GIOVANI E MENO GIOVANI

lunedì, 27 aprile 2015

GIOVANI E MENO GIOVANI

Nell’ora di politica, che si chiamava così perché durava un’ora, si cercava di spiegare ai giovani la situazione generale dell’Italia e dell’Europa, si cercava di trasmettere gli ideali del comunismo e si discuteva con loro su come si avrebbe voluto vedere il nostro paese dopo la guerra. Si cercava anche di far capire che bisognava condividere certi valori di fratellanza e rispetto reciproco all’interno delle formazioni. Dicevamo noi commissari: siamo qui per difendere l’Italia, questi contadini che ci aiutano e la loro terra che è anche la nostra terra. I giovani, e anche i meno giovani, partecipavano molto a queste discussioni, sentivano proprio la necessità di partecipare visto che per venti anni erano stati zitti. (Ricordo da un racconto di Sirio Ungherelli partigiano GIANNI, commissario politico della “Brigata Senigaglia”).

 INNO  DEL  PRIMO  MAGGIO
 (Canto di maggio)
 sul motivo del Nabucco di VERDI.
 Vieni, o Maggio; T’aspettan le genti,
 ti salutano i liberi cuori,
 dolce pasqua dei lavoratori,
 vieni e splendi a la gloria del sol.
 Squilla un inno di alate speranze
 al gran verde che i frutti matura,
 a la vasta ideal fioritura
 in cui freme il lucente avvenir.
 Disertate, o falange di schiavi,
 dai cantieri, da l’arse officine;
 via dai campi, su da le marine;
 tregua, tregua all’eterno sudor!
 Innalziamo le mani incallite,
 e sian fascio di forze fecondo;
 noi vogliamo redimere il mondo
 dai tiranni de l’ozio e de l’or.
 Giovinezze, dolori, ideali,
 primavere dal fascino arcano,
 verde Maggio del genere umano,
 date ai petti il coraggio e la fè:
 Date fiori ai ribelli caduti
 collo sguardo rivolto all’aurora,
 al gagliardo che lotta e lavora
 al veggente poeta che muor.
 -Pietro  Gori-



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