I MEGA
lunedì, 1 febbraio 2016
I MEGA
Il male impera e il famoso diavolo degli allarmisti continua a implorare il “gufare” (offensivo per il fratello uccello Gufo) alibi inventato dal vecchio-nuovo-Benito-odierno e, tant’è che, alla Borsa di Milano, vengono compiuti numerosi arresti di “propagandatori di voci allarmistiche”, così come avvenne nel ‘29 a quella di Roma nell’anno della grande crisi. Il sistema capitalistico è da tempo fallito, lo spirito maledetto dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dell’annientamento degli animali e dell’ambiente naturale no, perché? Nessuno si pone l’interrogativo? Tanto è che nessuna ricerca di filosofia, di economia, di socio-politica è in corso, e quella marxista (tenuta ancora reclusa nel campo di sterminio di massa dei cervelli dell’umanità in ammasso) sopravviverà? La ragione (in libertà?) nella subdola tortura assorbe molteplici contaminazioni, tanti dai derivati bancari gas dei risparmi romantici-filosofici, tante dalle idee distruttive, ma i suoi possenti ruggiti fanno accapponare le meningi, sopravvissute alle droghe dell’economia del capitale e del Sistema Mercato (miraggi del deserto?) ma per chi e quale tornaconto? Quello sconosciuto dalla superstizione? Quello dell’inumano conosciuto Gioco della Borsa Mercato? Allora, perché il vitello d’oro ancora impera sulla verità? Certamente non quella del bambino della mangiatoia (non vostro!) neppure quella dell’umanità (non vostra!). Alfa e Omega, valgono una manciata di Mega? (Ricordo da un racconto di Tirella).
I MIEI GRANDI FRATELLI (CLIC 2009)
In ogni tempo vi sono stati pensatori, poeti, filantropi,
i quali hanno visto i mali della società e hanno cercato di
porvi rimedio,
sollecitando una nuova giustizia, perequatrice delle
ricchezze e lottando per l’Ideale.
Vi è un utopismo evangelico o ascetico;
un altro filosofico-letterario,
che, nei periodi di entusiasmo per le scoperte geografiche,
ci trasporta attraverso la fantasia del viaggio in nuovi
mondi ideali;
vi è l’utopia socialista egualitaria;
quella insurrezionale di Blanqui,
che attende la liberazione dell’umanità da congiure di
piccole minoranze di intellettuali;
un utopismo anarchico piccolo borghese, come quello di
Proudhon;
quello riformista di Louis Blanc;
vi sono, come li chiama Engels, i tre grandi utopisti:
FOURIER, SAINT-SIMON, OWEN.
Questi grandi fratelli, non sognano più mondi ideali,
ma cercano di avvicinarsi alla realtà pratica proponendo dei
sistemi.
Ognuno ha il suo: il primo progetta una società come fosse
una grande casa
dotata di tutto quanto possa occorrere per una comunità;
il secondo progetta un particolare sistema industriale;
il terzo propone la organizzazione di comunità agricola.
Tutti si ingegnano per eliminare le ingiustizie sociali e
far felice tutta l’umanità.
L’utopia è il motore della storia.
Chi smette di sognare è un morto vivente.
Infatti chi avrebbe mai pensato che, il 14 ottobre 2009,
un operaio potesse scrivere il proprio pensiero sullo
schermo di un computer
e con un semplice clic vederlo pubblicato nell’intero mondo?
-Renzo Mazzetti- (ottobre 2009)
Vedi: TREDICISESSANTA (11 gennaio 2016)
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