FIABESCO E FANTASTICO
venerdì, 5 giugno 2015
FIABESCO E FANTASTICO
Che cosa potrei scrivere se tutte le fiabe e le poesie sono ormai state scritte, pubblicate e lette ai bambini? Che cosa non è stato detto che non sappiano già questi piccini curiosi? Pare sappiano tutto perché hanno letto tutti i più bei libri per l’infanzia. Che cosa ho da dire io ai bambini e come? Ecco dove sta il problema: con quale tecnica. Il poeta pensava: con la tecnica nuova, futurista, a cui stava educandosi il gusto del pubblico degli adulti oppure con quella tradizionale, con le rime lisce e dolci che piacciono alle autorità? In questo modo dovrei abbandonare, dopo quattro anni che le uso, le nuove forme, le rime e i metri poetici mai prima visti e sentiti. Dovrei darmi per vinto, arrendermi, perché i miei versi siano chiari e comprensibili ai bambini, educati alla letteratura classica. No. Neanche per sogno voglio venire meno alla poesia nuova che apre ampie possibilità all’ulteriore sviluppo di tutta la poesia, compresa quella per i bambini. Il poeta, dopo tanto pensare, decise: con i bambini non si deve biascicare ma parlar loro come se fossero adulti; quello che gli devi dire deve essere serio come per gli adulti. Ma il modo per comunicarglielo dovrebbe essere diverso, cioè “fiabesco e fantastico”. Una forma simile al loro linguaggio, che si adatta al loro modo di ragionare e di esprimere i pensieri, di vedere i fatti, le cose e le persone. Scrivere come se tu, poeta, avessi 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10 anni. Bisogna dunque che tu ti trasformi in bambino e il successo verrà, perché ti applaudiranno i più riconoscenti dei lettori: i bambini. (Meditazione su: I bambini di Majacovskij).
PERO' SUL TRAM E' ANCORA PIU' BELLO
(parte)
e andare dappertutto
con la borsa di pelle
-Wladimir Majacovskij-
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