LA COSTRIZIONE
mercoledì, 22 aprile 2015
LA COSTRIZIONE
Risalendo nella storia, vediamo i privilegiati prendere e attribuirsi tutto ciò che a loro convenisse. La violenza e la rapina, sicure dell’impunità, potevano indubbiamente fare a meno di elemosinare; e infatti la questua dei privilegiati è iniziata soltanto con il primo manifestarsi dell’ordine pubblico, mostrando la sua grande differenza dalla mendicità del popolo. Questa appare con la progressiva involuzione del governo, quella con il suo miglioramento. E’ vero che il governo può far cessare con ulteriori progressi questi due mali sociali, ma certo non alimentandoli, né nobilitando il meno giustificabile dei due. Bisogna convenire che vi è un’abilità prodigiosa nel rubare alla compassione ciò che non si può strappare alla debolezza, mettendo così a profitto sia la temerarietà dell’oppressore che la sensibilità dell’oppresso. A questo riguardo, la classe privilegiata ha saputo distinguersi in entrambi: non riuscendo più ad estorcere con la forza, ha subito imparato a raccomandarsi ad ogni occasione alla liberalità del re a della nazione. Le petizioni degli antichi Stati generali e delle antiche assemblee di notabili abbondano di richieste a favore della povera classe privilegiata. (Meditazione sui privilegi di Emanuel-Joseph Sieyès).
Vedi: GRAZIA E MISERICORDIA (21 marzo 2015).
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