato consumato in piena Roma, sotto gli occhi della polizia. Chi così ha consumato era consapevole di compiere un atto di cui non avrebbe ricevuto punizione, ma forse il plauso. Comunque, onorevole vice presidente, non ci interessa costui: egli non è che un esecutore materiale del delitto. La responsabilità morale di questo delitto ricade, per noi, sul governo! Onorevole Porzio, io credo, e ve lo dico con sincerità, al vostro intimo sdegno. Voi siete un galantuomo e siete come Daniele non nella tana dei leoni, poiché i vostri colleghi di governo leoni non sono, ma nella tana dei lupi. Io credo al vostro sdegno, ma voi dovete ricordare quello che è avvenuto nel 1921-1922. Anche allora, se vi ricordate, qualcuno diceva: “Questi attentati si debbono imputare a dei delinquenti comuni; sono delle ragazzate!”. Ma, o signori, sono stati questi attentati che hanno aperta la strada al fascismo.  Allora si è commesso l’errore di rimanere passivi di fronte a questa avanzata della reazione. Noi non intendiamo ripetere quello errore. Cento volte abbiamo rischiato la nostra vita, l’abbiamo rischiata prima contro i fascisti e poi contro i nazisti, perché eravamo e siamo persuasi che la vita per sé stessa nulla conta, ma conta l’idea che l’illumina. Eccoci qui pronti a rischiare ancora una volta la nostra libertà fisica e la nostra vita, per sbarrare il cammino alla reazione, per difendere, costi quel che costi, la classe operaia, per far trionfare veramente le libertà democratiche e la giustizia sociale. (Meditazione sul discorso pronunciato, al Senato nella seduta del 14 luglio 1948, da Sandro Pertini).

[ALLA LOTTA]
Sia, l’acre sapore delle lacrime,
per non piangere, inghiottite,
stimolo aspro al lavoro, alla lotta.
-Palmiro Togliatti-

 Vedi:  PENNA A MANO (4 aprile 2016)



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