A PANCIA PIENA

 

domenica, 22 novembre 2015

A PANCIA PIENA

 

Nel periodo del libero mercato in un’economia aperta, vigeva la naturale legge della foresta e del mare, del più forte e del più grande. Tanti, oltre la forza e la sovrastante mole, erano gli stratagemmi per approfittare dei più deboli e dei più piccoli. I più forti e più grandi facevano a gara per essere i primi nell’ignobile approfittare. Poppavano con avidità soldi e risorse umane. La Banca, mai sazia con l’approfitto delle “modifiche unilaterali del contratto”, aveva fatto approvare una legge che consentiva di far pagare ai clienti l’eventuale disavanzo del suo bilancio. Per carpire soldi all’indifeso correntista-risparmiatore aveva inventato varie forme di disavanzo. Una, la più curiosa e strana, fu quella detta “a pancia piena”: era un disavanzo inventato, figurava sui mastri contabili e fruttava ingenti capitali completamente gratuiti. Tutti sapevano che l’operazione “a pancia piena” era un marchingegno di bilancio, ma quella rapina foraggiava tanti personaggi importanti e potenti. (Ricordo da un racconto di Rita).

 

POETA   E   CITTADINO (parte)

 

E tu poeta, eletto degli dei,

 

Araldo di eterne verità!

 

Non credere che colui che non ha pane

 

Sia indegno della tua lira ispirata.

 

Non credere che gli uomini siano decaduti per sempre:

 

Dio non è morto nell’anima degli uomini

 

E i singhiozzi di un cuore credente

 

Saranno sempre da essa compresi.

 

Sii un cittadino! Servitore dell’arte,

 

Vivi per il bene del tuo prossimo.

 

Sottometti il tuo genio al sentimento

 

dell’Amore che abbraccia l’universo.

 

-Nekrassov-

 

Vedi: DIO TI VEDE (6 novembre 2015)

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