GLI ALLEGRI GOVERNANTI
giovedì, 5 novembre 2015
GLI ALLEGRI GOVERNANTI
Una volta, per cantare in Francia, si dovevano imparare le canzoni in lingua francese. Poi arrivò d’imperio l’Europa che impose la colonizzazione delle nazioni con veri e propri colpi di stato con i primi ministri nominati. Anche i sindaci, direttamente eletti dal popolo, venivano defenestrati e sostituiti dai prefetti nominati dal primo ministro nominato. Gli Stati diventarono dei miseri tossici servi dei differenziali, dei giochi nelle borse e d’azzardo nelle sale, dei tornaconti monetari, dei potenti esosi, degli sperperi, dei debiti costruiti e ristrutturati, degli strozzini internazionali. Gli indiscussi fondi (proprietà degli antichi Paperoni?) con schifato sfregio, tramavano continuamente per stimolare la diserzione alla partecipazione democratica: era un ghigno d’alleluia quando le statistiche comunicavano che a votare erano andati meno del cinquanta per cento e i sondaggi, per le prossime votazioni, prevedevano che sarebbero andati a votare sempre meno del meno della volta precedente. Alla decadenza della dignità della Patria contribuì, non poco, la negazione progressiva dell’utilizzo e della cura della lingua italiana. Un esempio: nelle etichette alimentari e merce varia, nei libretti d’istruzione degli elettrodomestici e affini non vi era più scritto in italiano: c’erano almeno otto-dieci lingue di ogni parte del mondo, assente quella italiana. Ma che cosa ci si doveva aspettare: i primi a non rispettare i propri connazionali erano gli allegri governanti che addirittura intitolavano le leggi italiane in inglese. A loro non importava un cavolo di vivere in una terra colonizzata, quelli amari erano altrui. (Ricordo da un racconto di Bicefalo).
Vedi: GLI ISTIGATORI (20 ottobre 2015)
Commenti
Posta un commento