lunedì, 11 aprile 2016
GIRA E RIGIRA
In Grecia, ai tempi di Solone, la cittadinanza venne
suddivisa, in base alle rendite economiche, in quattro classi, all’ultima
classe erano collocati i nullatenenti. Tullio Servio, fece la suddivisione del
popolo romano in cinque, all’ultima classe era collocato chi possedeva 11.000
assi. Il concetto di classe, da sempre, è utile per contraddistinguere i
diversi strati sociali in base alla ricchezza; lo impiegarono economisti come
Smith e Ricardo, pensatori come Saint-Simon e Fourier. Il concetto di classe
assunse un significato più preciso a partire dai lavori di Engels e di Marx, ai
quali si deve la fondazione di una vera e propria teoria delle classi. La
definizione che Marx dà delle classi è economica e, in più, politica perché
esse si organizzano per assumere un ruolo di protagoniste. La lotta di classe è
continua e, nascosta o manifesta, può portare a una trasformazione
rivoluzionaria della società esistente o alla rovina comune delle classi.
Pensare che la lotta di classe era definitivamente persa o non esistesse
significava auspicare la rovina della civiltà. La lotta di classe, quella
comunista, perse una battaglia contro il capitalismo, non la guerra. La lotta
di classe esiste fino a quando impera la disuguaglianza economica. Ai primi del
terzo millennio parlavano del ceto medio che era tanto sacrificato dalla crisi
economica (della classe operaia e dei lavoratori nessuno ne parlava: erano
estinti o trasformati in schiavi?), ma, comunque, il ceto medio, quello operaio
e lavoratore dipendente, non erano “classi economiche”? Curioso, non volevano
più parlare di “lotta di classe” e rammentavano il ceto medio sacrificato. Gira
e rigira sempre di lotta si trattava, lotta per la vita. Albertino chiude il
computer e prende l’antologia. La lezione a casa per il prossimo mercoledì:
prosa di “Senza titolo”, in particolare lo studio di questi versi: “Ma se il
tramonto si chiamasse alba? E se la morte della ricchezza si chiamasse vita?”,
più il tema: “Estinti o trasformati in schiavi?” Compagne e compagni,
buonanotte… e non voglio leggere… che la storia non si fa con i ma e se,
capito? Un coro di risatine risponde e sciama allegro. (Ricordo da un racconto
di nonna Teresina).
POESIA ( parte )
Mi albeggia nella lontananza
qualche immagine incantevole
come attraverso le nubi le stelle
splendono delicate e dolci.
Si avvicinano – riconosco -
già la loro figura,
vedo Tell, l’arciere,
Siegfrid, il drago deforme,
mi si avvicina Faust il caparbio,
avanza Achille,
Buglione la nobile spada
con il coro dei suoi cavalieri,
si avvicina – non ridete, fratelli -
l’eroe Don Chisciotte
che sul nobile destriero
va per il vasto mondo.
-Friedrich Engels-
Vedi: ROBIN HOOD (21 marzo 2016)
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