TARALLALLERO
domenica, 29 novembre 2015
TARALLALLERO
A che serve la poesia? Forse alla cultura? La lingua viene dalla poesia e la poesia è la lingua che gioca liberamente? Perché non fare un telegiornale in forma di poesia? In una scuola nessuno voleva dedicare un po’ di tempo alla lettura di poesia. Ma, via! per sentir dire solo: trallalà-tarallallelo-trallallò? Cos’è la poesia? Si domandava Francesco Mannucci detto Checco: “… più di tutto la poesia è una lingua, una misteriosa e magica lingua. E’ il linguaggio che si sprigiona dall’animo più profondo. Quel sublime fluido che si trasforma in frasi, parole, sospiri. E’ una lingua difficile a comprendersi perché non esistono vocabolari, dizionari o traduttori vari. E’ una lingua misteriosa e per molti impenetrabile. E’ lingua della coscienza, della vita di una persona. E solo con una chiave magica è possibile sprofondare nei meandri della poesia. Solo con la chiave rara chiamata AMORE! …”. Altro che “tarallallelo”, siamo tutti una poesia. (Tratto dai racconti di Maya).
La poesia non è fatta per nessuno,
non per altri e nemmeno per chi la scrive.
Perché nasce? Non nasce affatto e dunque
non è mai nata. “Sta” come una pietra
o un granello di sabbia. Finirà
con tutto il resto.
-Eugenio Montale-
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