IL MIO UCCELLO

lunedì, 31 agosto 2015

IL MIO UCCELLO

Il gufo è il mitico simbolo della saggezza, dell’intelletto e della solitudine; è amico del grillo parlante? Fatto è che tutti e due sono trattati male. Gufare significa soffiare come fa il grosso uccello rapace notturno. Abbiamo inventato anche un gufo singolare di persona: selvaggio, misantropo. Il soffiare dell’uomo: ansare, alitare, sbuffare, spirare; semplicemente in tre parole: mandar fuori l’aria; malignamente: spifferare, insinuare, portar via. Dunque, perché criminalizzare il gufo usando il “gufare” dispregiativo? Lasciamo stare l’uccello rapace: ci sono tante altre parole più appropriate e pulite per esprimersi politicamente; o siamo rozzi superstiziosi che odiano gli animali. Della Bachmann “Il mio uccello” ricordo: Sulla torre dal guardiano abbandonata quieti e immoti si accendono gli occhi del gufo. Qualunque cosa accada tu conosci l’ora uccello mio e attraverso la nebbia voli a me. Grigio-ferrigno compagno della mia spalla trapunto di quella penna unica arma mia! (Ricordo da un racconto di nonna Teresina).

FONTANELLA   FIORENTINA
In via Mezzetta
c’è la fontanella
cagionevole di salute
è in manutenzione.
Nell’ultimo giorno d’agosto
in pieno mezzogiorno
sotto il sole ardente
è abbandonata e triste.
Fontanella fiorentina
dalle quattro cannelle
ieri sprizzavi allegra
frizzante e naturale acqua.
Pellegrino con il vuoto
torno indietro sconsolato
ignaro misteriosa inspiegata
inspiegabile malattia.
-Renzo  Mazzetti- (31 agosto 2015)

VEDI: BUGIA CORTINA


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