ALESSANDRO IL GROSSO
ALESSANDRO IL GROSSO VENERDI' 4 DICEMBRE 2015 h. 9,35.
(foto: CAVOLI 3)
Quando l'insegnante disse che nella storia era esistito Alessandro il grande, tutti scoppiarono in una fragorosa risata, allo sguardo sbigottito-interrogativo rispose Ascanio dicendo che anche noi avevamo Alessandro il grosso, e grosso per davvero, ribadì indicando Alessandro che sedeva un banco dietro. Alessandro, figlio di contadini, tirato su con enormi fette di pane e frittata ci
incuriosiva non solo per la sua corporatura, ma anche per il modo di parlare. Per esempio: tutti si rivolgevano ai genitori con il Tu, mentre il Voi lo davano ai nonni. Alessandro il grosso il Voi lo dava ai nonni e ai genitori, ciò ci faceva effetto perché i genitori erano molto più giovani di tanti altri. Un giorno l'insegnante spiegò che il Voi, prima del millecinquecento, rappresentava riguardo e meno confidenza del Tu, che è una forma confidenziale, poi fu quasi del tutto sostituito dal Lei che è una forma di cortesia; dalle sue parti, con il fascismo, non ricordava perché, riprese voga il Voi. Una volta alla televisione ascoltai un racconto di un medico: la paziente, quando eravamo soli, si rivolgeva dandomi del tu. Quel: “quando eravamo soli”, fu la più bella lezione d'ipocrisia. (Ricordo da un racconto di Irina).
RASSEGNA DI GIORNI CAMPESTRI (parte)
Dai campi
il sudore del giorno passato
evapora solitario
nel cielo rischiarato
dal primo sole
del giorno dopo.
Nella notte
stagnava sulle verzure
quale paterna mano
callosa, ruvida, sincera
che cura e veglia.
Tutti dicono
che è rugiada
senza calore né anima
ma è sudore stagnante
ed è trasformato in vapore
nell'aria fresca del mattino.
E mentre le lacrime
affogano gli occhi della fatica
nel cielo sfrecciano i missili,
si plana sulla luna,
si penetra nel mistero profondo
che silenzioso e impalpabile
è divenuto vicino universo.
-Renzo Mazzetti-
(“Verso Levante, poesie del mio autunno caldo” anno 2009)
Vedi: LA CIMINIERA (19 novembre 2015)
Commenti
Posta un commento